Spesse pazze e sprechi in consiglio regionale. La Procura di Ancona farà una valutazione complessiva degli atti dell’inchiesta per peculato sulle spese dei singoli componenti e dei gruppi del Consiglio regionale delle Marche, che riguarda gli anni dal 2008 al 2012. E’ quanto trapela dopo la richiesta di proroga di sei mesi del troncone di indagine relativo al 2012. Gli inquirenti punterebbero a chiudere l’inchiesta, già completata per gli anni dal 2008 al 2011, entro qualche mese, per tutte le annualità insieme. L’elenco degli indagati è probabilmente più ampio e potrebbe mutare, con l’uscita di scena di alcuni nomi.
Sull’indagine che vede 47 persone indagate (leggi l’articolo), tra cui il governatore Gian Mario Spacca, interviene il senatore Mario Morgoni. Che chiede alla procura di Ancona di “fare presto”. “Da mesi ormai ci sono voci su questa indagine ed oggi si apprende che i magistrati inquirenti abbiano chiesto al gip una proroga di sei mesi per la conclusione delle indagini – dice Morgoni –. Direi che è del tutto superfluo ribadire fiducia nella magistratura e nel suo lavoro a tutela del rispetto della legge e delle regole della convivenza. Mi pare invece necessario rivolgere l’attenzione al fatto che l’indagine riguarda tutta, o quasi, la classe dei rappresentanti eletti in Regione, da destra a sinistra. In queste condizioni, e in un momento in cui la politica gode di scarsissima fiducia nell’opinione pubblica troviamo un’intera classe dirigente indagata, su cui grava il sospetto di un uso scorretto di denaro pubblico. Per evitare che vi sia una delegittimazione generalizzata e indistinta di tutta la politica c’è solo un modo: fare presto. Occorre riservare una tempistica accelerata a queste indagini, poiché solo un rapido accertamento dei fatti può garantire il diritto dei cittadini di conoscere se e quali tra i propri rappresentanti si siano macchiati di reati e il diritto di chi svolge onestamente una funzione pubblica a non essere gravato da un ingiusto marchio di infamia”. Su quest’ultimo punto, Morgoni si rivolge ai magistrati, chiedendo loro di “tenere nella debita considerazione il fatto che in una inchiesta come questa è in gioco, non solo la ricerca della verità, ma anche la salvaguardia di quel rapporto di fiducia che prima di ogni patto giuridico, fonda il rapporto tra eletti ed elettori, cittadini ed istituzioni. Sono convinto che il valore di questo patrimonio pubblico motivi ampiamente l’attribuzione di una corsia preferenziale a tale indagine”.
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Ormai solo la Magistrature, le Forze dell’Ordine e le Forze Armate possono difendere la democrazia e il convivere civile. Occorre chiedere che le leggi diventino repressive al punto che il solo pensiero di farsi corrompere, terrorizzi i politici e gli amministratori.
Altrimenti altre potrebbero essere le vie da battere. D’altra parte cosa hanno da perdere i disoccupati, gli sfruttati, i poveri endemici?
A Corridonia sono 1.400 i possessori di armi. Qualcuno ha una pistola, qualche altro ha parecchie armi, fino a 13 tra fucili e pistole. Si pensa che a Corridonia ci siano dalle 5 mila alle 10 mila armi di diverso tipo, senza contare quelle non denunciate e i vecchi mitra della lotta partigiana
E’ necessario non arrivare alle estreme conseguenze, pensando – i politici- solo a passare la nottata.
Questa nottata non passerà. Quindi i politici si rimettano in etica e abbandonino i puzzoni. Anzi, li denunciano. Invece, Renzi ha fatto risuscitare un cadavere, che neanche Gesù Cristo ci sarebbe riuscito.
Caro senatore Morgoni, state attenti, che la corda si è già spezzata e non saranno gli 85 euro dati ad alcuni a calmare tutti gli altri. Comunque, congratulazioni per la sua lotta.
Morgoni si deve dare una calmata?
In questi anni abbiamo assistito a dei soprusi della classe politica di destra e di sinistra impressionanti.La gente è sfiduciata perché nonostante le parole dei capi partito gli scandali continuano a ripetizione in tutti i settori.
La Magistratura fa bene ad intervenire e se chiede come in questo caso una proroga delle indagini come la legge prevede avrà i suoi motivi.Non è che una indagine si deve chiudere solo perché qualcuno è preoccupato in quanto si avvicinano le elezioni regionali e teme di non essere ricandidato. La legge è uguale per tutti.In altri paesi europei si sono dimessi per molto meno deputati e ministri.
Invito Ulisse Marini a leggere la mia nota perché dal suo commento e’ evidente che non l’ ha letta oppure che mi vuole attribuire idee del tutto lontane dal mio pensiero .
il cittadino ha diritto di scegliere il candidato da eleggere e non autoeleggersi , facciamo presto a capire chi deve amministrare la cosa pubblica , che i nostri soldi finiscono in tasche sbagliate e noi paghiamo sempre di più la corda si spezza la spesa è pazza i soldi vengono sprecati per tasche sbagliate. sono 30 anni che i partiti si sono impossesati dei soldi pubblici e che fine abbiamo fatto? chi vuole capire si distingua.