Flussi sospetti da Banca Marche,
la replica di Sagretti

CIVITANOVA - Dai fondi di Bm, agli immobili, alla vicenda della Sparkle alle critiche da parte del vicesindaco Giulio Silenzi, l'imprenditore interviene a 360 gradi

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Franco Sagretti

Franco Sagretti

In relazione all’articolo pubblicato il 14 settembre del 2015, “I flussi sospetti da Banca Marche ai gruppi Foresi e Sagretti, capannoni fantasma e perdite milionarie”, l’imprenditore Franco Sagretti interviene per precisare punto su punto in merito alla vicenda. «Nell’articolo si fa riferimento al fatto che per la realizzazione del centro commerciale Cuore Adriatico, per effetto del cambio dirigenziale vi sarebbero stati riduzione dei costi. Ma nessuno, e tantomeno la nuova dirigenza del gruppo Banca Marche ha replicato alla denunzia del sottoscritto secondo cui “alla fine della fiera gli impegni” derivanti dalla realizzazione del centro commerciale e delle infrastrutture ha superato i 100 milioni di euro (contro gli 85 programmati) e quindi non v’è stata alcuna effettiva riduzione di spesa. In ogni sede il sottoscritto è disponibile ad un confronto, per dimostrare che non solo non v’è stato alcun reale taglio, ma si sono verificati sostanziosi incrementi, derivanti anche dalle condizioni operate dal gruppo Banca Marche (risultanti dall’adesione ai piani di ristrutturazione presentati da Civita Park prima e dalla Cuore Adriatico poi (piani sottovalutati da tutti, anche in diverse sedi pubbliche)  e dall’abnorme costo per le parcelle dei professionisti coinvolti». Precisato questo primo passaggio, Sagretti replica su due operazioni in cui viene chiamato in causa: «Per quanto riguarda l’immobile di Jesi, si tratta di un terreno che era di proprietà del signor G. ed il cui acquisto fu proposto dalla stessa Banca Marche alla Icoc. Va infatti ricordato come fosse prassi di  Banca Marche, come di altri istituti di credito, proporre agli imprenditori affidabili il subentro in operazioni incagliate (per la banca). Lo stato del rapporto fu segnalato in una relazione in data 14 novembre 2012 inviata dal sottoscritto al nuovo direttore generale di Banca Marche. Diretta relazione concerneva i rapporti tra il gruppo Banca Marche e le società  partecipate, con le criticità e le possibili soluzioni.

L'avvocato Guerrino Ortini, legale di Franco Sagretti

L’avvocato Guerrino Ortini, legale di Franco Sagretti

Inoltre i rapporti che ne sono derivati sono stati integralmente inseriti nella proposta di concordato preventivo presentato dalla Icoc srl. Nello specifico Icoc stipulò con Medioleasing il contratto di locazione finanziaria n. 14079, avente ad oggetto sia l’acquisto del terreno che la edificazione di due capannoni. G. (il proprietario, ndr) era esposto verso Banca Marche. La stessa Icoc accettò anche perché la stessa Bm le segnalò due potenziali acquirenti degli immobili da realizzare. si trattava di clienti della Banca (che poi invece si sono poi defilati)». E puntualizza che «nell’ammortamento del leasing era ricompresa la restituzione dell’importo che la stessa Medioleasing versò per l’acquisto del terreno da G. (1 milione 550mila euro oltre 174mila euro di imposta di registro) importo in gran parte poi assegnato alla stessa Banca Marche creditrice di G. Icoc predispose i progetti, richiese i permessi di costruire ed iniziò i lavori, ricevendo anche come previsto in contratto degli acconti. Tra l’altro le somme incassate per gli acconti, vennero in gran parte riversate alla stessa Banca Marche (per far fronte agli esorbitanti oneri nel frattempo maturati sui rapporti Icoc) e al comune di Civitanova per una rata degli oneri di urbanizzazione e costo di costruzione del cantiere di Civitanova, ed un parte per far fronte alla gestione corrente, appesantita dall’enorme sforzo fatto dalla Icoc (e non da Civita Park) per i lavori compiuti negli anni 2010-2012 nel cantiere del centro commerciale. Icoc, dopo aver comunque pagato la maxirata iniziale e gli interessi di preammortamento, non fu in grado di proseguire i lavori e iniziare l’ammortamento del leasing, proprio a causa della mancata riscossione dei crediti verso Civita Park e l’estromissione dal cantiere. Tale situazione è stata  ripetutamente segnalata al gruppo Banca Marche, che pur avendo gli strumenti per intervenire, ha preferito – anziché sostenere  le iniziative Icoc già avviate, e così rientrare dei propri crediti – avallare le decisioni dei vertici di Civita Park: non pagare Icoc, estrometterla dal cantiere e dalla società. Banca Marche ha preferito così sostenere soggetti ed imprese di altra regione, che come oggi si può riscontrare hanno lasciato una lunga scia di debiti non onorati. Icoc ha dato lavoro per molti anni a moltissime famiglie ed imprese marchigiane. Per effetto di quanto accaduto, i lavoratori della Icoc hanno perduto il posto di lavoro, nella più totale indifferenza della banca e di tutti i soggetti pubblici e privati a conoscenza di quanto stava accadendo. Il sottoscritto sa che tale operazione è ricompresa tra quelle oggetto di indagini e non avrà problema alcuno a chiarire, senza alcun timore, la sia posizione nelle opportune sedi, in maniera ancor più dettagliata». Altro punto è la vicenda Sparkle, società costituita assieme ad Acom e altri soci per la produzione di radiofarmaci con il principale stabilimento realizzato nel Leccese: «la Icoc è stata socia dal 2006 al 2008 con una quota  di minoranza (e con quote concesse in pegno alla stessa Banca Marche che finanziava l’operazione). Icoc ha realizzato i lavori di costruzione di un edificio a Casarano. Si trattava di un moderno centro farmaceutico, dotato di avanzata impiantistica, completato ed agibile. Quindi Sparkle ha unicamente versato ad Icoc i compensi per lavori eseguiti. Tra l’altro la Sparkle è titolare di importanti brevetti relativi a prodotti per le cure tumorali cerebrali, ed è tuttora operativa. E vero che ha subito per diverso tempo la sospensione dell’attività, causa la partecipazione pubblica all’interno della compagine sociale (Provincia di Macerata), questione risolta solo recentemente. Infatti per effetto di una legge sopravvenuta dopo l’avvio del progetto ed alla costruzione dell’immobile,  la Sparkle è stata penalizzata, perdendo l’assegnazione di importanti contratti di forniture a plessi ospedalieri del Sud, all’esito di gare in cui aveva ottenuto l’aggiudicazione provvisoria. Gli immobili e l’attività esistono. Altro che capannoni fantasma. Il sottoscritto per tale vicenda non ha ricevuto alcun avviso di garanzia (come peraltro specificato nell’articolo cui viene fatto riferimento, ndr), né è stato mai  sentito dalla Procura di Ancona (cui secondo l’articolo sarebbe stato inviato un esposto da Banca Marche)  né alcuna comunicazione da parte della stessa  banca o da Medioleasing (vecchie o nuove gestioni che dir si vogliono). Alla stessa Sparkle, fu proposto dalla stessa Banca Marche l’acquisto di immobile  a Montegranaro, da destinare a sede locale per l’attività produttiva e diagnostica. Si trattava di immobile di proprietà di altra persona esposta con Banca Marche. L’indagine pugliese che viene citata nell’articolo, nonostante in corso da svariati anni non ha determinato alcuna imputazione a carico del signor Ballante (altro socio della Icoc) e non attiene in alcun modo alla vicenda Medioleasing (ed il signor Ballante ha già preso posizione sui fatti di quella indagine)». Sagretti sottolinea inoltre come i tanti progetti del suo gruppo siano sempre andati a buon fine, e cita Ikea Ancona, la zona industriale di Civitanova, la nuova sede Fabi, la nuova sede Tosi Action eccetera. «Solo  le operazioni immobiliari in corso nel 2012  non sono state portate a termine: da una lato a causa dell’illecita estromissione di Icoc da Civita Park (con la perdita di oltre 10 milioni di euro, considerati anche i danni ): e dall’altro lato per l’ingiustificato affossamento da parte della “nuova” dirigenza del gruppo Banca Marche delle operazioni stesse, non sostenendo il completamento degli investimenti. Il sottoscritto e le società da lui partecipate sono vittime di aggressione da parte di Banca Marche e Medioleasing, e pertanto egli farà valere nelle opportune sedi giudiziarie anche le modalità dell’informazione in ordine alle suddette vicende». Inoltre aggiunge: «La differenza fondamentale è che il sottoscritto sostiene le sue pubbliche denunzie con documenti e fatti, mentre da parte di chi passa alla stampa “notizie” come quelle che hanno originato l’articolo cui si replica si sceglie la strada (comoda) dell’anonimato e di informazioni nella migliore delle ipotesi parziali, incomplete e superate dai fatti». Su questo punto Cronache Maceratesi riconferma le ricostruzioni comparse nell’articolo, e che si basano su una ricostruzione giornalistica dei fatti relativi a Banca Marche iniziata ormai da due anni. Sagretti replica anche al vicesindaco di Civitanova Giulio Silenzi che aveva commentato l’articolo, scrivendo: «Finalmente si inizia a far luce su una vicenda grave. Si sta parlando della prima Civita Park e della conduzione di Banca Marche, del direttore Bianconi e di Medioleasing, della facilità con cui venivano dati finanziamenti e della mancanza di seri controlli». «Egli così facendo – dice Sagretti – lancia una accusa senza prova alcuna e senza alcuna conoscenza dei reali fatti e dei documenti, privilegiando evidentemente le versione di una parte con cui l’amministrazione comunale ha notoriamente stretto rapporti».



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