di Marina Verdenelli
(foto di Guido Picchio)
«Chi non ha il controllo di se stesso non può essere pienamente responsabile di sé e degli altri. Non giudichiamo, non alimentiamo zizzania. Ciascuno guardi nel proprio cuore perché in futuro ci capiti sempre meno di sapere e non intervenire. Debora continuerà a vivere se noi l’aiuteremo». Nel giorno del funerale di Simone le parole sono anche per Debora Calamai, la mamma che lo ha ucciso con nove coltellate, la sera della vigilia di Natale (leggi l’articolo). A sottolineare l’altra faccia del dramma è stato don Antonio Napolioni, parroco di San Severino Vescovo (la parrocchia del papà di Simone), questa mattina, nella chiesa di San Domenico dove mille persone si sono ritrovate per l’ultimo saluto al bambino dagli occhi d’angelo. Un’amichetta non ha retto al dolore e dopo pochi minuti dall’arrivo della bara è svenuta tra le braccia della madre. Sdraiata a terra si è poi ripresa ed è stata accompagnata fuori.
Tra i mille volti anche quelli di due famiglie che nella tragedia si sono riunite per farsi forza a vicenda. Il papà del bambino, Enrico Forconi e la zia Valeria Forconi hanno abbracciato e baciato il padre e la sorella di Debora Calamai, Carlo e Tiziana, più volte durante la cerimonia e dove anche la psichiatra che aveva in cura la donna, Maria Grazia Pirani, si è fatta avanti per stringere le mani ai parenti della 38enne. «State vicini a Debora – ha detto Pirani – io l’ho conosciuta per poco tempo purtroppo».
Sulla bara di Simone, piena di fiori, un amichetto ha appoggiato un angioletto bianco. La zia paterna ha sistemato una foto del bambino dopo averla portata e stretta tra le braccia dall’obitorio fino in chiesa. Un compagno di classe della III^ E dell’istituto Tacchi-Venturi ha letto per tutti un ricordo per il 13enne. «Caro Simo – ha detto – eri il nostro eroe che sapeva sempre come farci felici. Ricorderemo i tuoi occhioni blu e i tuoi bellissimi disegni. Ora sei il nostro angioletto». Sotto l’altare è stato appeso un cartellone azzurro con scritti pensieri affettuosi per Simone da parte dei compagni di scuola. «Vogliamo pensare – ha scritto un amichetto – che ancora vivi e sorridi». Don Antonio ha iniziato la messa del funerale dicendo:«Che razza di Natale abbiamo vissuto? Non lo dimenticheremo mai. Quella notte il dramma è avvenuto tra due bambini, madre e figlio. Ora l’anima di Simone le toccherà il cuore. Genitori e figli sono fatti per capirsi ed amarsi nel tempo».
I sindaci del territorio hanno raccolto l’invito del primo cittadino di San Severino Cesare Martini a partecipare al funerale indossando il tricolore. C’erano Giuseppe Pazzanesi, sindaco di Tolentino, Gialuca Pasqui, sindaco di Camerino, Alessandro Delpriori, sindaco di Matelica, Luigi Monti di Pollenza, Ornella Formica di Colmurano e tanti altri insieme ai consiglieri di opposizione e maggioranza del Comune di San Severino. La scuola media che frequentava Somone e il Comune sono entrati in chiesa con i due gonfaloni listati a lutto. Un’applauso ha accolto la bara all’inizio della cerimonia e alla fine quando, in corteo, a piedi, il padre con i nonni paterni e la zia e tutti i presenti hanno seguito il carro funebre fino al cimitero dove il bambino è stato tumulato. Un corteo aperto con il volo in cielo di palloncini celesti. I parenti materni si sono intrattenuti in chiesa dove hanno ricevuto il conforto di don Antonio e di alcuni cittadini che si sono avvicinati per un abbraccio.
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Ora è troppo tardi per starle vicino, era una cosa da fare prima che compiesse questa atrocità. Povero cucciolo… Senza parole
r.i.p angioletto
Alla fine tutti sapevano…..una morte annunciata…..questo è triste !!
RIP
Questi fatti succedono perche’ in Italia la burocrazia la fa da padrone.
Continuando a non punire le donne assassine facendole passare per depresse, malate di mente e bla bla bla, a quante Franzoni andremo incontro in un futuro assai prossimo? E infatti le “Franzoni” aumentano a dismisura, giorno dopo giorno.
per far cessare questo strazio bisogna dire basta alla TV spettacolo su tragedie, femminicidi, infanticidi, morti e dolori varii.
l’effetto è devastante per le persone fragili, contagioso ed emulativo per quelle schizofreniche.
Condoglianze a tutti parenti.