“Firme false per presentare le liste”
Gli indagati si difendono

MACERATA - Sono otto i politici che hanno ricevuto gli avvisi di garanzia. L'avvocato Valori: "I miei assistiti Bernabei e Salvatori sono certi di aver bene operato"

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L’avvocato Valori difende Marco Bernabei (La Destra) e Uliano Salvatori (gruppo misto)

 

di Alessandra Pierini

Sono otto i politici che hanno ricevuto un avviso di garanzia per falso ideologico in atto pubblico a seguito di indagini e riscontri sulle liste elettorali presentate nel 2010 per le elezioni comunali (leggi l’articolo). Si tratta di Marco Bernabei, coordinatore comunale della Destra,Alessandra Boscolo, ex assessore provinciale del Pd,Luigi Carelli, consigliere comunale del Pd  Raffaele Delle Fave, ex assessore comunale ed esponente di Alleanza per l’Italia, Milco Mariani, ex assessore provinciale della Lega Nord, Anna Menghi, ex sindaco e candidata alle ultime elezioni a capo del Comitato Menghi, Pierpaolo Simonelli Paccacerqua, consigliere comunale della Destra, Uliano Salvatori, consigliere comunale prima del Pdl e ora del gruppo misto 
In seguito ai controlli incrociati delle liste  effettuati subito dopo la consegna, sono emerse firme della stessa persona apposte su più liste. A questo punto, i firmatari furono contattati dalla Digos di Macerata e mentre alcuni ammisero di aver firmato su più liste, altri hanno disconosciuto la loro firma. A questo punto la Procura ha affidato alla grafologa Maria Concetta Aquilino una perizia calligrafica sulle firme disconosciute  dalla quale è emerso che alcune firme sono “apocrife”. A questo punto, concluse le indagini, gli otto politici hanno ricevuto un avviso di garanzia. Le presunte irregolarità sono poche: cinque a Bernabei, quattro a Salvatori, due alla Boscolo, a Simonelli Paccacerqua e Mariani, una sola a Raffele Delle Fave, Anna Menghi e Luigi Carelli.

Banchetto

Un banchetto di raccolta firme

«Tutta l’indagine – sottolinea l’avvocato Federico Valori che assiste Marco Bernabei e Uliano Salvatori –  si fonda sulle dichiarazioni rese da persone indagate per aver posto una doppia firma e si tratta di poche sottoscrizioni su centinaia che vengono raccolte nel corso della campagna. I miei clienti sono certi del loro operato e a confermarlo c’è anche il fatto che accanto alle firme incriminate, compare anche il numero del documento di riconoscimento che in tutti i casi corrisponde. Falsificare un numero di carta d’identità mi sembra molto difficile. Per quanto riguarda la perizia calligrafica, ho la massima stima della dottoressa Aquilino che io stesso sceglierei come consulente, ma la materia dà minori certezze  di altre discipline scientifiche. Tra l’altro la raccolta firme può avvenire talvolta in circostanze rocambolesche perciò possono esserci discrepanze dovute non a falsità ma alle particolari condizioni». L’avvocato Valori sta anche valutando la possibilità di avvalersi di una perizia di parte: «Dopo più di due anni – conclude – non è neanche facile ricostruire l’accaduto e risalire a tutti gli elementi oggettivi ma lavoreremo per farlo. Resta il fatto che i controlli sono stati effettuati prima delle elezioni che sono perciò inconfutabili».

 



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