di Laura Boccanera
Citato a giudizio Ivo Costamagna, la decisione del pm Enrico Riccioni che gli contesta il reato di diffamazione. La vicenda nasce da una denuncia presentata da Ottavio Brini per fatti del 2012. Il casus belli nasce all’interno di una diatriba politica sulla presidenza delle farmacie comunali di cui in quel periodo Brini era presidente. Nel maggio 2012 Corvatta vince le elezioni con un avvicendamento politico che porta dopo 18 anni di nuovo il centrosinistra al governo della città. Il mandato di Brini come presidente però ha una durata triennale e non va in scadenza con la decadenza dell’amministrazione. Ne nasce così un acceso dibattito politico di botta e risposte che arriva fino ad una campagna di affissioni pubbliche da parte di Costamagna presidente del consiglio comunale. Il sindaco chiede a Brini le dimissioni che però a sua volta fa valere la durata dell’incarico dei tre anni. Costamagna prende ufficialmente posizione nel corso di una conferenza stampa al vetriolo quando definì “sconcertante” il rifiuto alle dimissioni (leggi l’articolo). Ne seguì una campagna di affissioni con cui Brini fu dipinto come persona “attaccata alla poltrona”. In quei manifesti anche i simboli dei partiti di maggioranza con il presidente del consiglio comunale si assunse la responsabilità dei volantini. «Sono tranquillo e convinto che il giudice deciderà per il meglio – dice Costamagna – ricordo che con una lettera i capigruppo dei partiti si assunsero la paternità del manifesto ma dissi a Brini di denunciare me. Quello che uscì sul manifesto è la verità, dimostrata dai fatti e me ne attribuisco la paternità». «Non abbiamo alcun timore, siamo ben convinti di aver fornito elementi sufficienti e argomenti adeguati per spiegare che si è trattata di una critica politica, inevitabile quando si assume un incarico di responsabilità, ed è ben fondata su dati tecnici ed economici» dice l’avvocato Federico Valori, legale di Costamagna. Chiuse le indagini, è arrivato il decreto di citazione a giudizio del pm. Il processo partirà il 16 febbraio del prossimo anno al tribunale di Macerata.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
C’è pure chi è più tranquillo e che spera che il giudice decida per il meglio. Di solito, i politici sono sempre tutti tranquilli prima della condanna.
Comunque all’appello mancano ancora 37/38 esposti Vs Comune.
Sinceramente a me disturba vedere come partiti che prendono fondi pubblici, spendano soldi, anche fossero i propri, per dire ad esempio che l’avversario è “attaccato alla poltrona”. Voglio dire, un conto è che un partito fa un manifesto criticando la gestione ed indicando cosa non va, un conto è che si facciano manifesti per dire che siccome è cambiata maggioranza e l’amministratore della vecchia amministrazione non se ne va….allora è “attaccato alla poltrona”.
Anche noi del MoVimento 5 Stelle facciamo volantini politici (manifesti meno perché costano troppo) ma almeno facciamo la colletta tra di noi ed i soldi sono nostri mica sono dei rimborsi elettorali che infatti rifiutiamo.
I Partiti invece prendono i rimborsi elettorali, e comunque anche se i soldi spesi per volantini sono i loro, sempre che i soldi dei rimborsi li hanno presi, ed alla fine sempre che spendono soldi pubblici in una sorta di “partita di giro”………. e li spendono per farsi gli “sfottò” per i muri della città…….. ma si può andare avanti così…..????