di Marco Ribechi
Giorgio Montanini è impaziente di portare il suo show a Macerata. Il nemico pubblico ha già preparato tutto per presentare “Liberaci dal Bene”, lo spettacolo di stand up commedy che realizzerà nel cortile di palazzo Conventati il 4 e il 5 settembre (leggi l’articolo). Due serate all’insegna dell’irriverenza critica e sottile, come è nello stile del comico fermano. Polemica a distanza con Enrico Brignano che il 5 settembre si esibirà allo Sferisterio.
Montanini il suo spettacolo si intitola “Liberaci dal bene”. Dobbiamo aspettarci una critica alla religione?
“Il titolo già spiega che si tratta di uno spettacolo nuovo ma in realtà non è la religione il tema centrale. Anzi credo che non ne parlo quasi mai, forse per un minuto in totale. Il bene che attacco è invece quello dei falsi buoni sentimenti, quello del buonismo che dilaga nella società. Sono cose che ho sempre sostenuto ma probabilmente in questa produzione assumono una forma più avanzata, più matura. Ovviamente non è uno spettacolo per tutti”.
Cosa c’è di nuovo quindi nel suo spettacolo?
“Sono tutti monologhi tratti da Nemico pubblico ma inediti nella veste live. Trattandosi di buonismo partirò da Charlie Hebdo che ne rappresenta i massimi livelli. Lo show sarà molto politico ma non contro una fazione in particolare. Critico il costume della politica e il fascismo degli italiani. Parlerò molto anche della famiglia come istituzione, considerando anche tutta la polemica sull’educazione e sul gender”.
Come mai la scelta di partecipare per la prima volta ad Artemigrante?
Sono venuto spesso a Macerata, ho fatto varie serate al Terminal. In primo luogo l’idea è nata da una chiacchierata con Marco Cecchetti, direttore artistico del festival. Mi ha detto che potevamo provare in un luogo chiuso, nel cortile di un bellissimo palazzo e così la cosa mi ha incuriosito e ho accettato. Vengo volentieri a Macerata e sono contento anche perchè il pubblico che sarà presente in un certo modo è selezionato. Intendo dire che mentre negli spettacoli estivi c’è un grande afflusso di pubblico ma formato soprattutto da curiosi, in quelli teatrali o con accesso limitato gli spettatori che vengono hanno proprio il desiderio di assistere ad uno spettacolo ben preciso. Così si crea una complicità e quella situazione che io chiamo “di bolgia” che è difficile raggiungere in altri contesti.
Il 5 settembre, mentre lei sarà a palazzo Conventati, allo Sferisterio si esibirà Enrico Brignano. I suoi attriti con il comico romano non sono un segreto. Cosa ne pensa di questa coincidenza?
“Sapevo della presenza di Brignano. Ho sempre criticato quel tipo di comicità reazionaria di cui lui fa parte. Ritengo che la comicità sia arte e l’arte per definizione è rivoluzione, trasformazione. Me la prendo con Brignano perché credo che lui sia il capostipite di questo tipo di spettacoli che addolciscono gli spettatori. Poi naturalmente lui è nazionalpopolare e riempie lo Sferisterio, se lo riempie. Qualche anno fa lo avrebbe fatto sicuramente, ora ho i miei dubbi”.
Quindi in un certo senso sta dicendo che Brignano rappresenta il potere, l’establishment?
“Dico solo che sono un comico minore e ho il diritto di criticarlo. Poi lui normalmente non lo accetta, se glielo chiedete vi risponderà ‘Montanini chi'”, ne sono sicuro. Brignano è un comico apprezzato ma fuori dal palco è meno simpatico”.
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Montanini tutta la vita…..vera Satira nuda e cruda
e aggiungerei: Giorgio Montanini impersona la satira,Brignano impersonifica un comico.
bel modo di farsi pubblicità..criticando brignano così ci scrivono l’articolo..così succede quando non si può far affidamento sulla propria bravura..
Un giochino delle parti fra il giornalista di “Cronache” che gli serve la domanda-assist: “E i suoi attriti con Brignano?”, e il comico-diverso-che-lui-sì-fa-satira-mente-gli-altri-sono-solo-servi-del-potere che per il 50% residuo dell’intervista parla male di Brignano.
In effetti il “dissidio” con Brignano è uno dei motivi, pochi, della fama di uno che non dovrà insistere troppo per far sì che al suo spettacolo vi sia un “accesso limitato” e che i suoi spettatori siano “selezionati”.
Tempio della Lirica. Forse una volta, con altri registi, direttori, interpreti. Adesso vi rimane solo da farci una battuta di tiro alla quaglia. Qualche giorno fa si parlava di mancanza di money. Ma con tutti questi spettacoli accessori non entra una mazza?