“Mi sento invisibile perchè disabile”

LA LETTERA - La civitanovese Renè Ciampa denuncia la mancanza di sensibilità verso il diverso e chiede a chi vuole organizzare un convegno per conoscere i rom di fare anche qualcosa per i concittadini senza lavoro e in difficoltà

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Reny

Renè Ciampa

“Mi sento invisibile”. Questa l’immagine che una nostra lettrice, Renè Ciampa utilizza per descrivere la situazione che vive in questo momento, quello di disabile, fra precarietà, problemi economici e indifferenza. Questo l’appello che lancia, in una lettera che ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti della malattia e della disabilità.

“Si cela sotto una maschera l’invisibilità dei disabili, dei padri di famiglia che si tolgono la vita perché non riescono a portare avanti una famiglia in quanto disoccupati, l’amarezza che ci attanaglia, ci stringe la gola come se stessimo soffocando. Io purtroppo mi sento tale: invisibile e distrutta per colpa di chi non ascolta col cuore i problemi reali della gente come me. La gente con i problemi. Il mio nome è Renè, italiana, milanese, disabile, sposata con un civitanovese doc che oramai fa parte anche lui della lista dei disoccupati di Civitanova. Mi sono trasferita qui perché oltre a mio marito, Civitanova per me era una bellissima città. Mi parlano di sensibilità verso il diverso, di sensibilità verso chi ha bisogno, ma in realtà si pensa a tutt’altro. Non so nemmeno dove sia la sensibilità. Io disabile faccio fatica a tirare avanti, a pagare l’affitto, mio marito è appena stato dichiarato disabile al 50% per via di un intervento alla testa, di conseguenza non può fare più lavori come prima. Ci è stato detto che potrei far domanda per l’assegno di cura, che potrei avere 200 euro mensili per pagare una badante per 3 ore al giorno. Io a 36 anni disabile al 100% con bisogno di assistenza continua devo assumere una badante per 3 ore al giorno e pagarla 200 euro? Mi informai se poteva fare questo servizio di assistenza mio marito, ma mi è stato risposto che lui non può farlo perché la legge prevede per un marito l’obbligo di assistenza verso di me. Quindi se mio marito per legge mi deve assistere obbligatoriamente, come fa lui ad andare a lavorare? E se lui non va a lavorare, chi ci paga la badante? Non credo che esista una badante che lavori per 200 euro al mese. Quindi mio marito dovrebbe lavorare per aggiungere soldi allo stipendio di questa fantomatica badante.

Io percepisco 760 euro tra pensione e accompagnamento e con quelli, dovrei pagare l’affitto ( 500 euro) e col restante, vivere per un mese. So che si vuole fare un convegno per dare una casa, un lavoro, un terreno al popolo Rom (leggi l’articolo) ma a Civitanova non mi pare sia stato fatto qualcosa di simile per i nostri concittadini che hanno perso lavoro e che si stanno svenando per pagare un mutuo o per mantenere semplicemente la famiglia. Non mi pare che si sia parlato di agevolazioni verso disabili. Non si fanno campagne di sensibilizzazione per quelli che ancora non hanno capito cosa voglia dire essere disabile. Non si fa nulla per evitare che gente facoltosa e non, parcheggi sui posti riservati agli handicappati. Non si fa nulla per far si che i disabili in carrozzina riescano a prendere un treno senza chiedere aiuto a qualcuno. Dove stanno gli ascensori, i montacarichi in stazione? Semplicemente non ci sono perché nessuno si è mai posto il problema di come potrebbe fare un disabile che fa fatica a camminare e a salire le scale. Ho lottato per poter entrare in casa senza fare slalom tra le auto. Per questo devo ringraziare qualcuno ma non ringrazierò mai chi mi aveva detto che non si poteva fare nulla. Io sono semplicemente indignata per quello che sta succedendo”.

(l. b.)



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