La delegazione di commercianti al dettaglio di prodotti ittici riuniti questa mattina a Palazzo Sforza
di Laura Boccanera
Una delibera di giunta concede la licenza di vendere pesce ambulante ai motopescherecci due giorni alla settimana: i commercianti, però, insorgono. Questa mattina una delegazione d’esercenti al dettaglio nel settore ittico hanno incontrato il sindaco Corvatta per gli effetti di una delibera approvata un paio di giorni fa e che produrrebbe a loro avviso una “concorrenza sleale”.
Ad insorgere circa 13 attività con sede nei pressi dell’area portuale per un totale di una cinquantina di addetti. Il nocciolo della questione risiede nella possibilità concessa a privati titolari di motopescherecci di vendere il prodotto ittico in modo ambulante il martedì e il venerdì su Largo donatori di sangue.
I portavoce della protesta lamentano che l’adozione della delibera produrrebbe due pesi e due misure: “Il commercio ambulante di prodotti ittici da anni non può essere esercitato nello spazio che va dal porto alla Statale e i motopescherecci, sia per legge regionale che comunitaria, possono già effettuare la vendita diretta del pescato direttamente sopra la barca e fino a 100 chili. E’ concorrenza sleale perché in zona porto i costi di distribuzione e gestione per gli stessi sono pari a zero non dovendo acquistare il prodotto e non usando personale esterno”.
Ma la questione è anche etica secondo gli esercenti: “Noi operatori con attività al dettaglio a posto fisso al centro della città abbiamo dipendenti a libro paga che in una situazione già critica sono a rischio licenziamento, l’unico modo per abbattere i costi. Chiediamo che la delibera venga revocata immediatamente”. Prende tempo il sindaco Corvatta: “Abbiamo cercato di limitare le giornate solo al martedì e al venerdì, vedremo come poter migliorare il provvedimento”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
corvatta dimettiti
QUando la fame morde, occorre accorciare la filiera per poter assicurare una porzione di prodotto a tutti. È la crisi bellezza……..
Ma se a Civitanova i negozi di pesce non servono i quanto la gente può comperare il pesce al porto con chi ce la vogliamo prendere? O forse ai comuni servono esercizi commerciali da poter spennare con IMU, TASI, TARES, IRPEF, IRAP? Certo, una nuova attività significa un nuovo contatore ENEL, una nuova linea telefonica, nuovi arredamenti,linee del gas, computer, televisore, allacci idrici che alzano il PIL , ( è la stessa ragione per la quale i governi cercano sempre di far uscire i figli di casa prima possibile, i famosi bamboccioni), ma penso che ormai sia ora di finirla con questi giochi di prestigio. Quel mondo da sogno è finito e bisogna rimettere i piedi nel mondo vero. Se le cose servono si fanno, se non servono non si fanno.
Guerra tra poveri
Si parla solo quando viene toccato il proprio orticello. Corvatta lo sa e per questo un poco alla volta ve manna dIscorrenne da soli. Ne ha già rovinati TANTI con l’appoggio della giunta e i consiglieri di maggioranza che può stare a pensare alle vostre lagnanze. E ‘DA UN BEL PEZZO CHE LA POLITICA DI CORVATTA è SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI E SE NON AVETE ANCORA CAPITO CHE A QUESTO PUNTO E MEGLIO PREVENIRE CHE CURARE QUANDO NON CI SARA’ PIU’ NIENTE DA CURARE, LASCIATE PERDERE E CHIUDETE LE ATTIVITA’ COMMERCIALI PRIMA CHE DIVENTINO SOLO SERBATOI DI TASSE. E INTANTO CON LA SCUSA DELLA CRISI SI FA PUBBLICITA’ ACCORCIANDO LA FILIERA DEGLI ACQUISTI. PRIMA MASSACRA CIVITANOVA E POI CERCA DI FARSI PERDONARE CON UN ALTRO INGANNO.