di Marco Cencioni
Un intero territorio si è fermato questa mattina per dare l’ultimo saluto alla piccola Valentina Pazzaglia, la bambina di 13 anni di Colmurano, scomparsa mercoledì dopo aver lottato per tre lunghi anni contro una terribile malattia (leggi l’articolo). Centinaia e centinaia di persone, provenienti da tutti i paesi limitrofi, hanno affollato la chiesa parrocchiale di San Donato, in centro a Colmurano, per stringersi attorno al dolore dei genitori Amos e Giuseppina. Un dolore umano, lacrime impossibili da trattenere, ma allo stesso tempo una festa. Sì una festa. Perché è questo quello che avrebbe voluto Valentina, desiderio emerso da tutte le testimonianze che hanno voluto ricordare quella bambina forte e coraggiosa, che non ha mai versato una lacrima, ma che ha sempre lottato con il sorriso sulle labbra.
Amos e Giuseppina, i genitori di Valentina, all’uscita dalla chiesa
“Voglio ringraziare tutti voi. Siete tantissimi oggi a partecipare a quella festa che non le abbiamo potuto mai fare, sono convinta che lei avrebbe voluto che oggi fosse un giorno gioioso – dice con fermezza la mamma Giuseppina, al termine della funzione – Posso solo dire che era la numero uno, «come te non c’è nessuno» le dicevo per fare la rima. Era la numero uno perché non ha mai versato una lacrima dall’inizio alla fine, ha sempre accettato tutto. Ha condotto una battaglia di tre anni ed è sempre andata avanti, nonostante la sofferenza, con dignità e proprio questo le ha permesso di vivere così a lungo, quando la maggioranza delle persone che hanno sofferto di questo male ce l’ha fatta solo per sette mesi. Ha avuto delle apparizioni, sono sicura che Gesù e la Madonna hanno preso la sua mano e quando ci ha lasciato l’ha fatto con il sorriso sulle labbra. Era tranquilla e quindi noi siamo sereni. Sarà sempre con noi e quando ha visto la Madonnina era contenta – conclude la mamma Giuseppina -, lo sono anche io perché nessuno di noi ha avuto questa fortuna, senza Valentina non avremmo mai avuto la certezza di questa cosa. Ora sono convinta che la vera vita è quella che sta vivendo lei in questo momento”.
“Non sono io che ho scelto Valentina ma è lei che ha scelto me oggi per parlare con voi – dice Padre Massimo Giustozzo, il Priore della Basilica di San Nicola che ha officiato la cerimonia – So quello che devo dire perche Vale me l’ha detto, devo annunciare il vangelo, devo dire che Gesù ha vinto la morte e che Vale gode di questa vittoria. Per alcuni il purgatorio avviene dopo la morte, per lei è avvenuto prima, adesso indossa un vestito bianco e ha un ramoscello d’ulivo in mano mentre loda il Signore”.
Il concetto che l’ultimo saluto a Valentina deve essere una festa era già stato espresso con forza dal Priore, che ha vissuto a stretto contatto con la piccola. ”Era una bambina che aveva forza e coraggio da vendere. Era dotata di uno spiccato quanto intelligente senso dell’umore, proprio perché la fede si sposa con tutte le qualità della vita più belle. Mi ha fatto il gesto delle corna, quando non aveva più la forza di parlare e non riusciva a muoversi, per rispondere al mio modo di prenderla in giro per il fatto che io sono interista e lei juventina. Aveva il dono della sapienza, metteva in riga gli adulti, perché aveva una parola che veniva dal cielo e la comunicava a tutti noi: se crediamo alle parole di Valentina capirete che il funerale deve essere una festa – sottolinea il sacerdote – No, non vi sto scandalizzando, sto dicendo ciò che Valentina ha detto a tutti noi negli ultimi giorni. Non è uscita una lacrima dai suoi occhi, ha evangelizzato la nostra vita, elevandola dalla mediocrità. Non riusciamo di fronte alla morte a fare il passaggio della fede, Valentina è morta vivendo. Come dice San Agostino è stata una morte vitale, perché il Signore aveva qualcosa di particolare in mente per lei, aveva seminato tramite Valentina il suo verbo che serve al suo popolo, a questa comunità di Colmurano, così colpita da questo lutto. Valentina era una bambina veramente cattolica, era timorata di Dio ma sapeva godersi la vita e non era bigotta – conclude Padre Massimo – essere cristiani è bello e ce lo doveva ricordare una bambina, grazie genitori che l’avete offerta come Dio ve la data”.
Dopo la funzione, in tanti sono voluti intervenire per ricordare la bambina. Quello che ha passato, come lo ha vissuto, il grande insegnamento che ha dato a tutti, la grande fede e l’immenso coraggio con cui ha affrontato la malattia e gli ultimi istanti della vita.
“Qui non si piange mi hai detto, quando ti sono venuta a trovare – dice un’amica dei genitori di Valentina – facendomi subito rendere conto della profondità del tuo insegnamento. Ti ho sentito che dicevi «Sento la Madonnina nel mio cuoricino, la sento sempre vicina a me, non mi lascia mai e sono tanto contenta». Grazie per averci stravolto la mente e averci dato l’onore di volerti bene”. “Solo le persone speciali interpretano la vita come te – afferma un’altra amica di famiglia – A 13 anni hai dato a tutti una lezione e cioè che la vita va vissuta a pieno sino in fondo, senza mai tirarsi indietro. Il dolore va affrontato con il sorriso sulle labbra, con dignità e coraggio. Continua a proteggerci da lassù, dona un pizzico della tua serenità a tutti noi per riuscire ad andare avanti”.
“Vale era speciale ed è andata via con un sorriso – dice con la voce rotta dalla lacrime una coetanea della piccola che indossa, così come i suoi compagni di classe, una maglietta bianca con la scritta “Ciao Vale” e il disegno di una farfalla – Lei vorrebbe che tutti noi non piangessimo. Aveva un suo motto: “Paint your life”. In inglese significa colora la tua vita: voleva dirci di non essere tristi e speriamo che ci protegga sempre”.
“Mi hanno chiesto di raccogliere sentimenti, parole ed emozioni di tutti coloro che nella scuola hanno avuto fortuna di incontrare Vale – afferma una dirigente dell’istituto comprensivo di Colmurano – Aveva un talento artistico fuori dal comune e i tanti riconoscimenti ottenuti erano tutti meritati. Ricordiamo oggi la sua forza. Ce l’ha messa tutta per sconfiggere la malattia e mercoledì ha vinto dicendo ai suoi genitori di lasciarla andare dopo una grande abbraccio. Sanava i conflitti quando i compagni litigavano, amava gli altri e la conoscenza. Nei compiti scolastici era attenta ai particolari, sapeva cogliere gli aspetti più profondi dell’ambiente e dei compagni. Ricordiamo la sua gioia scherzosa, le sue battute intelligenti. Quando le ho fatto i complimenti per la pelle liscia e vellutata che aveva, sapeva rispondere: «il mio viso è come un palloncino gonfio, quando smetto il cortisone si sgonfierà». Dolce Vale, il tuo palloncino è volato in cielo vicino al sole e ci sorride. Un giorno anche noi saremo accanto a te, palloncini aggrappati su un unico filo insieme, giocheremo con le biglie di vetro e mangeremo le meringhe. Grazie di tutto, artefice di meraviglie, seguiremo sempre la tua luce.” E proprio i palloncini bianchi che volano in cielo hanno salutato l’uscita della bara dalla chiesa. Valentina, oggi, ama ancor di più tutti quelli che l’hanno conosciuta, ma anche chi, come chi scrive, non ha avuto questa fortuna. Ha insegnato come affrontare le difficoltà, come sia semplice vivere, o morire, scegliendo il coraggio.
(foto di Guido Picchio e Mario Lambertucci)
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R.i.p angioletto. ….
Dolore troppo grande!
R.I.P piccolo angelo,
Non ti conoscevo ma da come scrivono di te sono sicura che eri davvero speciale!! Riposa in pace piccolo angelo!!
Grande Vale! nn ti conosco ma so che quello che dicono di te è tutto vero…sicuramente c è ancora di più..vola Angelo.
amore e luce grande anima
È davvero un grande dolore…
Io sinceramente credo, leggendo gli articoli che sono usciti in questi giorni così drammatici e dolorosi, che Valentina sia stata una bambina veramente eccezionale.
Dai ricordi, dai racconti, dalle descrizioni di chi l’ha conosciuta, anche e soprattutto negli anni difficili della malattia, emerge la figura di una persona giovanissima, ma tuttavia maestra di fede, di coraggio, di dignità, di saggezza, già in grado, a poco più di dieci anni, di comprendere perfettamente il senso della vita e il senso della morte, di lenire il dolore e la disperazione dei suoi bravissimi genitori, di sorridere ai suoi compagni di classe, di affrontare a viso aperto e senza paura il salto verso il mistero che tutti ci attende alla conclusione di questa vita terrena.
Una possente e formidabile lezione di vita da parte di una ragazzina che sembrava uno scricciolo, un insegnamento prezioso che ci dovrà far riflettere a lungo sui valori che contano veramente nella nostra fragile esistenza, tutti i giorni appesa ad un filo. E la conferma che a volte abbiamo accanto a noi delle persone straordinarie, il cui valore comprendiamo appieno solo quando è troppo tardi.
Un grande, grandissimo, abbraccio a Valentina ed ai suoi genitori, ai quali, per essere anche io un genitore orfano di figlio, mi sento particolarmente vicino.
Caro Amos condoglianze, sei sempre stato in grande uomo e i figli sono lo specchio dei genitori. Rip
Devastante!!!!
un abbraccio ai genitori ed una preghiera!(che sicuramente sarà Valentina a fare per noi tutti da dove sta).
un abbraccio affettuoso ai genitori, alla famiglia. che Dio dia loro tanta forza. un bacio alla piccola Valentina che ci guarda da lassù.
Non è giusto
.
RIP