Tutto secondo programma. Laura Boldrini ha trascorso la Pasquetta a Recanati seguendo l’itinerario anticipato nei giorni scorsi (leggi l’articolo). Un lunedì dell’Angelo in compagnia della nipote, trascorso tra le bellezze della città leopardiana acquistando due Recanati pass, biglietto unico per Casa Leopardi e vari musei cittadini. La Boldrini, è stata accolta a Porta Nuova dal sindaco Francesco Fiordomo e dal vice sindaco Antonio Bravi. Poi si è diretta a piedi verso la piazzola del Sabato del Villaggio, passando per le vie del centro storico affollate di turisti. Nel pomeriggio la presidente della Camera è stata ricevuta a Casa Leopardi dal conte Vanni e la figlia, la contessa Olimpia. Un invito che le era stato rivolto durante l’incontro nel gennaio scorso a Montecitorio in occasione della proiezione del film di Mario Martone “Il Giovane Favoloso”. Tra gli argomenti trattati il restauro conservativo dei luoghi leopardiani per far riemergere i colori e le atmosfere dell’epoca così come li vedeva il Poeta.
La visita è proseguita nelle antiche sale del Palazzo dove è nato e cresciuto Giacomo e dove ancora oggi risiedono i discendenti. La contessa Olimpia Leopardi ha mostrato alla Boldrini, alcuni dei manoscritti custoditi dalla famiglia tra cui la “Storia dell’ Astronomia” alcune lettere di Giacomo alla sorella Paolina e al padre Monaldo e la scherzosa missiva anonima inviata alla marchesa Roberti meglio conosciuta come la lettera della “Befana”. Un emozionante viaggio nel pensiero di Giacomo brillantemente illustratodalla docente Fabiana Cacciapuoti, responsabile della sezione Carte Leopardiane della biblioteca nazionale di Napoli. «Ringrazio per l’accoglienza calorosa della famiglia Leopardi, – ha dichiarato la presidente della Camera Laura Boldrini- queste stanze sono abitate ancora da Giacomo e visitare questi spazi fa capire bene come abbia potuto innalzarsi tanto. Ha amato questa casa ma al tempo stesso l’ha voluta fortemente abbandonare, perché spinto da una forza di conoscenza che non gli permetteva di vivere in un piccolo mondo antico, si percepisce la sua capacita di andare oltre la siepe, oltre il limite e di essere un uomo contemporaneo. Una visita che mi ha colpito ancora una volta, soprattutto in quanto accompagnata dalla cortesia e dall’ospitalità della famiglia Leopardi».
«E’ stato un onore – ha dichiarato la contessa Olimpia – e un grandissimo piacere ricevere la presidente Boldrini. La sua visita denota, oltre ad un profondo interesse verso i luoghi della cultura e verso Giacomo in particolare, una viva attenzione nei confronti delle iniziative che la nostra famiglia da sempre porta avanti per una maggiore conoscenza del poeta e della sua opera». Il conte Vanni ha omaggiato la presidente della Camera con una piccola rara edizione de “ La Campagna”, fatta stampare dalla famiglia in occasione della nascita di Pierfrancesco Leopardi. A chiudere la visita al palazzo, la dedica della presidente nell’albo dei ricordi, che annovera tra le altre anche le firme di Giosué Carducci, Trilussa, del presidente Luigi Einaudi, Carlo d’Inghilterra e di tanti altri personaggi della storia e della poesia italiana che hanno voluto rendere omaggio a Giacomo Leopardi. A seguire la Boldrini ha visitato il Centro studi Leopardiani e il colle dell’Infinito fino all’orto dell’ex convento di Santo Stefano accompagnata dal presidente del Centro studi, Fabio Corvatta.
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continua a sognare…
Ma lo så chi era Giacomo Leopardi ?
Dedichiamo alla presidenta, che – ricordiamo – è stata eletta con il premio di maggioranza di una legge truffa, e comunque anche in questo caso solo con i resti, qualche verso del Poeta:
“…dov’è la forza antica,
Dove l’armi e il valore e la costanza?
Chi ti discinse il brando?
Chi ti tradì? qual arte o qual fatica
O qual tanta possanza
Valse a spogliarti il manto e l’auree bende?
Come cadesti o quando
Da tanta altezza in così basso loco?
Nessun pugna per te? non ti difende
Nessun de’ tuoi?”
(Leopardi, All’Italia)
Fa piacere sapere che anche la Boldrini è una chiaroveggente e “vede” ciò che “vedevo” io venti anni fa nelle “zone d’ombra” di Palazzo Leopardi. Per fortuna che abbiamo ancora Vanni e Olimpia Leopardi a mantenere alto il nome di Giacomo.
Povera stella, non si è accorta che ha reso omaggio al massimo misogino della storia della letteratura:
Ma tra noi l’altre tutte anco s’albergano,
Per divin fato, chè la donna è ’l massimo
Di tutti i mali che da Giove uscirono:
E quei n’ha peggio ch’altramente giudica.
Perchè, s’hai donna in casa, non ti credere
Nè sereno giammai nè lieto ed ilare
Tutto un giorno condur. Buon patto io reputo
Se puoi la fame da’ tuoi lari escludere,
Ospite rea, che gl’Immortali abborrono.
Se mai t’è data occasion di giubilo,
O che dal Ciel ti venga o pur da gli uomini,
Tanto adopra colei, che da contendere
Trova materia. Nè gli strani accogliere
Puoi volentier se alberghi questa vipera.
Più ch’ha titol di casta, e più t’insucida;
Chè men la guardi: ma si beffa e gongola
Del tuo caso il vicin; chè spesso incontraci
L’altrui dannar, la propria donna estollere.
Nè ci avveggiam che tutti una medesima
Sorte n’aggreva, e che la donna è ’l massimo
Di tutti i mali che da Giove uscirono.
Da Giove, il qual come infrangibil vincolo
Nel cinse al piè; tal che per donne a l’erebo
Molti ferendo e battagliando scesero.
no. leopardi non abita più in quella casa.
sennò manco ti faceva entrare.