(In alto la galleria fotografica)
Non poteva esserci niente meglio di racconti di vita, citazioni letterarie, aneddoti e ricordi per presentare “La vita che scorre”, l’ultimo libro di Emmanuelle de Villepin, che racconta la storia di Antoine, uomo anziano la cui vita è segnata da tre date, il 10 giugno 1944 quando perde la mamma, morta nel villaggio di Oradour-sur-Glane, distrutto mentre lui, disobbedendole, era andato a pescare con un amico, il 23 novembre 1974 quando scopre, dopo la morte della moglie, la malattia della figlia, destinata a non camminare per tutta la vita e per finire il 18 ottobre 1998, quando riceve una rivelazione in attesa.
Ha salutato i presenti all’evento ieri pomeriggio nell’aula magna dell’Università di Macerata il preside della facoltà di Scienze Politiche Francesco Adornato che ha dato il suo benvenuto a Macerata “città di celate vibrazioni” per poi parlare del libro che ha definito «un prisma che rimanda emozioni, attraverso queste pagine si illumina il cristallo dell’accadere totale».
E’ stata poi la volta di Adriano Sofri, giornalista di Repubblica, molto amico di Emmanuelle de Villepin, il quale ha raccontato: «Ho fatto il turista a Macerata e ho apprezzato la sua sobrietà, che ho ritrovato anche nelle parole del preside Adornato». Il giornalista ha poi parlato del libro: «Emmanuelle si è messa perfettamente nei panni di un uomo anziano. Non sol, quello che ha scritto mi ha fatto accorgere di cose che non avevo notato, ad esempio quando racconta la bambina disabile che in realtà è ispirata ad una nostra comune amica, oggi avvocata e realizzata nella vita». Sofri ha parlato anche di femminicidio e ha consigliato agli uomini: «Immaginate prima di fare qualsiasi gesto, di leggere il diario della vostra amante, moglie, donna e vedrete che agirete in maniera molto diversa». Per finire ha raccontato l’esperienza vissuta di recente ad Herat dove, con il fotoreporter Guido Picchio che lo ha poi invitato a Macerata, ha documentato gli ultimi giorni dei militari italiani in Afghanistan ricordando la foto oggetto di un articolo pubblicato da Cronache Maceratesi (leggi).
Emmanuelle de Villepin ha raccontato la sua attenzione agli altri e curiosità nell’osservare i loro modi di fare e di essere. «Mettermi nei panni di un anziano mi permette di raccontarmi ed essere anche più autobiografica. In questo libro, oltre alla bambina disabile, c’è sicuramente la casa dove da bambini passavamo le vacanze dalla quale ho preso spunto per la casa di cui parlo nel libro. Quello che cerco di fare con la scrittura è essere coinvolgente perchè il lettore abbia voglia di scorrere pagina per pagina ed arrivare fino in fondo».
Ha partecipato all’evento Andrea Angeli, peacekeeper maceratese che ha conosciuto Adriano Sofri ai tempi della guerra in Iraq: «Innazitutto – ha detto – vorrei ricordare il ministro Dominique de Villepin, cugino di Emmanuelle, il quale si oppose all’invasione dell’Iraq e a lui voglio per dirla all’inglese “pay tribute”». Poi in un siparietto con Sofri ha ripercorso i loro incontri e le pagine firmate dal giornalista: «Ha potuto raccontare tante storie minori ma che avevano poi in realtà un’intensità e una profondità infinitamente superiore alla semplice cronaca». Angeli ha anche raccontato di essere di ritorno da Foggia e bari dove, dopo aver fatto visita alle famiglie dei due marò che sono ancora in India, ha lasciato per loro un caffè pagato nei bar che i due frequentavano abitualmente.
La presenza di Adriano Sofri all’Università di Macerata è stata contestata da Andrea Volpi, presidente nazionale di Azione Universitaria. Anche il Coordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle Forze di Polizia ha manifestato il suo “sdegno” per la presenza del giornalista “condannato in via definitiva insieme ad altri per l’omicidio del commissario di Pubblica Sicurezza Luigi Calabresi” e chiede cme possa essere stato ammesso a presentare un romanzo all’interno di un Ateneo della Repubblica.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
La vita non scorre più per un commissario di polizia, alla cui famiglia e alla cui istituzione sono vicino.
Da un pò di tempo Angeli è come il prezzemolo.Tante volte volesse fare il sindaco……
Speriamo che non diventi prezzemolino anche Sofri.A proposito,si è guarito?
+++++++++++++
Sofri ha scontato la sua condanna in galera e si è rifiutato di chiedere la grazia nonostante si sia sempre proclamato innocente e malato.
Un certo “ideatore di una colossale truffa tributaria ai danni dello Stato”, nonchè artefice principale del disastro Italiano ha anche l’ardire di “convocare la Rivoluzione” se dovessimo ospitarlo, a gratis, nelle Patrie galere.
cosi, tanto per ricordarvelo!!!
Tanto per ricordare,
Le colpe di altri per altri fatti non potranno mai concellare la colpa di Sofri..
la giustizia, che è uguale per tutti, lo ha dichiarato mandante di un OMICIDIO e, anche se ha scontato la sua pena, rimane un mandante di un OMICIDIO.
Quello che se proclama nn me interessa, ha fatto uccidere una persona .
Nn è uno o l’altro, qui a parlare sulla vita che se ne va c’è venuto un condannato che HA condannato a sua volta
Sofri non ha ordinato a nessuno di uccidere nessuno, è stato considerato il mandante “morale”, èCalabresi era implicato nel defenestramento di un ragazzo l’anarchico Pinelli .
Potete dire tutto quello che volete in difesa di Sofri, ma è stato e RIMANE il mandante di un OMICIDIO