Striscioni, coreografie e sfottò
Settanta agenti blindano il derby

CIVITANOVESE-MACERATESE SUGLI SPALTI - Il sospetto caso d'ebola e l'emigrazione della Lube tra i temi sviscerati dalle curve di pesciaroli e pistacoppi. Colori e cori, qualche tentativo di contatto all'esterno. Due giovani accompagnati in commissariato

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Lo striscione con su scritto “Operazione mare nostrum” degli ospiti

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Fumogeni degli ultrà rossoblù all’ingresso delle squadre

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Il cordone di poliziotti evita contatti

di Claudio Romanucci

(foto-servizio di Lucrezia Benfatto)

Settanta uomini delle forze dell’ordine sono bastati a garantire l’ordine in un derby caratterizzato da sfottò, striscioni ironici e qualche schermaglia fuori dai cancelli. Nel complesso la rete di controllo predisposta dalla questura ha retto. I circa 700 sostenitori biancorossi (652 il dato ufficiale dei biglietti venduti per il settore ospite) sono arrivati al Polisportivo 40 minuti prima del fischio d’inizio. Qualche coro nel piazzale poi tutti dentro nello spazio a loro riservato in tribuna. Per loro la partita ha riservato la gioia che aspettavano: Civitanovese 1 – Maceratese 2 il risultato finale (leggi la cronaca).

All’ingresso delle due squadre, la curva nord di casa ha proposto un colpo d’occhio colorato, con fumogeni e bandiere al vento, mentre dalla parte opposta spazio a bandierine bianche e rosse. Nel primo tempo, in campo che sugli spalti, s’è visto molto: il vantaggio momentaneo della Civitanovese dal dischetto è stato accolto  con un’ovazione dal pubblico di casa (circa 2.500 gli spettatori totali), speranzoso d’arrestare l’avanzata della sorpresa della D.

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Lo striscone dei tifosi della Maceratese…

Una parentesi doverosa sugli striscioni: gli ospiti hanno puntato sul tema d’attualità del sospetto caso di ebola, con un “Dopo la Lube pure l’ebola”;  i “cugini” hanno risposto immediatamente facendo notare che si trattava di “malaria”. Dalle malattie allo sport: spicca sulla sponda di casa un “Ma quale calcio, ma quale pallavolo, ve rimane solo jocà a ruzzola a Petriolo”. Passano i minuti, la Maceratese impatta e allunga con l’infortunio di Agresta: l’operazione “Mare nostrum” annunciata su un drappo inizia a prendere forma. Il pubblico di casa non si perde d’animo: ad inizio ripresa la gremita gradinata dei tifosi civitanovesi spolvera una seconda coreografia: bandierine rosse e blu esposte al vento ed agitate fino alla fine. Ancora in bella mostra, sui due fronti, bandiera a due aste con il pulcino pio spacciato per “pistacoppo” e un “Citi solo San Marone e Fontespina, ma al mare arrivi massimo da Santina”.

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…La risposta dei “cugini”

Gli animi si riscaldano, il tentativo d’assedio finale non sortisce gli effetti sperati e la Rata si mette in tasca sfida, primato e punteggio pieno. Quando il megafono annuncia la decisione dell’uscita dallo stadio dei tifosi biancorossi prima di quelli casalinghi in pubblico locale inizia a rumoreggiare. Dall’altra parte la promessa d’uscire “a mezzanotte” si tramuta in mezz’ora dopo l’intervento della polizia, mentre gli ultrà di casa provano a stringere i tempi e a forzare il cancello d’uscita spingendo.

La carovana maceratese riprende la via d’uscita alle 17.10. Qualche tentativo di contatto nell’antistadio s’è tramutato con il controllo da parte della polizia di un paio di persone, poi accompagnate in commissariato.

 

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Sciarpata della curva Just in trasferta

 

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La festa finale dei giocatori sotto il settore ospiti

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L’arrivo dei tifosi biancorossi allo stadio

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