Tribunale in centro,
gli avvocati della politica dicono “no”

MACERATA - La proposta di Mandrelli non entusiasma. Carancini: "Teniamo i piedi per terra". Ballesi:"Ampliare il Palazzo di Giustizia". Pistarelli (Pdl) e Ricotta (Pd) puntano sulla cittadella giudiziaria alle ex Casermette.

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L'avvocato e consigliere comunale Pd, Bruno Mandrelli.

L’avvocato e consigliere comunale Pd Bruno Mandrelli.

 di Marco Ricci

Nel giorno in cui il Consiglio Regionale ha espresso l’auspicio di mantenere in vita i piccoli tribunali, abbiamo chiesto ad alcuni avvocati che  rivestono ruoli amministrativi o consiliari il loro parere sulla proposta, lanciata durante l’ultimo consiglio comunale da Bruno Mandrelli, di un eventuale trasferimento degli uffici giudiziari in centro storico (leggi l’articolo). Una proposta che suona più che altro come un “provocazione” positiva e che va ad investire il ruolo del centro in prospettiva futura. L’avvocato Mandrelli aveva immaginato l’utilizzo del Palazzo degli Studi  e persino dell’attuale sede della Provincia, il cui futuro istituzionale è ancora incerto ma nel lungo periodo probabilmente segnato. Riportare dunque il lavoro e gli uffici in centro, ma cosa ne pensano di questa proposta i suoi colleghi avvocati di maggioranza e di opposizione?

Il sindaco di Macerata  Romano Carancini

Il sindaco di Macerata Romano Carancini

Il sindaco Carancini invita in primo luogo “a guardare i fatti e tenere i piedi per terra”, pur riconoscendo come “l’idea di portare il lavoro in centro storico sia senz’altro positiva, è però necessario guardare i numeri. Quanto spazio serve al tribunale? E quanto spazio ci sarebbe a disposizione?” Preoccupato di risolvere l’emergenza dovuta al trasferimento del Tribunale di Camerino e della sede distaccata di Civitanova, oltre al confluire in città dei giudici di pace da molte città della provincia, il sindaco sembra guardare per adesso più ai passi immediati che a prospettive future di non certo imminente realizzazione.

L'assessore Pd ai servizi sociali, Narciso Ricotta

L’assessore  ai servizi sociali, Narciso Ricotta

Sulla stessa lunghezza d’onda l’altro avvocato in giunta, l’assessore Pd ai servizi sociali Narciso Ricotta. “La proposta di Mandrelli è una prospettiva di medio-lungo termine che può avere le sue possibilità di essere presa in esame”, ha risposto, “come altre che sono sul campo, quali la cittadella giudiziaria nello spazio delle ex-casermette. Oggi”, ha ripreso alcune argomentazioni del sindaco, “ci siamo trovati ad affrontare un’emergenza, dando una risposta immediata a una riforma legislativa come l’accorpamento delle sedi giudiziarie fatta dal ministero senza metterci un euro. Per adesso abbiamo trovato queste due soluzioni, l’istituto Pannaggi per l’ufficio notificazione e Palazzo Trevi-Senigallia come sede del giudice di pace. Per il futuro”, ha concluso, “bisognerà valutare le soluzioni a bocce ferme, verificando l’adeguatezza degli spazi attuali e l’afflusso di cittadini e operatori giudiziari.”

L'avvocato e consigliere comunale, Giorgio Ballesi

L’avvocato e consigliere comunale Giorgio Ballesi

Se gli avvocati di maggioranza si mostrano tiepidi o poco più, l’avvocato e consigliere comunale Giorgio Ballesi è a dir poco tranchant“Non tollero più queste battute”, ha esordito con il tono vagamente alterato, “questi signori continuano a fare di Macerata una città che grida vendetta. E queste proposte non possono essere usate come una scusa, visto quello che hanno fatto del centro storico. Tutte queste proposte che circolano”, ha continuato Ballesi, “sono irrealizzabili. In ogni caso”, è entrato più nel merito della proposta di Bruno Mandrelli, “se si facesse la separazione delle carriere si potrebbe pensare a traferire la Procura. Ma tutto il tribunale?”, ha concluso quasi sgomento prima di toccare nella sua risposta l’attuale sede giudiziaria. “Nessuno si rende conto del gioiellino che abbiamo”, ha spiegato, “e sono decenni che si parla di un ampliamento del palazzo di giustizia con annesso posteggio sotterraneo. Quello degli spazi era quindi un problema noto”, ha chiuso il suo ragionamento, “e adesso la maggioranza non ci venga a proporre l’idea dell’emergenza, se tutto hanno saputo fare fuorché portare avanti un piano degli anni settanta.”

Fabio Pistarelli, consigliere Pdl e anch'egli avvocato

Fabio Pistarelli, consigliere Pdl e avvocato

Un poco più pacato almeno nei modi il consigliere Pdl Fabio Pistarelli, ma che in alcuni punti riprende le argomentazioni di Ballesi. “Io dico che ad oggi le problematiche del centro storico non si risolvono con un’azione simbolica. Qui inoltre non stiamo parlando di un piccolo ufficio ma di centinaia o migliaia tra operatori, dipendenti del ministero, cittadini e professionisti del diritto. Gli uffici giudiziari”, ha proseguito, “svolgono azioni delicate, sono complessi nella loro organizzazione. Io sono più favorevole ad altre opzioni, come ad esempio l’ampliamento dell’attuale sede giudiziaria o alla nascita di una cittadella dei servizi negli spazi delle ex casermette. E a una provocazione positiva come quella di Mandrelli voglio rispondere con un’altra provocazione positiva: riempire gli spazi del centro storico con luoghi in cui le persone si aggreghino e vivano.”

Insomma la provocazione positiva di Bruno Mandrelli non è stata accolta con entusiasmo. Da chi come il sindaco vuole rimanere con i piedi per terra o da chi come Ballesi preferirebbe una soluzione più realistica come l’ampliamento delle attuali sedi giudiziarie. Il resto al momento sembra confinato nel mondo delle buone intenzioni, seppur buone ma sempre intenzioni. E viene da domandarsi se il Ministero di Grazia e Giustizia sia mai stato reso partecipe delle suggestioni della politica maceratese, anche nel caso delle ex casermette.  Considerando i chiari di luna in cui si barcamenano le istituzioni e le amministrazioni pubbliche, c’è forse da dubitare che il Ministero sia disposto ad investire milioni di euro o che qualcuno a Macerata si sia chiesto chi paghi. A meno che, come al solito, a fianco del tribunale non spunti un bel centro commerciale in grado di fare ciascuno felice e contento.



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