di Filippo Ciccarelli
Sta prendendo sempre più piede, anche nella nostra provincia, la disciplina sportiva del soft air: un’attività all’aria aperta dove almeno due squadre si contrappongono simulando un combattimento per il conseguimento di diversi obiettivi. Una partita può durare anche diverse ore, e il realismo della simulazione bellica è davvero impressionante. Si tratta di un gioco dove conta moltissimo l’onestà dei giocatori, che devono ammettere di essere stati colpiti dagli avversari. I primi due club di soft air nati in provincia sono a Macerata e Civitanova, ma nel corso degli anni sono comparse tante altre associazioni che hanno fatto conoscere agli appassionati questo sport. Emanule Di Donato, segretario dell’associazione dilettantistica M15 Soft Air di Morrovalle, ci spiega il perché di questo successo:
Cos’è il Soft Air?
“E’ una disciplina sportiva arrivata in Italia circa 20 anni fa. In questo periodo sta vivendo una forte espansione nel territorio nazionale. E’ uno sport che discende dal paintball, ma a differenza di quest’ultimo, che è un gioco strutturato dove due squadra contrapposte si scontrano utilizzando i “fucili” a vernice, il soft air è più votato alla tattica e alla strategia. In una giocata classica, comunque, una serie di giocatori difende un obiettivo mentre l’altra squadra li deve eliminare”.
Dove viene praticato?
“Principalmente si gioca all’aperto: i club, in genere, hanno delle aree demaniali che sono adibite allo scopo. Non c’è un limite stabilito per comporre le squadre, ovviamente dipende anche dall’ampiezza degli spazi a disposizione. Il periodo migliore per praticarlo, vista la tipologia di equipaggiamento, è quello che va da settembre a giugno perché d’estate fa troppo caldo”.
C’è un’età minima per partecipare?
“Le federazioni hanno scelto un limite che parte dai 16 anni, anche se in quel caso è necessario il consenso dei genitori per giocare”.
E’ uno sport violento?
“Assolutamente no. Vista la tipologia di equipaggiamenti è facile pensare che siamo bande organizzate armate che chissà cosa fanno. In realtà, giocandoci o vivendo in un’associazione, ci si rende conto che si tratta solo di luoghi comuni. I pallini che usiamo sono completamente inerti ed hanno un calibro di sei millimetri. Vengono sparati da delle repliche di fucili realmente esistenti: la legge consente l’uso e la detenzione di queste repliche se sviluppano non più di un Joule di potenza. Il pallino quando ti colpisce non fa male, è quasi impercettibile alla distanza e non lascia alcun segno”.
Quanti sono gli appartenenti alla vostra associazione?
“Quest’anno abbiamo raggiunto quasi 30 iscritti: non male per un’associazione nata solamente tre anni fa e in un comune relativamente piccolo come Morrovalle. Il nostro bacino di utenza comprende buona parte della vallata del Chienti, con giocatori che vengono anche da Corridonia e Civitanova. Questo è possibile anche grazie alla delibera di giunta del Comune di Morrovalle che, lo scorso anno, ci ha consentito l’uso del campo di gioco dell’ente Canale. Siamo l’unico club d’Italia con un campo comunale riconosciuto dalla pubblica amministrazione, e a tal proposito desidero ringraziare il sindaco Montemarani e l’assessore allo sport Staffolani”.
Quali sono i contatti dell’associazione, se qualcuno volesse iscriversi o avere informazioni?
“Può telefonare a me, che sono il segretario, al 349.4927257 o al presidente Mauro Baldassarri al 380.3341806. Prossimamente saremo online con un nostro sito internet”.
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Per ciò che ci prospetta il futuro, con le invasioni soft musulmane e africane, un addestramento di gioco paramilitare non è da buttare via. E’, intanto, una ginnastica e un adattamento psicologico al combattimento. Qualcosa del genere lo feci nel 1970, prima di andare con i guerriglieri del Sud Sudan. La guerriglia era un’altra cosa: occorrevano buone gambe, resistenza e piedi sanissimi, prima di pensare a sparare.
Personalmente, e proprio nella prospettiva di doverci difendere, occorrerebbero dei gruppi di volontari italiani altamente addestrati, come lo sono i Recce Commando sudafricani. Pur non riuscendo a raggiungere quelle prestazioni, avere ideali di difesa della Patria e sapere come difendere la nostra terra e la nostra civiltà è una cosa importante da organizzare come Forze Armate.
Chiederò, quando lo incontrerò, cosa ne pensa di questo “gioco militare” il maggiore Tullio Moneta del Quinto Commando sudafricano, che sbaragliò in Congo i Simba, armati e addestrati dai cinesi maoisti e dai castristi di Che Guevara, che si macchiarono di uccisioni di massa di bianchi e di neri, con torture psicofisiche, e che furono infine sbaragliati dai mercenari.
La mancanza di relazioni sociali con l’altro sesso porta l’uomo ad un eccesso di testosterone che sovente sfoga attraverso pratiche militari…..il Dott Pace consiglia vacanze in Brasile obbligatorie per tutti questi ragazzotti!!!!
Gioco a soft-air fin dal 2002, attualmente sono segretario del’unico club di Macerata (a proposito, sapevate che Macerata ha vinto nel 1999 il campionato nazionale?), oltre che membro del direttivo regionale e responsabile arbitrale per le Marche e vorrei rispondere ai due signori qua sopra.
Quello che una volta era un gioco ed ora è uno sport (riconosciuto a partire dal 2011 dal CONI che ha dato il via libera alla FIGT, Federazione Italiana Giochi Tattici) ha sempre dovuto convivere con i pregiudizi e i falsi miti creati il più delle volte da persone che non hanno mai praticato la disciplina e parlano sulla base di convinzioni personali fondate sul proprio stato d’animo e sul sentito dire.
Identificare il soft-air con la violenza, il nazionalismo, il razzismo e la speranza recondita che prima o poi scoppi una guerra è l’operazione più diffusa tra gli ignoranti (participio presente del verbo ignorare, “colui che ignora”, quindi che non sa), i quali vivono in pace con tutti finché qualcuno o qualcosa non li informi che esiste una “cosa” chiamata soft-air e quindi cominciano a far finta di indignarsi perché a pochi km da loro un gruppo di persone starebbe organizzando un colpo di stato.
Invero il soft-air è tutt’altro: si impara a rispettare l’avversario esternando la propria onestà (il pallino non macchia né fa suonare alcunché, quindi non c’è un sistema certo ed infallibile che certifica l’avvenuta “uccisione” dell’avversario, bisogna “dichiararsi colpiti”), si impara a rispettare la natura, si impara a conoscere sé stessi e a mettersi alla prova in maniera diversa dal solito, non dovendo in questo caso buttare alcuna palla in rete o in buca o superare gli altri in velocità.
E tutto questo, udite udite, viene fatto senza dar fastidio a nessuno!
Ad oggi il soft-air moderno mette addirittura da parte la fase “dello sparo” e si concentra di più sull’orienteering, sulla strategia e sulla tattica, ma, nonostante tutto, intravedere violenza nell’utilizzo dell’asg (air soft gun) significa intravederla anche nel pugno del pugile o nella stoccata del fiorettista…
Noi non siamo né i futuri guerriglieri di domani, in quanto pratichiamo il soft-air allo stesso modo in cui altri giocano a calcetto, a tennis o a bocce, né i repressi di oggi, cerchiamo solo di portare avanti la nostra passione senza dare fastidio a tutti gli altri. Purtroppo questo non sempre è possibile, per quanto ci si sforzi ci sarà sempre chi, seppur oggettivamente ignorato dal soft-air, cerca di gettar fango su questa disciplina, che invece invito fortemente a provare.
Non appena chiudo con Internet vado a denunciarvi dai Carabinieri per incitamento alla violenza. Ve la dò io l’onestà! Onestà del piffero!
jac0 beviti una camomilla, se vuoi te la offro io.
Ricordati che quando esci dalla caserma dei carabinieri, ci sarà uno psichiatra che ti aspetta a braccia aperte con una camicia di forza.
E daiiii…..
Non esageriamo….
Ne conosco molti di questi ragazzi che si divertono a fare questo gioco.
Non sono guerrafondai, razzisti, esauriti, rambo della domenica…
Si divertono a fare tattita sul campo, studiano le carte, fanno le imboscate, ecc.
I pallini, mi dicono, sono biodegradabili, non rompono le balle a nessuno…
E poi, in malaugurato caso di guerra vera, sia per età, sia per panzetta sia per lentezza dei movimenti, sia per la buona forchetta nessuno di questi vestirebbe la divisa
Ci sono invece ai poligoni di tiro dei “fissati” che andrebbero probabilmente meglio controllati…
Poiché si fa presto a passare per fascisti o di destra, metto subito in chiaro il mio pensiero: consiglierei i giocatori della guerra simulata di mettersi un bel fazzoletto rosso al collo, così diventano comunisti, e di andare al poligono di tiro ad addestrarsi con armi da fuoco vere.
Io non sono un pacifista. Al massimo un pacifico. Che, però, non accetta che una marmaglia di criminali vengano in Italia per violentarci e derubarci. Che non accetta uno ius soli ideato da una Mukunda, della tribù dei Bakunda, che invece di andare a curare gli occhi dei bambini africani dalle tremende malattie tropicali se ne sta in Italia e addirittura fa la ministra, cercando di farci invadere da una enorme quantità di Africani e di musulmani: un piano per destabilizzare l’anello più debole dell’Europa e farci perdere la nostra identità e la nostra civiltà. Che altri Italiani stanno difendento nelle zone calde, come Afghanistan, trovando pure la morte.
E’ di moda oggi atteggiarsi a terzomondisti, globalisti, buonisti… Certo, finchè non ti capitano i guai di cui sono piene le pagine dei giornali. Quando capita a te, vorresti il poliziotto pronto a difenderti… Ma non c’è. Vorresti qualcuno che ti difenda con un’arma dalla violenza carnale e dalla bastonate… Ma non c’è. Abbia allora un’arma in casa, perchè chi ti vuole fare del male se ne frega se sei pacifista, mondialista, terzomondista e cazzate del genere.
Ve lo ripeto: esiste un piano per destabilizzarci con le invasioni da sud in nome di un umanitarismo di facciata, ma con grossi interessi dietro, non ultimo quello che questi disperati, una volta ottenuta la cittadinanza, voteranno a Sinistra. Che pur di raggiungere i suoi obiettivi, è pronta a sacrificare l’Italia. State pronti al peggio.
Lo “ius solis inventato da una ministra Mukunda” Chissà se Rapanelli (uomo che evidentemente ignora), tra una paranoia complottista plotogiudaicomassonica e qualche sfumatura nazistoide ha dimenticato L’illuminismo la rivoluzione francese Rousseau lo stato liberale e gli ultimi duecento anni di storia occidentale……..
Secondo me le persone davvero pericolose,non siamo noi giocatori di soft air che andiamo la domenica mattina a fare 4 chiacchiere una corsetta e a divertirci,e per fare questo dobbiamo sentirci giudicati,ma sti 2 o 3 tizi che lasciando commenti del genere dei commenti che sono stati lasciati,mi fanno davvero pensare che la nostra socetà è popolata da gente come minimo strana… milioni di persone guardano film d’azione di guerra e quant’altro,e quello và bene,ma quando per gioco qualcuno si abbiglia nella stessa maniera e pratica uno sport innocuo,no quello non và bene… bho non sò come ragionate 😀 un pò mi fate tenerezza,cmq sia io che quasi tutti quelli del nostro team siamo fidanzati conviventi o sposati,heeh spero per voi si possa dire lo stesso,quindi sessualmente stressati? Credo di no…hehehe dai sentirmi giudicato da chi usa si e no metà cervello sinceramente mi infastidisce!! E fatevela na risata ogni tanto e lasciate in pace chi non fà nulla per ledere il prossimo,ciaoooo