di Stefano Palanca
Città prestata contro Rat 31 DL: parte la sfida dell’associazione di Porto Potenza Picena. C’erano oltre 250 persone ieri sera all’assemblea pubblica organizzata al teatro Divina Provvidenza da Città prestata per dire “no” al nuovo Radar di Porto Potenza. Insieme al presidente dell’associazione culturale potentina Edoardo Marabini e al suo braccio destro Sauro Gattafoni, per combattere contro questa nuova istallazione c’erano anche la giornalista Francesca Romano Orlando dell’associazione Amica ma soprattutto il dottor Fiorenzo Marinelli, studioso di campi elettromagnetici e biologo dell’Istituto di Genetica Molecolare – CNR di Bologna. Ad assistere e a prender poi la parola, portando esclusivamente dati su studi dell’Arpam e della Regione sul radar, il sindaco Sergio Paolucci. “Ho vissuto 32 anni a San Girio a due passi dal radar e sono cresciuto con lui insieme a molti altri pensando che fosse una cosa normale, perché l’uomo si adatta” ha spiegato in apertura dell’incontro il presidente Marabini “ma oggi con le conoscenze che abbiamo forse non è proprio normale avere un radar sotto casa. Siamo qui perché vogliamo chiarimenti, vogliamo prendere coscienza e perché vogliamo dare informazioni su questo argomento che riguarda noi ma anche i comuni limitrofi. Vi chiedo una cosa: non smettete mai di fare domande su tutto quello che vi circonda”.
La preoccupazione della gente in merito al radar, però, non è un argomento recente. La storia della sostituzione col nuovo radar dell’aeronautica militare Rat 31 DL, invece, è fresca. La storia del radar potentino parte nel 1977 con l’arrivo di Argos 10, il primo strumento istallato dall’Aeronautica Militare sulla collinetta cittadina con un raggio di azione di 460 km e, come dice Gattafoni, di livelli elettromagnetici misteriosi e con strani episodi correlati come tv che cambiano canale da sole, cancelli elettrici bloccati per poi arrivare alle malattie e morti”. A confermare la tesi di qualcosa di invisibile ma che in realtà c’è, un filmato del 1991 con una vecchia telecamera amatoriale: ogni 13 secondi circa una forte interferenza, una presenza costante ma ciclica. Già nel 1990, con la costituzione dell’Associazione per la difesa dalle emissioni radar – ADER, erano stati mossi dubbi sull’eventuale danno dovuti a questi sistemi di difesa. Poi nel 1997 la costituzione in Regione di un gruppo tecnico specifico su questo radar, il 21 ottobre del 1997 il Decreto con cui si ordina il suo monitoraggio elettromagnetico e poi il successivo spegnimento per due anni. E’ del 1999, invece, il pronunciamento: il radar non crea problemi e sempre in quell’anno arriva in sostituzione del vecchio Argos, il Rat 31 SL mentre oggi spunta la nuova generazione: il Rat 31 DL. Secondo i controlli dell’Arpam e dell’Aeronautica del 2003 non ci sarebbero problemi di alcun sorta come pure per l’Enea, ma anche per la stessa Arpam coi dati del 2011: tutto entro i limiti di legge, 6 volt per metro (10 microwatt per cm quadrato).
Il 31 maggio 2011, però, lo IARC – International Agency for Research on Cancer classifica i campi elettromagnetici come possibili cancerogeni. Che i campi elettromagnetici creavano dei problemi di salute se n’erano accorti in molti. “E’ un rischio subdolo, che quasi non si vede e non si sente, è incolore e inodore, ma ci circondano con le reti wi-fi, i telefoni e lo stesso radar” dice la giornalista Romano “Il mondo scientifico è diviso e gli studi condotti su bambole di plastica riempite di liquido proteico che si surriscalda con le onde elettromagnetiche è reale, ma noi non siamo bambole. Purtroppo il conflitto di interesse è grande: pensiamo alle pubblicità sui media dei cellulari. Ma noi vogliamo la verità e vogliamo proteggere la nostra salute”.
A parlare di conflitto di interesse anche il biologo Marinelli, con studi di oltre venti anni e dati alla mano, supportati da esperimenti, anche a Potenza Picena. “Dal 1995 si ha la certezza di effetti biologici e possibili cancerogeni e chi ci dice che non ne sappiamo abbastanza dice una balla. Dietro la telecomunicazione c’è un grosso interesse affinché non siano definitivamente accertati i danni biologici” spiega il dottor Marinelli “Col passaggio di un campo elettromagnetico con emissione a basse frequenze abbiamo notato la proliferazione molecolare ma anche raggruppamenti delle membrane delle cellule: queste alterazioni generano disfunzioni”. I valori di legge, infatti, impongono una potenza di irradiazione di 6 volt per metro, ma il biologo preferisce comunque applicare il “Principio cautelativi di precauzione”.
Secondo i suoi studi su cellule e cellule comparative di riferimento, infatti, dopo il passaggio di un picco di campo elettromagnetico (radar, telefonino, wi-fi) le cellule attraversate muoiono. “Il rischio di cancro, col telefonino o con altri apparati che utilizzano campi elettromagnetici, c’è. Poi ognuno ha una suscettibilità e una reazione diversa, che cambia da persona a persona” commenta il biologo e ricercatore “ma comunque i campi elettromagnetici sono dannosi anche sotto i termini di legge di 6 volt per metro. Secondo i nostri studi sui topi e sulle persone è poi possibile che ci sia un accumulo di informazioni trasmesse poi ai figli”. In poche parole, non solo chi è a contatto direttamente col campo elettromagnetico è a rischio di infarti, tumori, ictus, malformazioni, ma anche le generazioni successive.
E proprio Giovannella Maggini Mazzarella, in trenta anni ha raccolto e mappato i casi potentini con meticolosa perizia, collegandoli agli effetti del radar. A prendere la parola, poi, anche il sindaco Sergio Paolucci, naturalmente poco acclamato dal pubblico. Il primo cittadino non ha controbattuto le tesi del biologo ma solo fornito i dati che assicurano la salvaguardia della salute e il rispetto dei limiti di legge previsti.
“Dopo le indagini della Regione, nel 1997 la commissione concluse che l’analisi della mortalità non indica scostamenti con la media nazionale, per l’Enea risulta una situazione soddisfacente della salute dei cittadini di Potenza Picena mentre per l’Arpam già nel 2003 i dati erano al di sotto dei fattori di riferimento con radar in funzione e senza avvertire sui giorni di rilevamenti. Abbiamo scritto alle Autorità sanitarie e chiesto informazioni” dice il sindaco Paolucci “e per la Commissione Epidemiologica Ambientale, riporto testuali parole, ‘gli eccessi di mortalità e morbosità non sembrano associati ai campi elettromagnetici del radar’. Vi raccomando dunque attenzione nel diffondere certi dati allarmanti. Comunque vi assicuro che gli impianti continueranno a essere monitorati perché la difesa della salute è un valore a cui teniamo e non mancheremo di richiedere tutte le indagini necessarie”. Poi, una chiamata dell’assessore di Niscemi, in Sicilia, Massimiliano Ficicchia che ha testimoniato il lavoro del suo comune: con una mobilitazione cittadina e poi intercomunale è riuscito a far partire un’indagine della Procura e ad evitare il proseguo dell’istallazione dei nuovi radar all’ombra del suo paese. Ora la mano passa a Città prestata che, come primo atto, ha pensato di organizzare un Convegno Internazionale sulla pericolosità dei campi elettromagnetici da fare a Potenza Picena nell’aprile 2013, ma servono fondi e l’aiuto della gente e, secondo alcuni cittadini, anche dell’amministrazione comunale. “Possiamo far spegnere il radar” dicono Gattafoni e Marabini “ma il punto di partenza è un convegno coi massimi scienziati indipendenti. Ora necessitiamo di aiuti e di denaro”. Parte così la sfida, che verrà considerata nei dettagli da Città prestata, nei prossimi incontri. Donazione a mezzo bonifico bancario: Banca Popolare Etica – iban IT06B0501802600000000148508. Informazioni www.cittàprestata.it
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Questa è proprio una bella battaglia, con i cittadini che ancora una volta devono organizzarsi in via autonoma e con le istituzioni che, se non costituiscono addirittura i principali nemici (vedi biogas), sono indifferenti.
Il punto centrale di questa, come di altre vicende simili, è il principio di precauzione, riconosciuto a livello europeo, ma in Italia considerato carta straccia.
Siamo tutti con voi! Grazie a CM per questa importante notizia e grazie a tutti i cittadini intervenuti a questo incontro e che lottano per difendere l’Ambiente!! L’Italia è ridotta così perchè troppa gente se ne sta zitta a guardare!! vale
Spegnere tutto. Radar ma anche wi-fi e telefoni. Il radar è stata una costante sin dal 1977, mentre dal ’95 i tralicci delle compagnie telefoniche stanno spuntando come funghi. Si ergono metallici sulle nostre colline, sui nostri campi. Di chi è la colpa? Quanti di noi si lamentavano che non si trovava campo per una telefonata? E per questo le compagnie hanno preso i campi. Quanti si lamentano più?
Spegnere si, ma tutto! Altrimenti saremmo ipocriti.
Ho partecipato all’evento e devo dire che è stato organizzato davvero bene, complimenti all’associazione Città Prestata. Devo inoltre ammettere che l’amministrazione comunale, rappresentata ai massimi livelli da Sindaco e vari assessori non ha fatto una grandissima figura. A certi eventi o si partecipa, preparati a confutare le tesi di chi sostiene che la politica portata avanti dall’amministrazione in tema di salvaguardia del territorio e di tutela della salute pubblica è sbagliata, altrimenti si resta a casa. Di fronte alle argomentazioni poste in essere dal Dott. Marinelli è emersa in tutta la sua triste realtà la pochezza di dati e documentazione con cui l’amministrazione giustifica il suo operato. Ad onor del vero c’e’ da dire che la questione ha attraversato trasversalmente tutte le ultime amministrazioni senza che nessuno anche in passato abbia mosso una paglia.
Non vorrei si assistesse a quanto già vissuto con l’eternit. E’ stato installato per anni per accorgersi dopo 30 anni che era cancerogeno con la conta dei morti e i costi esorbitanti per il suo smaltimento.
Su una popolazione di 15.000 abitanti, nonostante il successo, 250 partecipanti sono ancora troppo pochi quando si parla di salute e come organizzarsi per tutelarla.
Bisogna usare ogni mezzo legittimo per far chiudere questo radar. Se sindaco e giunta sono favorevoli alla sua presenza, per quanto mi riguarda, alle prossime elezioni saprò chi votare.
@ Matteo Pensiero: hai ragione, ma spegnere tutto, oggi, sarebbe ormai impossibile. Spegnere uno stupido radar militare invece si può, come hanno dimostrato i cittadini di Niscemi.
raddoppio delle leucemie, tumori alla tiroide…..
Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, cittadini e istituzioni. Noi stiamo semplicemente portando avanti una ricerca per sapere una volta per tutte la verità sugli eccessi di mortalità e di alcune malattie nel nostro Comune. L’amore per la salute e il rispetto dell’ambiente in cui viviamo ci dovrebbero unire. Abbiamo parlato del Radar ma anche di campi elettromagnetici e ci siamo resi conto che le nostre abitudini nei confronti del cellulare, del computer, del tablet, possono esporci a possibili rischi cancerogeni, per non parlare delle vicinanze ad antenne di vario genere ed elettrodotti. Dobbiamo divulgare di più queste tematiche perché se ne parla davvero troppo poco.
Spegnere il Radar non sarà facile, ma intanto possiamo almeno cercare di cambiare il nostro stile di vita limitando per quanto possibile l’uso di una tecnologia senza fili che nel tempo potrebbe crearci seri problemi.
Trovo giusto avere dati certi ed approfondire indagini per la salvaguardia della salute pubblica e qualora dovessero emergere dati non conformi alle normative vigenti fare una dura battaglia, quindi un plauso al comitato, ma escludere dalla ricerca eventuali danni causati anche da tralicci di alta tensione e/o da reti wi-fi e ritenere che siano di vitale importanza e che non se ne possa fare a meno lo trovo quantomeno ridicolo (come dire il radar non mi serve, invece posso accettare di morire di cancro per usare internet o cellulare!?!). Poi se il sig. Antonio ci spiega quale conoscenza abbia sul radar in questione e quale sia il suo compito, sarebbe interessante. Ritengo invece che sia di fondamentale importanza concentrare l’attenzione sui pro ed i contro dei due radar, con dati certi alla mano, poi valutarne le azioni da intraprendere. Mi farebbe piacere sapere quanta gente abbia piu a cuore potersi spostare in casa con un pc senza fili piuttosto che essere salvaguardati in fatto di sicurezza nazionale….forse un radar dovrebbe avere questa funzione!!
poi ognuno rimanga tranquillamente della propria opinione in merito.
Al signor Paolino io non posso e non devo spiegare nulla, in quanto esistono dati epidemiologici sufficienti a far comprendere a chiunque che potrebbe esistere un problema di salute pubblica correlato alla presenza del radar. Piuttosto, da cittadino e contribuente mi piacerebbe sapere quanto la sicurezza nazionale dipenda dall’installazione militare di cui stiamo parlando. Se qualcuno riesce a dimostrarmi che il radar di Potenza Picena ha una funzione difensiva irrinunciabile per proteggere noi, i nostri cari e le nostre cose dal Nemico (?), potrei anche tentare di mettere sui due piatti della bilancia le due cose ed esprimermi con maggiore consapevolezza sulla questione. La mia modesta e limitata esperienza di cose militari mi è però sufficiente per affermare che si tratta di pozzi senza fondo che inghiottono fiumi di denaro pubblico, con poca o nessuna utilità per il cittadino. Qualcuno poi può sempre dimostrarmi il contrario ed io posso tranquillamente cambiare idea.