di Claudio Ricci
Nessun aumento delle tasse per l’università di Macerata. La riforma annunciata dagli uffici tecnici al consiglio degli studenti lo scorso 27 giugno (leggi l’articolo) e tanto contestata dalle rappresentanze studentesche non si farà; perlomeno non per l’anno 2014-2015 . Ad annunciarlo è lo stesso ateneo con un comunicato inviato nel pomeriggio di oggi. Una decisione ponderata, che gli uffici tecnici e il rettore, Luigi Lacchè, hanno maturato in seguito alle insofferenze mostrate dall’ambiente studentesco e riprese poi dalla polemica mossa dalla deputata fanese di Sel Lara Ricciatti (leggi l’articolo), su cui lo stesso Lacchè era intervenuto per fugare dubbi in merito al presunto aumento delle tasse (leggi l’articolo).
«Coniugare merito e condizioni economiche: sarà questo il principio ispiratore della riformulazione del sistema contributivo – si legge nella nota – che l’Università di Macerata vuole approfondire nei prossimi mesi in stretta sinergia con l’Ersu e con tutti i soggetti interessati e che, dunque, non potrà essere attuata prima dell’anno accademico 2015/2016».
Le critiche mosse dai rappresentanti degli studenti riguardavano la mancata tempestività della comunicazione della riforma, giunta poco prima del consiglio che ne doveva prendere atto e valutarla e la riduzione delle fasce Isee negli scaglioni di reddito previsti per l’accesso alle borse di studio. Un provvedimento articolato, quello elaborato dagli uffici tecnici, che necessitava di un approfondimento da parte di tutte le componenti in causa al fine di produrre, qualora ce ne fosse stato bisogno, critiche costruttive al fine di giungere ad un riforma ispirata in tutti i suoi punti dall’articolo 34. Ecco perchè l’Università ha deciso di prorogare di un anno il termine per avviare la riforma, tenendo sempre ben chiaro la norma che sancisce il diritto allo studio e che proprio quest’anno è al centro della campagna iscrizioni dell’ateneo (leggi l’articolo)«L’obiettivo è quello di rispondere sempre meglio – continua il comunicato – al principio costituzionale secondo cui “i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. L’importo massimo delle tasse, il più basso delle Marche, rimarrà invariato, ma saranno studiati nuovi parametri, che non riguarderanno chi si iscrive quest’anno, in modo da valorizzare l’impegno degli studenti provenienti dalle famiglie meno abbienti.
Insomma sembra esserci un grande malinteso, alla base dell’animata discussione che ha coninvolto rappresentanti degli studenti da una parte e rettore e uffici d’ateneo dall’altra. Entrambe le parti erano infatti protese nei loro interventi a tutelare il diritto allo studio per i più meritevoli con particolare riguardo alle fasce di reddito più basse. Un rimpallo scottante, che oggi si intiepidisce sensibilmente con il comunicato diffuso dall’università, nel quale si sancisce un anno di tempo in più per ragionare sulla riforma e sulle modalità migliori per applicarla, avviando una lunga fase di trattativa da condurre con calma e riflessione magari dopo le elezioni dei rappresentanti universitari in programma a novembre. «L’ipotesi di ridistribuire gli investimenti sul diritto allo studio a favore delle fasce di reddito più basse, discussa con il Consiglio degli studenti, non è stata condivisa da tutti i rappresentanti di quest’ultimo, sebbene l’amministrazione sia stata disponibile a valutare altre formulazioni, a saldo invariato, tanto che si è deciso di approfondire ulteriormente il ragionamento su questi criteri. La proposta unitaria presentata dalle liste studentesche non è stata accettata perché, secondo i calcoli, comportava un aumento dell’importo massimo delle tasse, che l’Ateneo non vuole attuare e che si sarebbe ripercosso anche sulle fasce medie oltre i 25 mila euro di Isee. La rimodulazione del sistema contributivo allo studio dell’Università di Macerata non comporterebbe, invece, nessun aumento delle tasse, ma solo una redistribuzione di quanto investito sul diritto allo studio a favore dei più bisognosi e meritevoli.
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Beh fate una cosa semplice: “abbassatele”.