La risposta alla replica della presidente della Pars Nicoletta Capriotti (leggi l’articolo).
di Giuseppe Bommarito e Gaetano Angeletti *
Nessuna insinuazione da parte nostra nel precedente articolo, né presunti atteggiamenti da super censori, ma solo il racconto di un fatto e di un antefatto ed alcune considerazioni soggettive delle quali ci assumiamo pienamente la responsabilità (leggi). Partiamo dall’antefatto: nelle settimane scorse è arrivata a diverse autorità regionali, al Dipartimento dipendenze patologiche Area vasta 3 ed anche alle nostre associazioni una lettera anonima che evidenziava diverse criticità a proposito delle modalità di gestione dei ragazzi tossicodipendenti nelle comunità terapeutiche gestite dalla Pars.
Le criticità sottolineate erano peraltro simili a lamentele dello stesso tenore da tempo pervenute anche allo stesso Dipartimento, come riteniamo potrà tranquillamente confermare il dottor Gianni Giuli, responsabile del Dipartimento stesso. Ecco il motivo – e qui veniamo al fatto – per cui il Dipartimento, almeno per quanto ci è dato di capire, ha deciso di procedere ad un’ispezione in una delle sedi gestite a Corridonia dalla Pars. E si tratta sicuramente di un fatto nuovo, essendo al di fuori di ogni dubbio la prima ispezione (dopo l’accreditamento con la Regione Marche) nella nostra provincia, e forse anche a livello regionale, finalizzata a riscontrare la sussistenza in una comunità terapeutica dei parametri qualitativi e quantitativi previsti dalla convenzione in essere con l’Asur: la presenza e la professionalità del personale, le prestazioni sanitarie, sociali ed educative erogate, le caratteristiche delle strutture, il vitto e l’alloggio. L’esito di tale accesso non è stato ancora reso pubblico, tanto che noi abbiamo sollecitato e qui torniamo a sollecitare ulteriormente il Dipartimento a renderlo noto alla cittadinanza. Così come abbiamo sollecitato il Dipartimento a procedere ad ispezioni anche in altre comunità terapeutiche accreditate. Nessuno ha parlato di arricchimenti, se non in termini generali e non riferiti alla Pars. Quanto al resto, esprimendo questa volta delle opinioni, abbiamo detto, e qui lo ribadiamo: in primo luogo che troviamo assurda, ed anche in contrasto con il principio costituzionale della libertà di cura, la politica dell’Asur regionale di impedire invii di ragazzi tossicodipendenti in comunità extraregionali; in secondo luogo che a nostro avviso sarebbe preferibile inviare i ragazzi bisognosi di ricoveri in comunità terapeutiche fuori regione, proprio per la necessità che essi hanno di distaccarsi dal proprio ambiente di riferimento; terzo che è incomprensibile il motivo per cui a volte da parte del Dipartimento non si proceda ad invii di ragazzi in comunità con la motivazione che non ci sono più fondi disponibili, trascurando la possibilità di rivolgersi a comunità, come San Patrignano, che non chiedono rette e non chiedono soldi alle famiglie.
* Gaetano Angeletti, presidente dell’associazione La Rondinella, Giuseppe Bommarito, presidente dell’associazione Con Nicola, oltre il deserto dell’indifferenza
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“Una lettera anonima”……. ” ci è dato di capire”, I Fatti sono questi? Pubblicate riscontri seri ed evidenti per favore!!
Vista la conformazione della Pars, regolare o no, se si deve fare un controllo va fatto nella sua interezza. Quindi oltre all’Asur, Guardia di Finanza e Ispettorato del Lavoro che dovrebbero agire in simbiosi.Solo così si ottengono risultati utili a dimostrare la buona o la cattiva conduzione.
Purtoppo conosco molti ragazzi passati per la pars,molti dei quali (non tutti) usciti dal mondo della droga.nonostante questo i loro commenti sulla struttura mi hanno lasciato a dir poco allibito riguardo la “gestione”….ho sentito di maltrattamenti,reclusioni forzate quando magari qualcuno decideva di abbandonare….mi hanno detto che mangiavano regolarmente alimenti scaduti (alimenti che alla pars venivano donati da altre associazioni).Un’altro episodio:un po’ di tempo fa’ caricando un ragazzo che faceva l’autostop questo mi disse che aveva appena abbandonato la pars,per tornare a casa.bhe’ prima che gli concedessero di uscire era dovuto fuggire per 2 volte di notte dalla comunita’,perche’ gli operatori si rifiutavano di restituirgli i documenti e mandarlo a casa.quando alla fine è riuscito ad andarsene,questi “signori” si sono tenuti i suoi soldi,e lo hanno lasciato alla stazione di mc senza nulla,soldi e cibo.Vi dico solo che in qualche modo doveva arrivare in lombardia….l’ho portato a civitanova e gli ho pagato il biglietto (soldi che poi mi ha restituito tramite ricarica su poste pay).questo mi ha fatto molto pensare.Secondo me la tossicopendenza crea un grande mercato e la pars non è altro che un’industria,un’industria che deve fatturare il piu’ possibile.LA SALUTE DEI LORO PAZIENTI E’ SECONDARIA,L’IMPORTANTE E’ FARE CASSA
condivido pienamente quello che scrivono Angeletti e Bommarito.
Bene. Tutto può essere, non metto limiti alla umana cattiveria (anche se si ha a che fare con soggetti decisamente “difficili”), ma RIPETO, ci sono prove più concrete rispetto alla “lettera anonima” o al “ci è dato di capire”? Se non erro il Sig. Bommarito è anche Avvocato e sarà quindi avvezzo a certificare reati e omissioni attraverso prove sostenibili. Per quello che riporta Castick (e mi riallaccio con ciò che ho appena scritto), è possibile che il ragazzo o i suoi genitori abbiano denunciato l’accaduto? Penso che se è vero che un figlio possa subire soprusi di quel genere, i genitori, come minimo, possano chiedere giustizia (io lo farei immediatamente). Quindi, come lui anche altri potrebbero avere denunciato la struttura e queste denunce potrebbero sostenere meglio le tesi accusatorie. Per il resto sono sempre più convinto che “le chiacchiere fa li pedòcchi”.
in merito alla risposta dell’avv. Bommarito ed Angeletti alla Presidente del Pars, Nicoletta Capriotti, mi permetto di significare, pur nella complessità della gestione della materia per il recupero dei Tossicodipendenti, che gli stessi hanno espresso delle semplici considerazioni, addirittura ovvie, che l’organo pubblico, l’ASUR regionale, che peraltro finanzia con soldi pubblici, con convenzione esterna per il recupero dei ragazzi soggetti a tali patologie con la Pars di Corridonia, deve attuare tutti i controlli e la verifiche di ogni elemento che possa portare alla assoluta trasparenza nel percorso riabilitativo delle persone tossicodipendenti, senza se e senza ma. Come sempre un grazie per il vostro lavoro.
chiacchiere un corno,quando 10 persone diverse ti dicono tutte la stessa cosa,ad esempio che mangiavano continuamente alimente scaduti……un fondo di verita’ ci sara’ pure.e non tutti hanno la possibilita’ di denunciare,visto che per alcuni la comunita’ è l’unica alternativa alla galera…..chi vuol capire capisca.
Sig. Castick, sono molto sensibile al problema dipendenze e mi preoccupo molto quando leggo certe notizie. Le sue parole e l’esempio che riporta, mi fanno pensare di suggerirle di mettersi in contatto con l’associazione “La Rondinella”. Potrebbe essere di grande aiuto. Saluti
Rosa canina cosa vuole dire?non ho ben capito……..
@Castick: potrebbe contattare l’Ass. la Rondinella…