di Matteo Zallocco
Il nuovo Papa è apparso sul balcone alle 20.10 e ha cominciato a parlare al mondo, affacciandosi su una piazza impaziente di conoscere la nuova guida della Chiesa cristiana (leggi l’articolo).
“Fratelli e sorelle, buonasera, voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo” riferendosi alla sua Argentina, laggiù, in basso a sinistra nella cartina geografica del globo.
La frase con cui il neo-Papa, il cardinale gesuita Jorge Mario Bergoglio, si è presentato ai fedeli che hanno riempito piazza San Pietro, un papa che arriva da un Paese alla “fine del mondo”, potrebbe essere una citazione del gesuita maceratese padre Matteo Ricci, evangelizzatore in Cina. “Io – scriveva il religioso – mi trovo in questa fine del mondo nella quale l’obbedienza mi ha bottato (gettato ndr)“.
A sostenerlo è uno dei massimi studiosi di Ricci, il professor Filippo Mignini, docente di Storia della filosofia all’Università di Macerata. L’accostamento tra la frase di Matteo Ricci e il discorso di ieri di Papa Francesco è una notizia battuta oggi dall’Ansa e sta facendo il giro dei media nazionali e internazionali.
“Quella frase mi ha colpito e ho subito pensato a Matteo Ricci – spiega a CM il professor Mignini – Lui scriveva a Padre Fabio De Fabii, suo vecchio maestro dei novizi, dicendogli che era molto commosso che si ricordasse di lui che l’obbedienza aveva bottato alla fine del mondo. D’altronde nei mappamondi europei del tempo Cina e Giappone erano il confine orientali del mondo. Tuttavia l’espressione ‘fine del mondo’ ricorre anche in altri gesuiti (seppur alcuni meno noti di Ricci), nel loro ordine esiste una lunga tradizione di terre considerate la fine del mondo.”
Ma il riferimento che ha più colpito il professor Mignini è un altro: “Papa Francesco ha parlato del primato della Diocesi di Roma alla carità, cioè responsabilità e cura dell’intera umanità senza nessun riferimento a divisioni di razza, di cultura, di lingua, di ricchezza. Questa carità universale imponeva ai gesuiti di non farsi retribure per qualsiasi servizio essi facessero: ciò colpiva molto i cinesi che definivano Ricci ‘Un uomo strano’ anche perchè non voleva nulla in cambio dei suoi insegnamenti e delle sue altre attività”.
“Ricci – aggiunge il prof. Mignini – non si rivolgeva solo ai cinesi ma a tutto il mondo, come dice alla fine della sua prefazione del Mappamondo 1692. Gesti di universalità sono centrali nella sua figura”.
Ci sono analogie tra le figure di San Francesco e di Padre Matteo Ricci? “Sono figure molto diverse, hanno operato in tempi e in contesti molto diversi, ma sicuramente li accumuna il distacco dai beni del mondo”.
Un Papa gesuita potrebbe essere la scelta giusta per il rinnovamento della Chiesa? “Non lo so, potrebbe esserlo, ma i gesuiti non sono tutti uguali, non lo erano neanche ai tempi di Ricci: non tutti hanno interpretato alla lettera gli insegnamenti del fondatore Ignazio. Io penso che oggi chi voglia rievangelizzare il vecchio continente che si dice sia decristianizzato, secolarizzato, relativista, dovrà studiare perchè questo mondo è diventato così. Per come la vedo io il vero problema che sta di fronte alla Chiesa e al nuovo Papa non è quello di far fronte alla Curia, allo Ior o alla morale sessuale, bensì di fare i conti con la legittimità dell’insegnamento del messaggio cristiano: è ancora comprensibile al mondo contemporaneo? L’idea del Dio giudaico-cristiano è davvero coerente con l’idea di un Dio assoluto, eterno e infinito? Dal mio punto di vista è necessaria una riforma radicale della Chiesa come quella che chiedevano i modernisti tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900. Una riforma dei contenuti di verità e dei documenti di insegnamento.
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Un Gesuita è un soldato di un “corpo speciale” della Chiesa cattolica, come lo sono i marines e i parà di un esercito. Non solo sono addestrati, ma sono anche “scientifici”. Forse è finita l’epoca del “mistero della fede” ed inizierà quella dello “scienza dello spirito”. Forse i divorziati non verranno più terrorizzati da frati psicotici e potranno accedere all’Eucaristia, in quanto la loro unione avviene per “amore” e non per un “atto burocratico”. Forse la Chiesa diventerà meno clericale e più evangelica. Forse ci si chiederà per qual motivo le donne sono escluse dal sacerdozio, quando erano le donne ai piedi della Croce, insieme ad un solo apostolo di nome Giovanni, mentre tutti gli altri apostoli e discepoli si erano squagliati; le donne, sulle quali scese lo Spirito Santo il giono di Pentecoste…
Ma, soprattutto, lo lasceranno agire?
Mignini ripropone tesi e domande da lui già rilanciate nel recente convegno di Gualdo e che richiamano anche il pensiero e la vita di don Romolo Murri. Naturalmente se la Chiesa accettasse una “riforma” nei termini auspicati da Mignini negherebbe non solo sé stessa ma anche la fede nella Rivelazione di Cristo. Tuttavia la Chiesa non può evitare quella sfida filosofica e pratica con la Modernità, o meglio con il Mondo dopo la Modernità, ben riassunta da Mignini e al cui confronto appunto le dispute su Ior e preservativi appaiono questioncelle. La nuova evangelizzazione di cui tanto si parla soprattutto a proposito delle società occidentali scristianizzate, ad esempio, resta pio desiderio o peggio diviene mondano espediente se si risolve solo in un riposizionamento pastorale che evita il ripensamento di sé nel confronto con l’altro e la ricostruzione filosofica, teologica e antropologica delle ragioni del credere e del vivere. L’ Occidente per papa Francesco è terra missionaria come lo fu (in un contesto diverso) la Cina per padre Matteo Ricci.
Speriamo che cominci a citare , per condannarla come fecero grandi Papi del passato ,anche quell’organizzazione mondialista del male meglio nota come NWO, che oggi e da 200 anni ha il potere sul mondo, sugli stati, sui governi, e mi auguro non sulla Chiesa.
Speriamo che cominci a condannare con fermezza gli strumenti con cui il NWO tiene istupiditi e servi i popoli: calcio, tv spazzatura, discoteche e movida, mass media di regime, centri commerciali, politica falsa e spazzatura, scuola pubblica di regime che insegna principi massonici e storia falsata, e… chi più ne ha più ne metta.
Questo mi aspetto da un grande e vero Papa.
Rimarrò deluso?