Alessio Arena, vincitore della 24esima edizione di Musicultura, premiato dal presidente della Ubi, Banca Popolare di Ancona
di Carmen Russo
(Foto-servizio Lucrezia Benfatto)
La ventiquattresima edizione di Musicultura è stata ricca di colpi di scena, anche se i segnali di chi avrebbe vinto arrivavano dall’alto. Arrivavano dalla luna piena che in questa serata ha illuminato l’Arena, quella dello Sferisterio, sì, ma soprattutto Alessio Arena al quale ha portato fortuna il satellite terrestre per la sua canzone “Tutto quello che so dei satelliti di Urano”. Il vincitore assoluto della ventiquattresima edizione avrà un’altra storia da raccontare nelle sfortunate situazioni d’amore. Magari racconterà di quello che è successo nell’ultima serata del festival della canzone d’autore. Racconterà che un pubblico numeroso, rinfrescato da un leggero venticello ha assistito alla gara tra lui, il marchigiano Ducadombra, il giovane Alfredo Marasti e la dolce Alice Clarini. Racconterà che quest’ultima ha vinto il premio della critica consegnatole da Fausto Pellegrini presidente e portavoce dei giornalisti e Mario Volpini, vicepresidente della Camera di Commercio. Racconterà ancora di come l’assessore Pietro Marcolini considera questa manifestazione “portatrice della vera musica, nell’epoca in cui fortunatamente non si dice più che con la cultura non si mangia, anzi si investe sempre più su essa”.
E del forte legame dimostrato anche durante la serata tra Musicultura e Macerata Opera Festival rappresentata dal direttore artistico Francesco Micheli che simbolicamente raccoglie il testimone della stagione dedicata alla musica: “Da domani toccherà a noi, inzieremo le prove e per l’anno prossimo bisognerà inventarsi qualcosa da fare insieme perchè siamo fratelli, noi festeggeremo la 50esima edizione, Musicultura la 25esima”.
O magari, Alessio Arena (29 anni, canta-scrittore nato a Napoli ma residente a Barcellona) racconterà di una performance bellissima di Mariellia Nava che in venticinque anni di carriera ha dimostrato grinta e passione, le stesse doti utilizzate sul, da tutti ammirato, palco dello Sferisterio. Con il suo “Manifesto” ha commosso addirittura Fabrizio Frizzi che l’ha lasciata cantare ancora di fronte ad una platea partecipe ed entusiasta.
Chissà, racconterà di come Francesco Guccini, dopo avere annunciato il ritiro dalla scena live, sancisce sul palco di Musicultura, un ideale passaggio del testimone alla sua band, “I Musici”, che continuerà a portare in tour i suoi brani. Francesco Guccini non ha cantato ma è stato in assoluto il più applaudito. “Non mi mancherà il palco – ha detto – ma il prima e il dopo con gli amici della band, a tirar tardi fino a notte. Canterò solo per gli amici e continuerò a scrivere libri. L’addio ai palcoscenici è definitivo: “Sono convinto che questo era il momento giusto per smettere di cantare”. L’ironia è sempre la stessa: “Sono già stato qui allo Sferisterio, per giocare al pallone elastico”. E’ sicuro di lasciare in buone mani: “Chi meglio di loro possono suonare queste canzoni, è quello che hanno sempre fatto”. E li presenta uno ad uno, a partire dagli “storici” Juan Carlos Flaco Biondini (chitarra), Vince Tempera (piano), Antonio Marangolo (sax, percussioni, tastiere), Pierluigi Mingotti (basso). La voce sarà quella di Danilo Sacco, ex dei Nomadi, che sul palco dello Sferisterio si è detto “emozionatissimo e onorato”. “Ma qui nessuno sostituirà nessuno, ci mettiamo a servizio della musica”.
L’addio di Guccini è tutto nel titolo del suo ultimo disco, “L’ultima Thule”, ovvero l’ultimo approdo, registrato nel Mulino di Pavana, nella campagna pistoiese, che la moglie Raffaella Zuccari ha voluto raccontare in un documentario, proiettato prima della serata finale di Musicultura al Cinema Italia.
“Lascio molto volentieri a loro tutti gli autografi, le interviste e le circa 600 foto dai cellulari che ho fatto oggi”, conclude tra una battuta e l’altra. Poi scende dal palco e si siede in prima fila Guccini per ascoltare la sua band.
E come non potrà parlare Arena del grande ospite internazionale di questa Musicultura 2013, José Feliciano. L’artista che è riuscito ad unire due generi opposti come quello del rock e del latino – americano. Già unitosi al maceratese Jimmy Fontana, rinnova il connubio portando sul palco dello Sferisterio anche La Compagnia di Musicultura che fa da coro ai suoi brani emozionanti. da “Ligth my Fire” a “Angela” alla nuova “No me olvides”. E di come il sindaco Romano Carancini consegna il premio Awards (un quadro) all’artista portoricano. O addirittura dirà di come Fabrizio Frizzi ha recitato, provando il dialetto maceratese, la poesia del grande Mario Affede. E racconterà certamente di come infine è stato premiato da Corrado Mariotti, presidente della Banca Popolare d’Ancona con un assegno di 20mila euro.
E di come si è ritrovato, alle due di notte, nel mezzo del tavolo della consueta conferenza stampa tra Piero Cesanelli, direttore artistico di Musicultura, il sindaco Carancini, l’energico presentatore Fabrizio Frizzi, il presidente della Provincia Pettinari, e il duo di Radio Uno Rai Carlotta Tedeschi e Gian Maurizio Foderaro. E di come Cesanelli promette, scherzando: “L’anno prossimo cercheremo di fare peggio, perché meglio sarà difficile. Infatti, tra il festival nel festival La Controra e le serate finali abbiamo collezionato 89 ospiti.”
E il tifo silenzioso e professionale di Frizzi proprio per il vincitore proclamato che tramite le sue parole e la sua melodia l’ha toccato dentro: “Lavorare per questo festival è come andare in vacanza premio. Si cresce e si impara molto da ogni singolo componente”.
E forse, Alessio Arena, ribadirà le sue stesse parole: “Di solito canto con gli occhi chiusi, ma stasera li ho tenuti aperti perché volevo vedere e uno spettacolo così, non sapevo se l’avrei mai rivisto”.
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Vorrei stringere idealmente la mano agli Os Argonautas, eccellenti, bravissimi, fenomenali music makers, eliminati – come spesso accade – proprio a un passo dalla finalissima. Vorrei dir loro di non temere: torneremo a sentir parlare di loro, come sempre accade quando è il destino stesso a incaricarsi di aprire le giuste strade a chi ha dalla sua una genialità che è anzitutto dono.
Grande Guccini, soprattutto la camicia…
Ci mancheranno i tuoi discorsi dal palco che, già da soli, valevano il prezzo del biglietto…
Simone Cicconi è indubbiamente il musicista più preparato tra i concorrenti.
Scusate, ma qualcuno di voi sa dirmi su che tv e quando saranno trasmesse le registrazioni delle 3 serate? Grazie.
Regalare un quadro al grande Josè Feliciano non mi è sembrata proprio una scelta azzeccata… Paesetto mio che stai sulla collina…
vorrei proporre un integrazione tragica al tema della “comicità che sale sul palco di musicultura”:
ma si può omaggiare un non vedente con un quadro? non oso pensare a tipo di omaggio,se sul palco fosse salito un redivivo Beethoven.
L’addio alla musica di Guccini resta comunque una brutta notizia e Danilo Sacco non mi sembra il migliore dei “sostituti” anche se riampiazzarlo era veramente impossibile…
Avete notato il bel siparietto dei rifiuti maleodoranti da giorni strabordanti dai cassonetti nella piazza dello Sferistereo?
I nostri AMMINISTRATORI hanno constatato la situazione di persona ( il sindaco e sua consorte sono passati proprio davanti ai cassonetti, accelerando il passo, al termine della serata finale).
Ma cosa fanno questi AMMINISTRATORI???
Se non sono in grado di far tenere pulita la città con tutti i soldi che vengono pagati dai cittadini vadano a casa.
Se non sono in grado di attivare la polizia urbana ( sempre pagata con i soldi dei cittadini) affinchè vengano rispettate le più elementari norme igieniche vada a casa.
Il loro compito non è solo quello di prendere parte alle serate di spettacolo dismostrandosi ancora più noiosi dell’usato recitando sempre le stesse frasi di circostanza e magari fare omaggio di un quadro a un non vedente in modo che ogni volta che lo “rivede” gli torni in mente la città di Macerata……
Con la presenza di Feliciano non sarebbe stato opportuno invitare anche il maceratese Jimmy Fontana che ha portato nel mondo la musica italiana. Evidentemente nessuno è profeta in patria. Per la cronaca Jimmy è stato premiato a Roma come uno dei marchigiani più famosi.
Ma i giovani perché devono sempre passare attraverso collaudati musicisti, che per caso ci prendono la percentuale sulle vendite dei loro dischi? o loro sono i produttori? Selezioni su selezioni fatta sempre dagli stessi. E regalate qualche serata ai giovani per cantare allo Sferisterio, per fare musica vera. GRATIS!