di Laura Boccanera
“Vi offro una cena e 100 euro a testa”. Ingenuo tentativo di una donna imprenditrice cinese di sanare un illecito legato alle condizioni lavorative. E così la denuncia per sfruttamento del lavoro nero diventa un arresto in flagranza di reato per tentata corruzione. E’ successo nel primo pomeriggio di oggi nella zona industriale di Civitanova. I carabinieri dell’ispettorato del lavoro di Macerata, da oggi guidati dal maresciallo Martino Danilo Di Biase, assieme a quelli della città costiera, comandati dal capitano Enzo Marinelli, hanno effettuato un controllo in un calzaturificio a gestione familiare di cui è proprietaria una cinese di 39 anni. All’interno i militari hanno trovato una ragazzina di 13 anni, figlia della titolare e del marito, sorpresa mentre rifiniva tomaie alla catena di montaggio. I carabinieri le hanno dunque comunicato che in virtù della giovane età della ragazzina la donna sarebbe stata multata con una sanzione di 500 euro e denunciata per sfruttamento del lavoro nero e minorile. E’ a quel punto che la cinese ha tentato l’approccio cercando di risolvere la cosa in altro modo. La donna ha offerto ai militari una cena e un “bonus” di 100 euro per chiudere un occhio. E’ stata arrestata in flagranza di reato per tentata corruzione.
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era ora…….
Sempre meglio….
E cosa c’è di male se la figlia lavorava!!!! Io sono nata in campagna e a 6 anni già andavo nei campi…..quante storie
Capisco che le leggi siano cambiate nel corso degli anni, ma quante volte ho rotto le scatole a mio padre per andare ad aiutarlo in officina…
E dove sta il problema??? Devono imparare a vivere e gestirsi!!!
sicuramente la facevano lavorare non in regola e 12 ore al giorno ecco dove sta’ il problema.
Che stronzata. Capisco la repressione dello sfruttamento minorile e del lavoro nero, ma mia figlia la farei lavorare già a 8 anni.
Comunque i carabinieri dell’ispettorato del lavoro hanno avuto i loro 2 minuti di gloria. Il giudice se ha sale in zucca annullerà tutto.
Mi auguro che le forze del’ordine intensifichino ed estendano tali controlli negli ambienti di lavoro a gestione cinese dove si lavora come 50-60 anni fa: sfruttamento dei ragazzi minorenni, locali di lavoro non idonei, attrezzature inadeguate, insicure e non a norma…………..e non parlo dell’evasione fiscale sistematica
Un conto è aiutare il padre in campagna o in altre situazioni, un’altra cosa è farla lavorare in fabbrica senza nessuna tutela solo per abbassare i costi di produzione, fare concorrenza sleale a chi lavora rispettando la legge e truffando lo stato non pagando i contributi.
@ Stefano Morelli
Dove è la differenza tra farla lavorare in campagna o in altre situaizoni, ed aiutare la famiglia, e farla lavorare in fabbrica, ed aiutare la famiglia??
Perchè in campagna o in officina sono tutelati i minori e in fabbrica no??
Sempre lavoro minorile è….
E’ sfruttamento di lavoro minorile tutta la vita.La legge non ammette droghe. Cinese o no..bisogna intensificare i controlli su tutte le ditte..ci sono situazioni da capestro in giro ed e’ ora di finirla.