Famiglia sotto sfratto,
concessi altri sei giorni

MACERATA - Oggi Stefania Raimondi, il compagno e la figlia minorenne dovevano lasciare la loro casa, ma all'ultimo il proprietario ha deciso di concedere una proroga. Intanto è pronta una nuova abitazione a Tolentino

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Stefania Raimondi con il compagno

Stefania Raimondi con Stefano Giunta, coordinatore di Casa Pound

 

di Leonardo Giorgi

Slitta lo sfratto, sei giorni di respiro per Stefania Raimondi, il compagno e la figlia sedicenne, che la scorsa settimana avevano lanciato un grido d’aiuto tramite Cronache Maceratesi (leggi l’articolo). Il proprietario ha deciso di concedere altri sei giorni alla famiglia di Macerata per prepararsi allo sfratto, che doveva esserci oggi. In uno scenario «da film d’azione», come l’ha descritto la signora Raimondi, stamane, sotto il palazzo dove risiede la famiglia da più di tre anni, si sono radunati il proprietario dell’edificio, suo padre, l’avvocato del locatore, le forze dell’ordine, i servizi sociali del Comune, il fabbro che avrebbe dovuto cambiare la serratura della porta d’ingresso e alcuni rappresentanti di Casa Pound in difesa della famiglia. Questi ultimi hanno parlato con forze dell’ordine, proprietario e servizi sociali. Alla fine, solo cinque persone sono salite nell’appartamento della signora Raimondi e, dopo una discussione, il proprietario della casa ha deciso di rimandare la data di sfratto definitivo a mercoledì 18.

Una piccola vittoria per la famiglia maceratese, dopo che il Comune ha dovuto rifiutare la proposta di Casa Pound di fare alloggiare provvisoriamente  la signora Raimondi, il compagno e la figlia in una casa popolare (leggi l’articolo). La situazione però è ancora disperata: «Lo sfratto arriverà mercoledì – racconta scossa Stefania Raimondi – non possiamo certo festeggiare. E’ lo sfratto in sè ad essere ingiusto, si può parlare di accanimento ormai. Grazie ai ragazzi di Casa Pound però, che in questi giorni mi sono stati sempre vicino, abbiamo trovato un posto in cui stare a Tolentino e se tutto va bene, la settimana prossima saremo lì. Grazie a questa promessa, non ho l’incubo di dover lasciare andare mia figlia in una casa famiglia». Raimondi però non riesce ad arrendersi all’idea di dover lasciare la città che tanto ama. «Sono sempre stata a Macerata e non c’è nessun altro posto al mondo in cui vorrei stare. Ho lavorato diciassette anni in ospedale e a volte ho fatto anche più di un lavoro contemporaneamente per mantenere la mia famiglia. Ed ora, solo perchè sono in difficoltà economiche vengo cacciata di casa? E il sindaco neanche si fa sentire? Assurdo». Nel buio di questi giorni però, un po’ di luce è arrivata dall’affetto di molte persone che si sono schierate con la famiglia. «Anche se qualcuno per strada mi guarda in modo strano dopo che la mia faccia è apparsa sui giornali – dice Raimondi – mi sono arrivati tanti messaggi d’affetto e molte persone sono dalla mia parte. In tanti hanno voluto aiutarmi, anche persone a centinaia di chilometri da Macerata».



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