Dal nostro lettore Vittorio Zazzaretta riceviamo:
Leggo con molte perplessitá la proposta del prof.Adornato (leggi l’articolo), peraltro suffragata dall’ interessante articolo di Giancarlo Liuti (leggi l’articolo), mirata ad inserire Macerata tra le città italiane candidate a capitale della cultura europea nel 2019. Le voci sono senza dubbio autorevoli, ma viene da chiedersi se sono dettate dall’ amore per questa nostra città, come traspare dalle parole del prof. Adornato, oppure sono una provocazione, quasi una licenza poetica.
Parlare di cultura è in questo nostro paese una impresa disperata, perchè vorrebbe significare cambiare dalle radici la societá, che non è troppo lontana da un tracollo morale e intellettuale non facilmente redimibile e Macerata ha cambiato negli anni il proprio substrato culturale uniformandosi al contesto nazionale, oso dire che non è un’ isola felice come si è voluto far credere per lungo tempo, insomma non esce dal coro. E’ certamente vero che sono numerose le potenzialitá maceratesi: Universitá, Accademia, un potenziale teatro all’aperto, musei ( per larga parte non realizzati) , una prestigiosa Biblioteca comunale sottoutilizzata, una Biblioteca statale ecc. ecc.
Vediamo ora come sono trattate dalla politica e dalla comunitá che le gestisce: Universitá e Accademia ricalcano la condizione di difficoltá economica nazionale, ma restano comunque valide.
Sferisterio: la nuova gestione ha capito il valore di un teatro popolare, dopo i clamorosi fallimenti delle gestioni precedenti, e puntando sul tema scontato di una produzione di largo consumo e senza infamia né lode ha salvato momentaneamente il salvabile, giocando sulla presenza di un pubblico vacanziero solitamente ben disposto. Viene qui da chiedersi qualcosa riguardo la politica culturale e gestionale dell’Amministrazione, che con questo risultato spero non pensi di aver salvato una situazione difficile che presuppone un impianto di ben altro calibro. La trasformazione dello Statuto che fine ha fatto? Ai soci sarà finalmente concesso il diritto di voto? La Fondazione, che ritengo debba essere forzatamente impiantata, come è stata pensata? Si libererà la struttura dai lacci di una invadente politica che tutto occupa soffocando ogni cosa spesso nell’incompetenza, che non può che essere nemica della cultura? Spero mi venga perdonato di avere seri dubbi su questi ultimi interrogativi.
La Biblioteca Comunale Mozzi Borgetti gode di un patrimonio librario di primissimo piano a livello regionale, ma sconta una imbarazzante e modesta frequentazione, e allora perchè non attingere ai modelli pesaresi della Biblioteca San Giovanni facendone un centro di aggregazione per lettori e non lettori, ma soprattutto implementando la frequentazione dei giovani? La ristrutturazione della zona delle antiche terme forse la salverà, se qualcuno avrà il buon senso di sfruttare al meglio gli enormi nuovi spazi. E la biblioteca per ragazzi tanto auspicata e più volte votata da Commissioni e Consigli comunali è forse morta di consunzione o per la noia delle infinite e inutili ripetizioni? Il Museo del Risorgimento, altrettanto votato soprattutto per la ricorrenza dei 150 anni dell’ Unitá d’ Italia, spera ancora nella Resurrezione? I Musei restano ancora largamente incompiuti, ma quale politica culturale li dovrebbe sostenere? Non ne sento mai parlare e le iniziative intraprese appaiono almeno riduttive e soffrono della patologia del disinteresse e della iniziativa stracittadina. Si vorrà almeno provare un collegamento con il Museo di Palazo Ricci sfruttando le potenzialità delle collezioni di arte moderna? Si badi che questo sforzo è oggi il minimo indispensabile. Si intende far almeno sopravvivere il Museo di Scienze Naturali, peraltro di stimatissimo valore, concedendogli finalmente denaro e spazi vitali?
Tornando alla città capitale della Cultura Europea, vorrei assicurare che so bene che per ottenerne l’ aggiudicazione non vanno utilizzate le vicende da me elencate, ma credo legittimo dubitare della capacitá progettuale di una classe dirigente che non è in grado di risolvere anche i più banali problemi decennali e anche la dirigenza dubito sappia cambiare la sua struttura culturale inadeguata, che è malattia nazionale, tralasciando qualche ovvio impedimento economico e la conservazione di un impianto provinciale sicuramente importante. Dimenticavo il tanto votato e chiacchierato arredo urbano: Piazza Mazzini? Quante proposte pagate e chiuse nei cassetti, Centro storico? Bastano quattro panchine? Borgo Cairoli: una panchina e un relitto ex sede di un non più realizzato albero di Natale oggi sede notturna di ubriachi tra la paura e lo sconforto di residenti e commercianti.
Si dirà che l’assetto cittadino è cambiato ed è in attesa di modificazioni accettabili, ma in altre Capitali della Cultura Europea il processo è giá avvenuto e con migliori risultati.
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Alleluia!!! Quanta verità per fortuna!!!
Cmq sullo sferisterio e il momentaneo risveglio è secondo me un inizio che credo non porti a nulla… vedremo chi ha ragione… lo statuto? E adesso che un ascolano diventerà vice presidente dello sferisterio come la prenderanno i vecchi politici maceratesi?
Sulle vecchie stagioni invece sono contrario alla bocciatura completa di Pizzi, con lui si sono viste cose bellissime, essersi piegato a Macerata e ai maceratesi è stato il suo più grande sbaglio e mi spiace molto!
Oh, a Macerata, Signor (Zazzaretta), in tutte le Marche, creda, si parla (e scrive) benissimo. (L. Pirandello, Il piacere dell’onestà – 1917)
Eppure “l’assessore ai Beni Culturali Stefania Monteverde è convinta che l’arte (migrante?) debba uscire dall’alcova – spesso solo mentale – nella quale è stata rinchiusa e entrare nel vivere quotidiano”.
Ma sanno cosa è la cultura? Dove regna il razzismo e i favoritismi e dove le nuove realtà vengono sempre messe in disparte, penalizzandole . e vecchia e non sa rinnovarsi e trovare il coraggio di fare del nuovo… chiamano arte quello che hanno letto nei libri di scuola tutto qua! Fatevi un giro per il modo e capirete dove sono arrivati…
Avrete capito adesso perchè il Prof. Ercoli con POPSOPHIA da Civitanova ha preferito il Castello dell Rancia di Tolentino e non ha bussato alle porta del Comune di Macerata….
MACERATA CAPITALE DELLA CULTURA…oggi non havendo nulla da fare ho fatto un giro nel centro di macerata tra vicoli e viuzze ..ho notato solo abbandono e incuria di questa nostra vecchia e bella città (anzi poco + di un paese) unica cosa che è saltata ai miei occhi sono cartelli con scritto VENDESI O AFFITTASI come potremo fare una CAPITALE DELLA CULTURA (se cultura significa abbandono ..lasciando cadere tutto in rovina )..questa è stata la POLITICA del CEMENTO ABBANDONANDO quello che una volta era cultura e modo di vivere in una cununità … come possiamo lamentarci se ora ci tolgono anche la PROVINCIA….
@ Marco Travaglio
Oramai Pizzi se ne può anche frega di Macerata! In questo momento sarà a Versailles per gli ultimi preparativi prima dell’inaugurazione della mostra da lui allestita “Versailles et l’Antique”
Caro Javier,
ti correggo appena appena, giusto per far capire il senso di quel “vecchia” che altrove alcuni ritengono un fatto generazionale.
Macerata è vecchia quanto a impostazione: prebende a pioggia, indipendentemente dalla qualità dei progetti, ai soliti noti. I quali tutto sono meno che giovani, meno che nuovi, al di là del fatto anagrafico che consente loro uno stucchevole lamento per fingere che la “vecchia” guardia gli abbia tolto tutti gli spazi e le chances. Sanno molto bene, invece, che è le cose stanno assai diversamente. E quelli della loro età, che non abbiano dalla loro l’agio delle appartenenze ma solamente la pochezza di contenuti, non si pongono l’assillo dello studio e della ridiscussione, ma solamente quello dell’approdo alla dispensa…
Concludo dunque in piena sintonia con l’amico Vittorio (al quale non verrà certamente perdonato l’aver osato parlare chiaramente – e dire che si è pure trattenuto!…): non si può elevare a capitale culturale una città in cui chi detiene le leve non sa distinguere tra il bello e il medriocre, limitandosi – per non sbagliare – a foraggiare gli amici degli amici. Il re è nudo. E anche gli agiografi sono stanchi.
Postilla:
nel commento qui sopra non mi riferivo affatto alla gestione micheliana dello Sferisterio. Parlavo proprio della città.
@ gabor bonifazi
Eccettuati gli emolumenti, la sartoria dove andare ad affittare i vestiti, la corte dei miracoli miracolata con incarichi e direzioni, il riproporre a Macerata (come nuovo) cose che avva fatto 20 anni prima… al maestro Pizzi, di Macerata, siamoproprio sicuri che gi sia mai realmente fregato qualcosa???
Davoli grazie per la precisazione in effetti si potrebbe fraintendere ma credo che non abbiamo a che fare con i mattoni ma la capoccia della della gente ( E non quella comune perché ringraziando Dio sono ancora senza veli) che più vecchia della città e non so se per paura del nuovo o per una protezione o non voglio rinnovare o VOGLIONO MANTENERE UN POTERE ASSOLUTO SULLA CULTURA COSI DA RENDERCI SOTTOMESSI ma dal momento che saremo sottomessi non saremo più liberi e tanto più potremmo fare arte.. tanto la società ha bisogno del cambiamento e sopratutto dobbiamo riprenderci i rapporti tra noi gente comune, a presto,
Bravo, serf: la cultura non si coltiva sperperando. Solo che… controlla un po’ i destinatari: vedi un po’ se ci sono più cattolici papalini o più laici di sinistra…