di Monia Orazi
«Se vengono mi chiudo in casa e non esco». Ha 79 anni, è invalida e uno sfratto che la porterà via da una casa dove ha vissuto la sua vita. Commuove la vicenda di Teresa Germoni, cittadina settempedana. L’ 11 gennaio prossimo dovrà lasciare l’abitazione dove ha vissuto gli ultimi 36 anni. L’anziana ha ricevuto lo sfratto. Gli ultimi due anni è stata troppo “ricca”,stando all’Erap che le ha comunicato che se ne dovrà andare, superando il limite di reddito per avere diritto a restare in una casa popolare. Come previsto dalla legge è scattato lo sfratto, senza considerare tre decenni di vita vissuta, i ricordi, gli oggetti di una vita di un’anziana donna malata. Le carte e la legge questo non lo contemplano. «Perché devo andare in posti che non conosco – si chiede la donna – dove non ho amicizie ? Con chi parlerò? Qui ho vissuto gli ultimi due anni di vita di mio marito, qui ho cresciuto i miei figli, in camera ho i ricordi di quando erano piccoli». A fornirle un supporto in quella che l’anziana considera un’ingiustizia c’è il figlio Marco Chiariotti, conosciuto in paese per la sua attività di commerciante ambulante nei mercati della zona. «Mia madre soffre molto per questa situazione che si trascina ormai da un anno, esce di meno di casa, è molto preoccupata, mi fa male vederla così – dice Chiariotti – da dieci anni ormai cammina con i bastoni, prende quindici pasticche al giorno. Le è stato dato un mese di tempo per uscire, in questa casa ci sono i suoi valori, i suoi affetti. C’è Gianna la vicina di casa che saluta sempre, altri amici al piano di sotto». La 79enne abita al secondo piano di un’abitazione popolare in via Moro, senza ascensore, paga l’affitto massimo. «Mia madre ha sempre pagato puntualmente il canone – continua il figlio – si trova in questa situazione dopo che ha dichiarato tutto, senza furbizie e senza usare trucchi, senza inserire del nero o fare finta che qualcuno non abitasse qui. Le hanno alzato l’affitto tre anni fa a 250 euro, poi 370 l’anno scorso, 430 euro quest’anno per 60 metri. L’Erap non ci aveva avvertito che in caso di superamento del limite di reddito consentito poi sarebbe scattato lo sfratto». Chiarotti si è recato negli uffici di Macerata per chiedere di poter acquistare l’appartamento che la donna considera da sempre suo. Niente da fare, le leggi sono state applicate come previsto. La signora Germoni, assistita dall’avvocato Marco Massei, ha presentato ricorso, ma la normativa molto precisa non ha consentito di annullare il provvedimento. Contro questa decisione ci sono altri sei mesi per presentare appello, termine che non è stato rispettato dall’Erap, prima di inviare lo sfratto. La lettera di sfratto è arrivata a novembre nella cassetta della posta, scattata al terzo anno di lieve superamento della soglia Isee. Alla pensione sociale della donna (447 euro) si è aggiunto il reddito della figlia (che fa l’operaia), tornata a vivere con lei con un lavoro dipendente, e i risparmi messi da parte in tantissimi anni di lavoro durante i quali ha tirato su da sola i due figli. «Mia madre è stata considerata ricca, come se avesse dei capitali – prosegue Chiarotti – Era stata annunciata la possibilità che gli inquilini che risiedono da almeno sette anni in una casa popolare potessero acquistarla, ma nelle Marche questa normativa non è ancora stata recepita. Abbiamo parlato con il sindaco Martini, con il vicesindaco Felicioli, con l’assessore Muzio che hanno tentato di mediare con l’Erap, prendendo a cuore la situazione di mia madre». La speranza di Chiariotti è di riuscire ad acquistare l’abitazione in modo che sua madre possa vivere nelle stanze di sempre e finire lì la sua vita, cercando di trovare una soluzione prima che l’ufficiale giudiziario, tra qualche mese, torni a bussare alla porta dell’anziana. Anche il sindaco Cesare Martini, venuto a conoscenza dell’epilogo della vicenda, ha espresso la sua vicinanza alla signora Germoni. «Siamo solidali alla donna che, a quasi 80 anni viene invitata a lasciare il tetto sotto il quale vive da tempo ma il Comune, ancora una volta, è mero esecutore di disposizioni che arrivano, da altri. Condivido l’appello di Marco Chiarotti nei confronti della mamma. Me ne sono fatto portavoce, quel caso anche per me andava valutato e questo ho chiesto». Il primo cittadino esprime tutta la sua amarezza per «Una legislazione che non consente valutazioni caso per caso». «Personalmente, insieme all’assessore ai Servizi Sociali e vice sindaco Vincenzo Felicioli – continua Martini – ho tentato di intervenire e trovare una soluzione ma non c’è stato nulla da fare. Per la legge non conta tanto il reddito dell’anziana quanto quello del nucleo familiare. In queste ore ho raccolto anche la proposta di alcuni cittadini che si sono detti disponibili ad affittare una casa per cifre molto inferiori ma la signora Teresa vorrebbe restare lì dov’è perché è lì che da 36 anni vive, tra quelle quattro mura ha i suoi riferimenti, in quel palazzo le sue amicizie e, giustamente, da lì non vorrebbe muoversi».
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Questo è fascismo puro perchè è un provvedimento che va contro la dignità umana. Consiglio alla signora e ai suoi familiari di rimanere in quella casa e di non andarsene per nessun motivo e chiedo agli abitanti di San Severino solodarietà invece che indifferenza; se dovessero venire gli ufficiali giudiziari per mettere in atto lo sfratto voi abitanti di San Severino mettetevi davanti l’entrata della casa della signora e usate ogni mezzo per non farli entrare, ripeto ogni mezzo. Vi ricordate cosa hanno fatto i partigiani per noi durante l’occupazione nazista??c
io sono di San Severino e propongo di formare un gruppo di tantissime persone x fronteggiare questo ennesimo abuso degli enti. Il giorno dello sfratto ci troveremo davanti all’ingresso dell’abitazione e vediamo se questi deficienti riescono a entrare in casa della signora:@… magari poi per assegnare a qualche extracomunitario con 15 figli a seguito. se la giustizia oramai in questo paese è allo sbando… ce la faremo da soli! chi ha voglia di unirsi mi contatti.. più siamo più possibilità abbiamo di salvare la situazione.
Nessuno riesce ad affittare una stanza alla figlia giusto il tempo di trasferiere (fittiziamente??) la residenza.
Comunque sono stati poco furbi, e quelli poco furbi ci rimettono sempre…..
come se si chiedesse il permesso o la grazia a gesù cristo,non è dittatura questa?e poi chiedere il permesso a chi? a una burocrazia statale e a un esercito di delinquenti che campano e bivaccano sulla pelle degli umili?perchè hanno la fortuna che ci sono cittadini “poco furbi” come la signora? niente è più credibile ,non esiste più niente è ora di dire basta a tutte queste stronzate, la signora rimarrà a casa sua e finirà lì la sua vecchiaia perchè così deve essere.Andassero a micragnare da qualche altra parte.
La daranno a qualche extracomunitario con 5 o 6 figli più mogli che non pagherà i 100 euro di affitto al mese.
Che bel guadagno !
marchigiano europeo, i fascisti le case le davano agli italiani non le toglievano. Forse ti confondi con qualcun’altro che toglie le case agli italiani per darle agli extracomunitari.
W Francesco Maculi!
In questo momento storico, in Italia solo un sistema ci potrebbe salvare!
E basta parlate tutti , tanto per parlare!
Questo non è Diritto, è BUROCRAZIA da società russa ottocentesca; applicazione cieca, ottusa, disumana, dei regolamenti . Apprezzabile l’intervento del Sindaco Martini, che conclude ” e giustamente, da lì non vorrebbe muoversi, dove il ” giustamente” , dovrebbe significare, appunto, ” secondo diritto” . Fastidioso invece è sentire nelle sue parole, che la signora Teresa venga chiamata ” caso” , termine che dovrebbe sparire dal vocabolario di ogni amministratore pubblico. Primo perchè la signora non è “un caso”, è una persona, secondo, perchè non è certo imprevedibile che nello svolgersi della vita si arrivi alla vecchiaia, che va rispettata col cambiare le regole, no col pensare al caso singolo. Per essere solo un pò civili, basterebbe infatti escludere l’ appliccabilità della norma per i soggetti di età superiore ad anni X, in quanto a contare non dovrebbe essere il reddito personale o familiare, ma le condizioni che ci sono dietro quel reddito, come l’età, la salute fisica, tenuto conto dell’aspetto psicologico di subire uno sfratto a 79 anni , come a 70 o 65. Ma sapete che male fate, strappare un anziano dal calore della sua casa, dai ricordi contenuti in quelle mura domestiche, dalla quotidianità, dalle abitudini , dalla sicurezza che dà il sentirsi a casa propria ? Significa gravarlo di preoccupazioni che non dovrebbe avere; significa condannarlo ad un progressivo declino mentale e fisico. Potete dargli in cambio un albergo a 5 stelle o una villa, non compenseranno mai la perdita di casa sua.
E poi, manco a dire, che paghi una cifra irrisoria d’affitto: alla faccia degli alloggi popolari! 430 euro per 60 metri quadri ? La cosa che fa ulteriore rabbia, è che hanno riempito ogni angolo di cemento, ma la costruzione delle ultime case popolari risale, ecco giusto , a 40 anni fa. Una vergogna su tutti i fronti.
Inutile mostrarsi tutti tanto sensibili ai temi sociali, fare convegni su convegni , su bambini, anziani, genitori, famiglie, quando poi le persone vengono trattate come il sacchetto della differenziata da mettere fuori la porta.
L’erap ente inefficiente lamentano che esco su quotidiani ma questi dovrebbero essere cacciati via a calci nel sedere non fanno le dovute manutenzioni, in appartamenti di 100 metrii quadri vive una sola persona e in abitazioni di 60 metri quadri vivono in sei e loro mica importa ,che controllino gli extra comunitari che hanno appartamenti nei lo luoghi di origine e che non dichiarano in questo famoso isee del cavolo e che controllino quanti conviventi ci sono nelle case popolari che non vengono dichiarati dai inquilini affittuari pagando non il dovuto ,lamentano che non hanno soldi palazzi di circa 50 anni fa non hanno un minimo di manutenzione non li vendono e non fanno le dovute manutenzioni ,adesso non cii sono i soldi ma quanto ci stavano cosa ne hanno fatto ,solidarietà alla signora e che non abbandoni in alcun modo la casa .chi di dovere controllasse l’erap ………….