di Marco Ricci
“Renis capogruppo? Sarebbe un buon punto di equilibrio.” Pare che il Sindaco si sia lasciato sfuggire la frase a margine di un recente consiglio comunale. Il supposto punto di equilibrio, però, è stato abbastanza per scatenare il diluvio nel Partito Democratico e la rottura della maggioranza che ha eletto Paolo Micozzi coordinatore cittadino. Prima di entrare nel merito delle riunioni e delle cene delle ultime ore, in attesa di un direttivo-conclave che formalizzi quanto già deciso e che dovrebbe portare Narciso Ricotta in Giunta e Romeo Renis ad essere capogruppo PD in Consiglio Comunale, per chi volesse gustarsi l’epilogo è bene un breve riepilogo, immergendosi per un istante nel mondo della chimica e delle correnti galvaniche.
Il 6 novembre scorso Paolo Micozzi viene eletto segretario con l’appoggio degli ex-margherita guidati da Sciapichetti e Ricotta e degli attuali renziani, compagine quest’ultima piuttosto eterogenea che va da Alessia Scoccianti e Nicola Perfetti a Graziano Pambianchi, Mauro Compagnucci, Stefano di Pietro, Francesco Launo e Giovanni Soccianti, questi ultimi due grandi elettori di Carancini ma ora in rotta completa con sindaco e giunta. I punti su cui si fonda la maggioranza sono le primarie aperte al momento delle prossime elezioni comunali (una sorta di seconda chance per il Sindaco) e una seria verifica di mandato. Ne fa le spese il così detto “Pd nuovo corso”, ovvero la corrente ex-ds e bersaniana a tutto tondo, guidata da Romeo Renis, Ninfa Contigiani e dall’Assessore Canesin, i più forti e fedeli sostenitori di Carancini che si chiudono in minoranza. Neanche un paio di settimane e quando Paolo Micozzi nomina la segreteria interna, i membri del “Pd Nuovo Corso” partono alla carica della maggioranza e lo accusa non solo di mancanza di democrazia e di arroganza, ma di aver palesemente violato lo statuto.
Il cocktail molecolare del PD però si agita e si ricombina durante le primarie Renzi-Bersani, quando ex-margherita (almeno ufficialmente) e “Pd Nuovo Corso”, avversari all’interno del partito, si ritrovano insieme contro Renzi e i suoi. Anche i risultati elettorali dividono ancora di più gli ex-margherita dagli alleati seguaci di Renzi. Se i primi, abituati come a loro solito a muoversi sottotraccia non sembrano battere ciglio davanti all’avanzata dei 5stelle i renziani invocano proprio sulla scorta dei risultati elettorali un maggior cambiamento di linea, una verifica forte e la riduzione degli Assessori da otto a sei come profondo punto di discontinuità, imputando a Narciso Ricotta, oramai papabile assessore, un atteggiamento quanto meno contraddittorio sulla vicenda, essendo stato proprio lui il primo latore della riduzione dei componenti della giunta.
Ieri la rottura si è definitivamente consumata tra tagliatelle e bottiglie di rosso piceno. Il “Pd Nuovo Corso” a cena con Micozzi e Sciapichetti, i renziani del PD soli soletti e sul piede di guerra. In un clima fatto di rancori personali e politici profondissimi, immerso in un livello di incomunicabilità tra le diverse sponde del PD da rendere quasi gioviale il film di Michelangelo Antonioni “L’eclisse e il deserto rosso”, se i renziani parlavano già di una maggioranza interna finita, di essere stati completamente esclusi dalla verifica portata avanti esclusivamente da Micozzi, Sciapichetti e Ricotta e “di un partito consegnato nelle mani di Pasqualetti e Sciapichetti”, anche il “Pd Nuovo Corso”, a cui non si può però certo attribuire l’occupazione di posizioni di potere in città né di essere una scatola vuota nelle mani di Renato Pasqualetti, non le mandava a dire. Già da giorni singoli esponenti tacciavano i renziani di irresponsabilità, di soffiare sul fuoco della polemica gratuita e di non comprendere il loro “spirito unitario”, nato per incontrarsi su un terreno comune, per dare forza al partito e per permettere un maggior controllo dei riottosi consiglieri, nonché per indicare obiettivi politici precisi da perseguire, rinfacciando infine ai renziani un’apparenza di novità fondata invece su Graziano Pambianchi, Mauro Compagnucci, Stefano di Pietro “e tre socialisti in croce”, chiaro riferimento a Bruno Mandrelli, Ulderico Orazi e Giovannino Casale. Inoltre il diverso atteggiamento nei confronti del Sindaco (il vero sponsor di Renis come capogruppo) e l’esito della verifica amministrativa sono diventati un ulteriore fortissimo punto di rottura tra le due parti, portando alla definitiva accesa delle micce scatenata oggi dal portavoce dei renziani Nicola Perfetti e dall’ex-assessore Stefano di Pietro che ne hanno per tutti, in primis per il Sindaco e per la nuova maggioranza che si è andata a comporre all’interno del PD cittadino.
In un’improvvisata conferenza stampa, presentando un documento a firma di Nicola Perfetti, Andrea Giuliodori, Alessia Scoccianti, Marco Gasparrini, i renziani, che si dicono forti del sostegno di Ulderico Orazi, Mauro Compagnucci e Bruno Mandrelli, prendono atto della chiusura della verifica da parte del sindaco Carancini, discostandosi profondamente dalle scelte di mantenere gli otto assessori e di presentare otto punti programmatici ancora da “iniziare di sana pianta.” Il comunicato lamenta che nulla si è fatto sui “costi della politica”. Secondo Perfetti “dopo le dimissioni di Irene Manzi sarebbe stata ovvia la scelta sulla riduzione degli assessori”. Quello che invece si è perseguito, continua il comunicato, è stato “un aumento del distacco tra politica e cittadini”, accrescendo l’idea di una “classe politica autoreferenziale che ha speso tre anni di governo impegnata in giochi di potere non comprensibili ai più, senza badare, invece, ai veri problemi della città e che, messa di fronte ad un’opzione di taglio dei costi, salva se stessa ed i propri privilegi.” Fuori dal comunicato i termini con cui i renziani attaccano sindaco e nuova maggioranza all’interno del partito sono ancora più pesanti. Se Nicola Perfetti usa il termine “inquietante” e apostrofa il nuovo equilibrio di partito come “un accordo di potere tra Sciapichetti e Pasqualetti”, Stefano di Pietro bolla la verifica definendola “una farsa, una pantomima, uno spettacolo poco dignitoso per Macerata”, senza risparmiare critiche a
quanto visto durante gli ultimi consigli comunali e all’immobilismo dell’amministrazione. “La verifica ha riportato indietro l’orologio di tre anni”, va avanti di Pietro che adesso si fa forte di “tre o quattro” Consiglieri Comunali tra i renziani, “Vogliamo marcare la differenza, perché un domani non si possa dire che i dirigenti sono tutti uguali.” Di Pietro difende anche la precedente amministrazione e sottolinea i ritardi della Giunta Carancini. “Se oggi si può parlare di cultura a Macerata è perché le giunte precedenti hanno provveduto alla ristrutturazione della Biblioteca Comunale, del Buonaccorsi, all’apertura al pubblico della Torre Civica e dello Sferisterio. Siamo stati tacciati di essere palazzinari”, prosegue, “ma l’operazione di Piazza Pizzarello era stata concepita anche per ottenere i 4 milioni di euro necessari per il rifacimento della scuola delle Vergini. Dove sono finiti quei soldi?” La memoria dimentica però tra le eredità del passato il SUAP Giorgini, le piscine, la cittadella dello Sport, la minitematica e altre patate bollenti passati direttamente dalla Giunta Meschini a quella Carancini. Cosa succederà adesso? I renziani, che sottolineano ormai l’inesistenza di una maggioranza in Comune, promettono responsabilità in Consiglio pur non negando, tra le risate, la possibilità di franchi tiratori e promettono al loro interno un modo collegiale di affrontare le decisioni e i problemi della città almeno all’interno del loro gruppo.
Detto questo, più che a un punto di equilibrio nel PD si è arrivati a un canaio. La debolezza del sindaco, contestato dalla maggioranza comunale e da vari esponenti del PD, la debolezza degli ex-margherita accusati dai renziani di essere proni sulle posizioni di Carancini e che non possono far più altro che tentare la carta di una nuova maggioranza nel Pd e di una fittizia unità per salvare il salvabile anche in vista delle prossime elezioni Comunali e Regionali, tutto questo ha portato a una situazione imprevedibile e francamente sconfortante. Se aggiungiamo a questo l’accusa dei bersaniani rivolta ai renziani di star scatenando una guerra sui territori su ordine di Renzi, non resta per i prossimi mesi che prevedere il peggio. Andare avanti in queste condizioni, con il principale partito della maggioranza ridotto in queste modo, con accuse del genere rivolte a sindaco e giunta è pura utopia. Anche questi, verrebbe da dire, sono costi della politica. Costi maggiori di due assessori in più o in meno, costi che si sono trascinati in tre anni di quasi immobilismo e lacerazioni, di conflitti personali al limite dello psichiatrico, costi che nel prossimo futuro non dovrebbero certo ridursi. A meno che la nuova storia, per colpa di tutti gli attori in causa, non debba chiudersi prima del dovuto.
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Un altro attacco frontale al sindaco Carancini e alla decisione del Pd di non rinunciare agli otto assessori è arrivato oggi anche dai consiglieri Garufi e Savi del Centro Democratico (leggi l’articolo).
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Di seguito il documento integrale presentato oggi dai renziani a firma di Nicola Perfetti, Andrea Giuliodori, Alessia Scoccianti, Stefano Di Pietro e Marco Gasparrini:
È stata comunicata la chiusura della verifica di maggioranza voluta dal sindaco Carancini.
Ne prendiamo atto, così come prendiamo atto della difformità di opinioni di alcuni consiglieri di maggioranza: del che, chi vivrà vedrà.
Prendiamo atto anche del fatto che, comunque, per la seconda volta in tre anni sembra essersi chiusa una verifica dai risultati nulli o, addirittura, controproducenti per l’immagine stessa della politica maceratese.
I grandi temi che, a nostro avviso, dovevano trovare compiuta definizione erano quelli relativi alla:
1.- definizione e rafforzamento (con il correlativo dovuto impulso) del programma;
2.- riduzione dei costi della politica.
Sul fronte del programma, rileviamo con stupore che la verifica si conclude con l’indicazione di otto punti programmatici relativi ad opere ed adempimenti che, tuttavia, debbono ancora essere iniziati di sana pianta.
Logica e buon senso, viceversa, avrebbero voluto che dopo tre anni di governo della città la giunta fosse stata in grado di comunicare l’elenco delle cose fatte e, parallelamente, di quelle da fare. Ma si sa, se le prime mancano, non resta che appoggiarsi alle seconde, anche se a questo punto dovrebbe essere lecita una riflessione sul perchè la giunta ed il sindaco non sono stati in grado di portare a termine alcunchè.
Sul fronte costi della politica, tema oggetto, lo ricordiamo, della mozione risultata vincitrice in sede congressuale, rileviamo come anche in questo caso la verifica abbia partorito un nulla di fatto.
In quest’ambito, il sindaco ha preferito non prendere al balzo la palla rappresentata dalla elezione del vice sindaco in Parlamento per ridurre – almeno a sette, meglio ancora a sei – il numero degli assessori, lasciandone inalterato il numero ad otto con la prospettiva della nomina di Narciso Ricotta ad assessore e, di fatto, rinunciando ad una sostanziale riduzione dei costi della politica.
Sul punto manifestiamo apprezzamento per l’opzione che era stata ventilata e relativa al mantenimento di otto assessori per i quali, tuttavia, sarebbero state impiegate le risorse necessarie a sei. Tale strada, dicevamo, pur astrattamente rispondente alle esigenze manifestate, non è, tuttavia, praticabile.
Inoltre, dal mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati, sortiscono anche effetti politicamente controproducenti e tali per cui viene acuito il distacco tra politica e cittadini.
L’idea che difatti sta prendendo piede presso la collettività, è quella di una classe politica autoreferenziale che ha speso tre anni di governo impegnata in giochi di potere non comprensibili ai più, senza badare, invece, ai veri problemi della città e che, messa di fronte ad un’opzione di taglio dei costi, salva se stessa ed i propri privilegi.
Nicola Perfetti
Andrea Giuliodori
Alessia Scoccianti
Stefano Di Pietro
Marco Gasparrini
E’ assai triste veder questa tragica pantomima, questo crepuscolo degli dei, da fine impero, dove tutti sono (o sembrano) contro tutti.
Dove si grida al si salvi chi può e, in generale, molti cercando di aggrapparsi disperatamente ad una poltorna mentre il transatralntico affonda…
Amici diventano nemici, nemici diventano compagni di letto, dove compagnucci di merende diventano grandi chef e oscuri personaggi tramano meschinamente nell’ombra…
Mi ricordano, in peggio, il film su Hitler che era chiuso nel bunker sotto la cancelleria: sulla mappa teorizzava movimenti di truppe che, nella realtà, non esistevano più….
Qui è lo stesso: sembra che vogliano convincerci ad acquistare ville di pregio, magifici palazzi quando, in realtà, stanno soltanto cercando di vendere vecchi ruderi senza valore….
I soliti nomi e le solite cordate di potere che, da almeno 30 anni, ammorbano Macerata non accettano che il loro tempo è finito, che i loro intrallazzi non sortiscono più effetto…
E disperatamente, con le unghie e con i denti, tentano improbabii carambole politiche, pur di avere almeno uno strapuntino.
Sembra tutto un gioco al massacro in casa PD, ma ci sono molti spettatori, di altri partiti, pronti ad entrare in gioco (come già fatto in passato) pur di poter anche loro tendere a qualche poltrona, se non centralissima almeno di seconda o terza fila.
Un teatrino sempre più triste, che Macerata non merita.
Sepolcri imbiancati che non si arrendono all’evidenza di essere politicamente morti.
Una risata li seppellirà e nella storia maceratese, molti di loro, non lasceranno traccia….
…
http://www.youtube.com/watch?v=4W82ezv5gWM&feature=share
E’ del tutto inutile scrivere qualcosa contro il PD maceratese per lo spettacolo indecoroso che sta offrendo alla città, per una verifica che è semplicemente ridicola, per la totale insensibilità alle esigenze di riduzione (anche minimale) dei costi della politica, per il malgoverno che dura da oltre 20 anni, per il clientelismo sfacciato operato soprattutto nelle società partecipate, per l’identificazione piena con tutte le peggiori operazioni speculative verificatesi in materia urbanistica in città, per il trasformismo di alcuni dei suoi peggiori elementi che invece di andare a nascondersi si spacciano per rinnovatori, rottamatori, nuovi corsisti, ecc..
E’ inutile, perché gli esponenti locali del PD fanno tutto da soli! Lasciamoli lavorare, si stanno scavando la fossa con le loro mani, mentre i cittadini assistono disgustati e nauseati.
La tragedia è che il centrodestra non sta messo molto meglio, anch’esso sempre più spaccato e lacerato.
Scusate, mi ero messo di “buzzo buono” per leggere tutto l’articolo, ma alla settima riga ho alzato bandiera bianca (Caro Ricci Lei non c’entra niente…. anzi le faccio i complimenti per l’ottimo lavoro). Macerata ha la rara capacità di trasformare anche una forza di cambiamento come i c.d. “renziani” in un prodotto che sa di stantio.
Macerata chiude e i problemi sono sempre le poltrone per poi riscaldarle solo. Speriamo che avanzi nel PD la cultura riformista di Renzi e si allontani quella dei soliti standii nostalgici che con il loro comportamento contribuiscono giorno per giorno al declino del nostro paese e dello stesso partito
Panta rei
Quante pantomime parlate… In attesa che arrivi Fabrizio Barca a sistemare democraticamente il PD, devo continuare a sostenere il Movimento 5 Stelle.
1- Complimenti al bell’articolo di Marco Ricci. 2- Indecoroso l’atteggiamento di tutto il centro-sinistra maceratese che tiene letteralmente inchiodata una città – che invece ha estrema necessità di vedere affrontati i suoi tanti, gravi, annosi problemi – ad un triste ed autoreferenziale “valzer delle poltrone”. 3- Unica via d’uscita: è davvero improcrastinabile una “sfiducia corale” e formale del peggior Sindaco della storia di Macerata per archiviare, finalmente, una bruttissima pagina politica. Soltanto così la politica del centrosinistra potrà accreditarsi come davvero “sensibile” ai problemi di Macerata e non come mero “poltronificio”. Si faccia presto almeno in ossequio al senso del pudore: i maceratesi non meritano queste patetche pantomime!
Renziani roba vecchia, ora aspettiamo lo sbarco dei barchiani, pare che Orietta Berti sia disposta a fornire loro l’inno di battaglia: https://www.youtube.com/watch?v=pVGGCf_i1y4
@ mario pierini
La riforma riformista di Renzi, detto il rottamatore, inizia con i responsabili delle sciagurate scelte urbanistiche degli ultimi anni? Andiamo bene!!!! Ma come si fa a scrivere tali balle!!! Hai letto i firmatari? Sarebbe il nuovo? Ma per favore!!!!!!!!
Il Fronte Renziano che avanza a Macerata , rappresentato tra gli altri dall’ex Assessore Di Pietro e dall’avv.to Pambianchi, contro Carancini, Sciapichetti e Pasqualetti? Ma non sono gli stessi che nei mesi scorsi hanno costituito il Comitato pro Svincolo di San Claudio,(IRREALIZZABILE) con banchetto all’interno del CitYper di Piediripa e gazebo per la raccolta delle firme a favore del collegamento alla Zona industriale Valleverde, inaugurata di recente? I Nuovi Renziani,si accorgono ora dell’immobilismo della Giunta Carancini, forse perchè dopo tre anni non hanno dato compimento ai loro interessi! Ha ragione l’avv.to Bommarito, è del tutto inutile scrivere qualcosa contro il PD maceratese! P.S. A giorni ci sarà la Camusso in persona per l’inaugurazione del nuovo Capannone della CGIL nella Valleverde di Piediripa; per trovarla basterà seguire la ricca segnaletica istallata per l’occasione o munirsi di apposito navigatore satellitare aggiornato di recente. S.P.
……che scena da incorniciare….
http://www.beppegrillo.it/2013/04/ultima_fermata_capranica.html
( fonte web )