E’ scoppiato in lacrime dopo la lettura della sentenza che lo ha assolto con formula piena dall’accusa di peculato: per il maresciallo Raffaele Verna, ex comandante della stazione di Apiro e ora in servizio a Jesi, oggi pomeriggio si è chiusa una vicenda giudiziaria iniziata nel 2009. «E’ comprensibile la sua reazione, rischiava di perdere il suo lavoro con una condanna, bisogna viverci per tutti questi anni con quella paura» dice l’avvocato Andrea Natalini, difensore di Verna. Il legale aggiunge «Andavamo a mettere per strada una famiglia per cosa? Perché ha utilizzato una stanza della caserma (di Apiro, ndr) che era attigua al suo appartamento? L’uso della stanza era consentito e non ha recato alcun danno economico. Sì, qualche volta ci ha appoggiato un abito, o qualche bottiglia, ma era consentito. Per il reato di peculato bisogna individuare un danno economico, cosa che in questo processo non è stato fatto». Una seconda contestazione era relativa all’utilizzo della corrente elettrica della caserma: «abbiamo dimostrato che il consumo di energia era collegato a prese elettriche dell’alloggio di servizio e che le bollette le ha pagate il mio cliente». Il pm Enrico Riccioni aveva chiesto per Verna la condanna a 3 anni e sei mesi. Il tribunale di Macerata ha invece deciso per l’assoluzione «perché il fatto non sussiste».
(Gian. Gin.)
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Cero che è roba da chiodi. Tribunali e funzionari dello stato impegnati per sei anni a valutare se il fatto che un maresciallo dei Carabinieri avesse appoggiato oggetti propri in una stanza attigua agli alloggi personali, e avesse acceso la luce quando andava a metterli o a portarli via, avesse potuto costituire un peculato.
E immagino cosa per lui e la sua famiglia questi sei anni possano aver significato, con la prospettiva della perdita del lavoro. Si parla al vento, continuando a parlare del problema della magistratura, perché tanto, con le zucche che girano fra onestismi e grillismi e cretinismi vari, sta ahimé sulla luna l’unico rimedio possibile, e cioè la chiara collocazione dell’ordine giudiziario in una posizione di referenza e disciplinare e di carriera rispetto agli altri poteri dello Stato, e cioè l’esecutivo e il legislativo, quelli espressione diretta della sovranità popolare.
non bastano parole. se i fatti sono così come descritti, la vicenda è surreale e vergognosa.
solidarietà e felicitazioni per il maresciallo.
massimo disprezzo per l’operato di chi ha inscenato questa farsa.
il vero peculato è l’impiego di denaro pubblico di questo processo.
vergogna.
Ma per favore, ora incriminate chi ha perseguito questa farsa e disperso denaro pubblico inutilmente.