Una donna di Corridonia, Delia Re, 85 anni, è morta ieri dentro l’ambulanza che le aveva prestato soccorso. Lo sportello del mezzzo si è bloccato ed è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco per aprirlo.
Delia Re, residente a San Claudio, ieri mattina si è sentita male, sembrava una fibrillazione quindi nulla di grave, perciò è stata soccorsa, come codice giallo, con un’ambulanza infermieristica che già in mattinata aveva prestato diversi servizi senza dare problemi.
Una volta arrivati al pronto soccorso di Macerata, gli operatori si sono accorti che il portellone era bloccato e hanno tentato di aprirlo, mentre fuori assistevano i familiari della donna. Nell’ambulanza è riuscito ad entrare un medico che ha praticato alla donna, le cui condizioni nel frattempo si stavano aggravando, le manovre di rianimazione. Intanto gli operatori hanno tentato di aprire il portellone posteriore in ogni modo e hanno richiesto l’intervento dei vigili del fuoco che hanno tagliato il mezzo.
Il tutto è avvenuto in 15 minuti ma l’anziana, poco dopo, è morta.
Ora i familiari chiedono chiarezza e per questo saranno disposti tutti gli esami del caso. La polizia che ha anche un presidio al pronto soccorso ha subito raccolto le testimonianze ed è stato interessato anche il sostituto procuratore di turno Stefania Ciccioli.
L’ambulanza è stata sequestrata. Sarà la procura a dover accertare eventuali responsabilità.
(Redazione Cm)
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Solo qui, credo… (spero…)
Fa bene la politica a baloccarsi alla Giornata delle Marche con il grande Mogol e l’immortale Allevi. Se continuiamo a spendere in inni piuttosto che sanità, fra poco non ci sarà più niente da celebrare.
Aspetto i commenti di tutti i moralisti di turno!!! “Santi numi che pena mi fate!!!”
…L’ambulanza ha solitamente 2 portelloni uno posteriore e uno laterale….ora bisogna capire come mai non si è pensato di fare uscire la signora da quello laterale…poichè è ampio e si poteva usare questa soluzione….in secondo luogo purtroppo questi inconvenienti possono succedere…a meno che il portellone non funzionava già da prima e nessuno ha provveduto ad aggiustarlo…
Le più sentite condoglianze ai familiari, ma mi preme dire che, quel tipo di ambulanza, è fornita di ogni presidio per effettuare una rianimazione cardio polmonare. Effettuare quelle manovre in ambulanza o in pronto soccorso, è la stessa cosa. Anzi è bene specificare che, spostare il paziente durante le manovre di RCP, è rischioso. Iniziare una RCP ed interromperla per spostare il paziente è pericoloso per l’incolumità dell’assistito. Alla paziente è stata fornita tutta l’assistenza di cui aveva bisogno. Ciò non toglie che l’increscioso episodio, riporta alla ribalta discussioni mai finite. Molte sono le cose che andrebbero dette e che porterebbero in secondo piano episodi del genere. Una su tutte: la sede della centrale operativa di Macerata, è stata dichiarata inagibile. Ma nessuno fa niente.
Nadia, nel suo post, ha riassunto in maniera perfetta il perché si sia scelto di non far uscire la sig.ra dal portellone laterale.
Nel mezzo si é seguita la stessa procedura (con le stesse persone) che sarebbe stata attuata 20 mt. più in lá. Purtroppo, fatalitá ha voluto che ció accadesse nel vano sanitario del mezzo di soccorso ma, sono sicuro, che tutti abbiano dato il massimo per rianimare la sig.ra
Ovvie e sentite condoglianze ai familiari della sig.ra Dezi, ma anche tutta la mia solidarietà all’equipaggio dell’ambulanza, forse le prime “vittime” dell’inconveniente tecnico occorso.
Si ha ragione Nadia, ma perchè un “associazione di volontariato” quale ANPAS ecc. per essere accreditata e per poter effettuare servizi di emergenza sanitaria “118” deve avere un mezzo con certi requisiti tra i quali: massimo 7 anni dalla prima immatricolazione o 300.000 km.!! Questo requisito non è richiesto ai mezzi di proprietà del SSR… servizio sanitario regionale!!. Quanti anni ha l’ambulanza coinvolta?? Forse anche anche la vetustà del mezzo ha la sua colpa.!!