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(In alto la galleria fotografica)
di Claudio Ricci
(foto di Andrea Petinari)
Macerata città santa e blindata in occasione dell’apertura della porta diocesana per il giubileo straordinario indetto da papa Francesco. Migliaia di fedeli – circa 5mila – hanno invaso la città dalle prime ore del pomeriggio prendendo parte alla via crucis partita alle 16 dalla chiesa dell’Immacolata in corso Cavour e conclusa con l’apertura della porta Santa della chiesa di Santa Maria della Misericordia, in piazza San Vincenzo Maria Strambi.
Sono le 17,38 quando il vescovo Nazareno Marconi taglia i sigilli e spalanca la porta circondato da fedeli e dalle maggiori autorità civili e militari della provincia. «E’ questa la porta del signore. Per essa entriamo per ottenere misericordia e perdono» sono le parole del vescovo all’apertura della porta. La piccola piazza è gremita. Imponenti le misure di sicurezza. Almeno un centinaio gli uomini delle forze dell’ordine impiegati in tutta la provincia, sia per il corteo per la nascita di Maometto di questa mattina a Civitanova (leggi l’articolo) sia per l’apertura della porta Diocesana a Camerino, quindi nel capoluogo per l’evento di oggi pomeriggio. I controlli serrati in tutto il territorio erano partiti già dai giorni scorsi con finalità preventive (leggi l’articolo).
Un evento sacro senza precedenti il Giubileo straordinario della Misericordia indetto da papa Francesco. Iniziato con l’apertura della porta santa a San Pietro l’8 dicembre scorso, terminerà il 20 novembre 2016. Per la prima volta nella storia la Chiesa concede alle diocesi la possibilità di aprire una o più porte sante. «Aprite le porte della giustizia – ha detto Marconi – entreremo a rendere grazie al Signore». Quindi il vescovo entra nella piccola chiesa e si raccoglie in preghiera davanti all’immagine di Maria, madre della misericordia. Al silenzio sacrale che avvolge il momento si contrappone l’imponente massa di fedeli che si è riversa nelle strade per la via Crucis inondando il centro attraverso via Garibaldi, via Crescimbeni, piazza Vittorio Veneto e piazza della Libertà per arrivare poi davanti al duomo di San Giuliano.
Un gigantesco corteo partito dalla chiesa dell’Immacolata alle 16 con confraternite provenienti da Tolentino, Recanati, Cingoli, Treia. Alla testa dell’enorme processione le confraternite San Sepolcro, Delle Stimmate e del Terzo Ordine dei Carmelitani di Macerata. Seguono numerose congregazioni: San Pietro, Unitalsi, Cavalieri di Malta e Cavalieri di San Sepolcro. Quindi seminaristi, sacerdoti, diaconi e consacrati. In coda il vescovo Nazareno Marconi. In mezzo la delegazione delle autorità guidata dal sindaco Romano Carancini con il prefetto Roberta Preziotti, il presidente della Provincia Antonio Pettinari, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, il consigliere regionale Luca Marconi. Numerosi sindaci tra cui i primi cittadini di Tolentino, Recanati e Treia Giuseppe Pezzanesi, Francesco Fiordomo e Franco Capponi.
Su tutto vigilano gli uomini della Questura, i carabinieri, la Guardia di finanza, il Corpo forestale e la polizia Municipale. Ogni accesso è controllato anche con metal detector e reparti cinofili. La città è letteralmente bloccata con le principali vie d’ingresso – corso Cavour e corso Cairoli – chiuse al traffico. Il centro è blindato. I cassonetti sono sigillati. Agenti in divisa e in borghese controllano ogni via e bloccano gli accessi. Non mancano le proteste di automobilisti, passanti e residenti. Il cordone si snoda e quando la testa arriva in piazza Vittorio Veneto, la coda è ancora ai cancelli in piazza Garibaldi. Due imponenti maxi schermi in piazza della Libertà e davanti al duomo proiettano l’evento in diretta. Dopo l’apertura della porta santa i fedeli riempiono il duomo per la messa celebrata dal vescovo. La maggior parte deve assistere alla funzione all’esterno. In sostanza i maceratesi – anche solo curiosi – rispondono in massa alla chiamata del papa e del vescovo Marconi, smentendo quelle previsioni allarmistiche della vigilia che avevano gettato un’ombra di paura sul giubileo, anche quello celebrato nelle diocesi di provincia.
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Anche a Camerino è iniziato l’Anno Santo del Giubileo, con l’apertura della Porta Santa nel Duomo di Camerino, intorno alle 16.30 con una solenne cerimonia presieduta dall’arcivescovo monsignor Francesco Giovanni Brugnaro davanti ad una piazza stracolma (oltre mille persone) e a grande dispiegamento delle forze dell’ordine. Il presule ha sollevato la tenda in velluto rosso, entrando per primo nella cattedrale dove poi è stata celebrata la messa solenne.
Questo il messaggio sull’evento rilasciato dall’arcivescovo ai microfoni della radio diocesana. “Prima di avvicinarsi al centro della cattedrale verso la Madonna ed il Crocefisso ci si prepara con parole importanti, non solo quelle del Vangelo, ma anche quelle di Papa Francesco – ha detto l’arcivescovo Brugnaro – che ha invitato a mettere al centro Gesù, non solo per le opere di misericordia spirituale tramandate dalla tradizione, ma testimoniandolo e vivendolo nella nostra vita, per capire l’uomo”. Sino al 20 novembre 2016 tutti i fedeli della diocesi ed i pellegrini che transiteranno sotto la porta, riceveranno l’indulgenza plenaria con il perdono dei peccati.
I fedeli provenienti dalle sei vicarie della diocesi sono giunti in piazza Cavour in processione partendo da San Venanzio, Santa Maria in via e San Filippo, per assistere al rito dell’apertura della Porta Santa che ha preceduto la successiva celebrazione liturgica solenne. I ragazzi della pastorale giovanile hanno preparato un percorso, per aiutare i fedeli, a celebrare anche in diocesi, il Giubileo della Misericordia. All’evento sono accorsi numerosi fedeli, da tutti i comuni dell’arcidiocesi di Camerino-San Severino. Un uomo, colto da un lieve malore, è stato soccorso dalla Croce Rosse e portato in ospedale per accertamenti. Le sue condizioni non sono gravi.
(Monia Orazi)
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io c’ero
Maria Madre di Misericordia aiutaci a riconciliarci col Padre Celeste per mezzo di tuo figlio Gesù e la Grazia dello Spirito Santo. Donaci la conversione del cuore. “Di Macerata nostra Tu sei la gloria ed il vanto, ci copri col tuo manto, o Madre di bontà”.
Chissà se non avendo troato uno strapuntino in Comune ora ha scelto di mirare un pò più in alto e spera di torvare una, seppur minuscola, cadrega nell’immensità dei cieli…
Cristo è la porta santa e non ve ne sono altre
«Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi: è il dono di Dio» (Efesini 2,8)
Avvento: ricordo della venuta di Cristo e annuncio del suo ritorno. Perché Gesù è venuto fra gli uomini e le donne, come uno di loro? Tutti i cristiani concordano nel dire che Lui è stata la dimostrazione più grande della misericordia di Dio verso l’umanità. Ma questa misericordia va gestita o annunciata?
In questi giorni abbiamo visto aprirsi un altro anno santo, una chiesa che spalanca porte che avrebbero il grande potere di veicolare il perdono di Dio a chi le attraversi. Una chiesa che si sente obbligata a gestire l’amore di Dio, una chiesa che si sente depositaria della grazia divina e stabilisce regole sul come possa essere dispensata. Ma il vangelo non dice così!
Anzi, più e più volte ripete che la salvezza è un dono gratuito, dato direttamente da Cristo all’umanità. Nessuno può ergersi come mediatore tra Lui e gli uomini e le donne su questa terra; nessuno, neppure una chiesa, nessuna chiesa, grande o piccola che sia.
Cristo è venuto per essere questo immenso dono, che parla di un interessamento diretto di Dio per ogni persona, del Suo farsene carico con un progetto di amore. Un progetto che nulla può fermare, un progetto che, nella Resurrezione di Cristo, abbiamo visto andare persino oltre la morte.
Il quotidiano La Stampa di martedì 8 dicembre pubblicava un inserto di molte pagine con tutte le istruzioni per ottenere l’indulgenza. In un articoletto intitolato «1517», ricordava che Lutero si era arrabbiato perché le indulgenze erano vendute per denaro e concludeva che questo oggi è superato.
Ci permettiamo di obiettare: non è questione di soldi, ma di fede! La Riforma, rifacendosi al tema della salvezza gratuita di Dio, osò affermare, e lo fa ancora oggi, che la chiesa ha un solo compito: annunciare la misericordia di Dio in Cristo. Annunciare e non gestire, predicare e non mediare, dire che Cristo è la porta santa e non ve ne sono altre e che l’unico pellegrinaggio che ci viene richiesto è quello di andare a Cristo col cuore e con la mente.
In una parola fidarsi di Lui ed a Lui affidarsi: questa è la fede, che ci permetterà anche di compiere tante opere buone. Senza temere nulla, perché il Gesù venuto a Natale e risorto a Pasqua è stato il grande dono della misericordia di Dio.
http://riforma.it/it/articolo/2015/12/14/cristo-e-la-porta-santa-e-non-ve-ne-sono-altre