“Le Canestrelle” in omaggio alla Madonna

MACERATA - L'usanza di offrire grano alla Beata Vergine risale al 1447
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La festa delle Canestrelle a Macerata

di Mario Monachesi

Le Canestrelle,  ovvero l’usanza di offrire grano alla Beata Vergine a Macerata risale al 1447. Dal libro dei Decreti si apprende che il 3 agosto di quell’anno il consiglio di Credenza, con a capo i cinque Priori interpretando il voto di tutto il popolo maceratese affinché avesse a cessare la peste che in città aveva già ucciso un centinaio di persone, deliberò di erigere in un solo giorno una “Ecclesiola”, piccola chiesa,  in onore di Maria,  proprio dove oggi sorge la Basilica della Misericordia. Dieci giorni dopo, il 13,  il consiglio Generale fa sapere che le offerte,  per lo più mattoni, ( maxime de lateribus) raccolte non sono sufficienti a costruire il tempietto La prima pietra viene comunque posta dal vescovo Nicolò delle Aste,  la sera del 15 agosto.  Il 16 iniziano i lavori ” con tale attività et devozione, che, concorrendo uomini,  donne, nobili et plebei grandi et mamoli a preparare i materiali, et assistere agli operai, in termine di ventiquattro re fu perfezionata et resa apta per potervisi celebrare i primi uffici”. Il 17 vi si celebra la prima messa. Il tempio, date le dimensioni ridotte, prende immediatamente il nome di Santa Maria “ciucarella” (piccolina) o Santa Maria Piccinina. Successivamente la piccola chiesa viene spostata, ma nuovamente ricomparsa  in città la peste, nel 1497 essa viene riedificata nel punto iniziale. Intanto cittadini e campagnoli insieme decidono, per il mantenimento della stessa, di offrire ogni anno alla Vergine della Misericordia le primizie del loro raccolto. Questa usanza come altre ha di sicuro origini pagane. Secondo alcuni riesca l’offerta del grano che gli antichi usavano in onore della dea Cibele, la stessa che si trovava nell’effige raffigurante un leone che fino al secolo XVI, accompagnava la reliquia di San Giuliano patrono di Macerata.

Festa Canestrelle (36)La data precisa peró dell’inizio della processione delle  “Canestrelle” sembra sia quella del 1721, anno di incoronazione dell’Immagine della Madonna della Misericordia. Pare anche che i maceratesi per la loro protezione non si rivolgere fin dall’inizio alla Madre di Dio, bensì a San Bernardino da Siena, al quale costruirono un tempio a tre anni dalla morte. Più tardi, sia perché frutto dei frutti sia per la spettacolare coreografia a cui si prestava, l’offerta del grano divenne quella predominante. Portato a covoni da uomini e donne, e a manipoli (piccoli mazzi) addobbati con nastri e fiori, da ragazzi e ragazze vestiti da angioletti, veniva depositato al centro della piazza antistante la chiesetta e al suono delle campane e tra gli applausi della gente,  veniva battuto da più cavalli in corsa. Contemporaneamente, canti e lodi invocavano la Vergine di preservare il popolo tutto da malattie, disavventure, pericolosi temporali ed altro. Questa pia e folkloristica usanza viene interrotta nel 1779, a seguito del saccheggio francese in città. Il 5 luglio il santuario viene ferocemente depredato di ogni oggetto prezioso, dall’immagine della Madonna, crivellata di colpi di fucile, vengono asportate corone, collare e l’intero tesoro. Sempre all’interno della chiesa vengono barbaramente uccise anche 14 persone. Da quell’anno e fino a tutto il 1814, la festa viene sospesa e le offerte fatte in privato. Le primizie infatti venivano vendute al mercato e i ricavi offerti alla Madonna. Nel frattempo, la fede del popolo tutto donò nuovi ornamenti all’Immagine.

canestrelle (38)La tradizionale viene ripresa ma  con tono ancora minore nel 1815 . Nel  1823 invece si ha un’edizione memorabile, di una fastosità mai ricordata prima. Campane a distesa, spari di morta retti, banda musicale, cinque corporazioni con una lunga schiera di pie donne con in testa canestre ornate di fiori, nastri,  bandiere e palme,  ricolme di grano, accompagnavano la processione avviatasi dalla Chiesa della Madonna delle Grazie, situata dove oggi si trova il Convitto Nazionale. Seguivano giovani con in mano ceri accesi addobbati di fiori e spighe su cavalli anch’essi splendidamente addobbati con ricche tastiere e grandi cimieri, portati sull’arcione colorati sacchi di grano. Chiudevano il corteo carri carichi di offerte, trainati da buoi ornati con cordoni e fiocchi variopinti,  specchi, campanelle, trine, frange e striscie di porpora, con mappe di seta dorata. Sopra ai carri svettava il quadro della Vergine circondato a mo’ di tempietto da lumi e fiori.  È da questa edizione che viene stabilito di fissare una data precisa, per l’offerta del grano, di sospendere quella delle primizie, meno che l’olio e di chiamare questa cerimonia “Festa delle Canestrelle”. Oggi tale tradizione è ancora viva,  ma il tono è decisamente basso. Con gli anni i buoi sono stati sostituiti da autocarri, furgoni,  auto e trattori timidamente addobbati di verdura e fiori. Il grano viene offerto già trebbiato, molte parrocchie consegnano, sistemate all’interno di cornici debitamente addobbate, offerte in denaro. Anche la folla non è più quella strabocchevole di una volta, quando a chi scarica va e sistemava i sacchi di grano venivano offerti merende e bicchieri di birra. Da molti anni il corteo prende il via da piazza San Giovanni (o Vittorio Veneto). I gruppi parrocchiali hanno  spolverata da qualche anno i costumi dell’epoca.



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