di Gianluca Ginella
Spaccio al bar Rockaway, un cliente fermato con una pallina di cocaina nascosta in uno scontrino, poi il blitz della polizia nel locale del centro di Porto Potenza e l’arresto dei gestori: Moreno Ruggeri, 47 anni e la moglie Monica Ruoto, 41. Nel bar e nella loro abitazione la polizia ha trovato oltre un chilo e mezzo di droga (tra marijuana, hashish e cocaina) e un tesoro di 176mila euro in contanti ritenuti dagli inquirenti provento di spaccio.
Il fatto che al bar Rockaway ci fosse un giro di spaccio di droga che andava davanti da tempo era arrivato all’orecchio della polizia.
E per questo ieri sera alle 22 uomini della squadra mobile di Macerata, diretta dal vice questore aggiunto Alessandro Albini, e del commissariato di Civitanova (comandato dal commissario Roberto Malvestuto) si sono appostati per controllare. E’ così che, fermato un cliente trovato con l’involucro di cocaina acquistato poco prima da uno dei gestori del bar, i poliziotti hanno fatto irruzione. Gli agenti hanno iniziato una perquisizione all’interno del bar trovando subito dello stupefacente, già confezionato, vicino alla cassa. Poi gli agenti hanno trovato 15mila euro in contanti addosso ad uno dei gestori. Nel bar sono saltati fuori svariati altri quantitativi di droga: 18 grammi di cocaina che erano nascosti in un cilindro metallico, tre buste di plastica colorate, contenenti ciascuna 12 dosi di cocaina già confezionate del peso medio di 0,89 grammi, una piccola scatola di plastica trasparente che conteneva numerosi involucri con sopra scritti i numeri “3” o “5”, (che indicavano il peso della cocaina contenuta), sei involucri di cellophane contenenti 1 grammo di cocaina ognuno nascosti in un contenitore per rullini fotografici, numerose buste di carta, con scritto “10”, contenenti ciascuno 12 grammi circa di marijuana (peso lordo), un pacchetto di sigarette con dentro 36 grammi lordi di marijuana ed uno spinello, un cilindro di 9 grammi di hashish, una porzione di hashish confezionata di 5,32 grammi.
Più un bilancino di precisione e coltelli per il taglio dello stupefacente. Ma la miniera di droga e soldi è stata trovata nella casa dei gestori del bar. Gli agenti hanno trovato un chilo di marijuana, un sacco che conteneva altri 300 grammi di marijuana sciolta, un sacchetto in cellophane con 65 grammi di hashish, pacchetti di carta con la scritta a pennarello rosso “10” che contenevano, in tutto, 13 grammi di marijuana. Una scatola di plastica trasparente con all’interno 106 grammi di cocaina. Numerosi altri involucri di cellophane contenenti in tutto 40 grammi di cocaina. E poi denaro che era diviso e sparso un po’ ovunque anche se le somme più grosse erano contenute in due borsoni di tela rossi (dentro sono stati trovati 100mila euro). In totale la polizia ha sequestrato 1,5 chili di marijuana, 350 grammi di cocaina, 75 grammi di hashish. In seguito alle perquisizioni sono finiti in manette i due gestori. L’uomo, Moreno Ruggeri, è in carcere, mentre la donna Monica Ruoto si trova ai domiciliari. Inoltre il bar era gestito senza le necessarie autorizzazioni, un particolare che secondo gli inquirenti testimonia che quel locale era aperto, più che per servire caffè, per spacciare stupefacente. «E’ stata un’ottima operazione – ha commentato il procuratore Giovanni Giorgio –, purtroppo testimonia il fatto che la zona continua ad essere ad alta densità di consumo e di spaccio».
(Servizio completo aggiornato alle 16,45)
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Ma forse è il caso di non chiamarli più titolari di un bar !!!! ma di una DROGHERIA , !!!!!!!
Ma per la seconda attività: avevano le licenze, pagavano i contributi all’INPS?? 🙂
Questo è il secondo caso di gestori arrestati per un’attività di spaccio gestita in prima persona e dietro il bancone del bar (il primo caso si è verificato a Belforte circa un mese fa). Ma sono molti i locali pubblici che, pur non gestendo in prima persona questa infame attività, la consentono a ragion veduta e ci lucrano sopra indirettamente, perché sono consapevoli che la possibilità per i consumatori, specialmente per ragazzi giovani e giovanissimi, di poter acquistare droga all’intero del locale costituisce un, sia pure assurdo, “valore aggiunto” per l’esercizio (bar, discoteca, chalet, ecc.).
Questi locali andrebbero monitorati e ci sarebbe la possibilità di farli chiudere, perché il Testo Unico Leggi Pubblica Sicurezza lo consente, anche se la locale Questura di Macerata non si avvale di tale possibilità.
Le forze dell’ordine arrivano ogni tanto, la droga c’è tutti i giorni, per questo la battaglia per la legalità è molto dura. Molto contano allora le segnalazioni anche anonime dei cittadini quando questi vedono movimenti sospetti.