Sun Guang, presidente dell’associazione Italia Cina cultura e impresa e Zhang Zhaoyong rappresentante legale della Eco Mercatone srl
di Marco Ribechi
Grandi magazzini cinesi al Civita Center di Civitanova. Ad annunciarlo è Zhang Zhaoyong, rappresentante legale della Eco Mercatone srl con sede legale a Cesena dove la società possiede un altro spazio commerciale simile. L’inaugurazione è programmata per martedì 10 novembre alle 11. «Abbiamo scelto questo spazio perché l’affitto era molto conveniente e si trova vicino all’uscita dell’autostrada – spiega Zhang Zhaoyong – inoltre la città è bella. Ci abbiamo messo 5 minuti a decidere, è una location perfetta. Abbiamo un contratto di affitto con la Cuore Adriatico srl di 7 anni più 7».
Ormai da tempo il Civita Center è chiuso e in una situazione di degrado. Il gruppo cinese, che all’inizio di ottobre aveva già preannunciato la riapertura con uno striscione (leggi l’articolo), non occuperà tutto il centro commerciale ma solo lo spazio dove si trovava l’ex Iper. Resta vuota la galleria commerciale. L’Eco Mercatone coprirà un’area di 11mila metri quadri, 8mila di vendita diretta e 3mila di magazzini e uffici. Si svilupperà su due piani esattamente come l’Iper. Il nuovo magazzino si occuperà prevalentemente di abbigliamento, prodotti per la pulizia, accessori per auto e biciclette e ferramenta. «Abbiamo anche 250 metri per la vendita di alimentari – dice il legale rappresentante Zhaoyong – ma questa non sarà la nostra attività». Alla domanda se l’Eco Mercatone teme la concorrenza degli altri magazzini cinesi, numerosi nella zona, e di essere associato ad essi per la recente vicenda dell’assenza di fatture fiscali (oggetto di un servizio recentemente apparso in tv), Zhaoyong risponde: «Non ci sono problemi perché noi non siamo un ingrosso ma una vendita a dettaglio. Abbiamo 10 casse quindi nessuno può uscire senza scontrino. E’ illegale non fare le fatture e le bolle». L’attività darà lavoro ad almeno 20 persone tutte già selezionate tra cinesi, italiani e pakistani. Inoltre i rappresentanti promettono di sistemare l’area circostante: «Così è brutta, abbandonata. Sistemeremo tutto anche fuori, è un peccato lasciarla inutilizzata senza alcuna destinazione».
(foto di Federico De Marco)
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Non ho parole
Apposto!
Io non ci andrò mai
c’ha da fa chi ce va
Bravo sindaco e assessori che che continuate a svendere ai cinesi…era meglio se quello spazio rimaneva vuoto, se gli italiani non lo volevano, ma mai ai cinesi, ce ne sono fin troppi….
Evviva la concorrenza sleale………………..
venne li gatti?
Civita Centel
Non avevamo dubbi…
indipendentemente dal fatto che sia di cinesi o di italiani….un altro mega centro commerciale a Citanò?!? Zio polco….
scusate eh??? ma di cosa ci stupiamo ancora???? parliamo tutti ma alla fine, se fai un giro nei loro negozi sai chi ci trovi????? tutti,tutti e poi tutti…tutti coloro che non vengono più da noi commercianti di zona, per scelta o per necessità o per cosa altro non so!!! se proliferano si vede che lavorano!!!! E se lavorano qualcuno ci va!!!! Il danno non lo fa solo il negozio cinese!! Tutte le catene straniere che abbiamo fatto entrare nei ns centri commerciali secondo voi fanno meno danno???? Tutto lavoro fatto all’estero…e il ns paese affonda sempre di più!!!
per cosa sta eco?
Meglio loro che li zengheri
Questi stanno conquistando il mondo! Poveri noi!
Civitanova è un centro di produzione del Made in Italy, e attira clienti alla ricerca dell’affare da tutta Italia. Voglio immaginare che i nuovi proprietari del centro commerciale si siano impegnati a vendere e promuovere i prodotti del territorio, e non sottoprodotti (magari copiati da quelli italiani) realizzati in Cina. Sarà sicuramente così.
Io avrei aperto una mega discoteca.
basta non andarci
bene.attualrmente era solo un ritrovo per drogati e gente poco raccomandabile.peraltro fanno lo scontrino.in moltissimi negozio impiegano personale italiano non creano problemi centomila volte meglio loro che immigrati di varie etnie che pascolano e creano casini e sono sulle nostre spalle.
Per i commercianti italiani alcuni appunti_1 questione costi…i pochi marchi italiani rimasti sono di fascia alta e quindi CARI per le normali tasche di una famiglia oltrettutto spesso e volentieri ad un costo esorbitante non si accompahna una reale durata/qualita’ che giustifica tali costi,.2 molti commercianti acquistano capi di abbigliamento presso i negozi di Porto sant Elpidio,visto con i miei occhi,per poi rivenderli in negozio a prezzi esorbitanti contando sul fatto che essendo spesso merce confezionato a Prato e dintorni espone il logo Made in Italy.
3 molte ditte italiane producono merce delocalizzando in cina o presso altri paesi…un esempio delle nostre zone??’ La Balducci che produce abbigliamento ad esempio per le catene dei supermercati produce le proprie cose in Albania….
Molti comunque mi sembrano commenti di facciata…di persone che poi alla prima occasione vi andranno a fare la spesa.
Se l’attività invece era italiana che importava prodotti Made in china allora andava bene? Basta che pagano le tasse ed ognuno di noi può scegliere se acquistare o meno senza tanti commenti ipocriti e razzisti
siamo noi che non riusciamo più a conquistare il mondo !!!
semo fatto aprire lo cuore dell adriatico non facemo rapri’ a lo centlo cinese ??
ragazzi quello su la foto lo sete rconosciuto sci ?? a de quello che ha raperto lo primo
ristorante cinese a citano , 25 anni fa . quello comanna più de lo sindaco farlocco che cemo ,
de lo professore de ginnastica , de lo capo de li carabigneri de lo commissario de polizia e de
lo direttore artistico de li vigili urbani ……..facemoce a capi’ .
@ Polenti. Ma che dé, lo stesso ristorante do vene sempre Capomacchia a festeggià lo capodanno cinese e dò na orda là davanti sè pigliati ad accettate e maccettate du faziò de cui una pare che venia da Roma?
certo Micucci , e’ lo capo de tutti li cinesi . E’ 20 anni che comanna cussu a Citano .