di Matteo Zallocco
Lucchetti forzati e strane infiltrazioni d’acqua sul terreno. Sono in corso indagini da parte della Polizia provinciale e della Magistratura per una falda sospesa, una sorta di lago sotterraneo a 18 metri di profondità, comparsa a Fosso Mabiglia, nel territorio comunale di Cingoli, dove sarebbero dovuti iniziare in questi giorni i lavori per la discarica pensata per risolvere il problema rifiuti nella provincia di Macerata. E’, infatti, da valutare una eventuale relazione fra l’effrazione dei lucchetti e l’inquinamento della falda: qualcuno ha voluto fare in modo che i lavori per la realizzazione della discarica subissero un repentino stop? Se le indagini dovessero dare risposta affermativa, ci si troverebbe di fronte a un fatto di estrema gravità, viste anche le vicissitudini che hanno portato, non senza polemiche e ricorsi alla Magistratura, ad individuare la nuova discarica provinciale nel sito di Fosso Mabiglia. Fra l’altro, particolare non di poco conto, il prolungarsi dei tempi di realizzazione della discarica di appoggio al Cosmari non farebbe altro che continuare a far lievitare il conto per i cittadini della provincia che, ad oggi, hanno speso circa 7 milioni di euro per portare i rifiuti a Fermo. Certo è che l’effrazione dei lucchetti e l’inquinamento della falda lasciano molti dubbi, non fosse altro per il fatto che le analisi svolte nello stesso sito nel 2009 non evidenziarono valori fuori dalla norma.
Per questi motivi, il Cosmari ha convocato il Comitato ristretto dei sindaci: il presidente facente funzione Sparvoli e il direttore Giampaoli hanno spiegato ai rappresentanti dei Comuni le motivazioni per le quali i lavori sono fermi in attesa dello sviluppo delle indagini. L’esito delle ultime analisi delle acque ha rilevato valori superiori alla norma con indici di inquinamento che non comporterebbero problemi per la salute dei cittadini ma che mettono in serio pericolo la realizzazione della discarica. Secondo quanto previsto dal Cosmari, l’opera sarebbe dovuta essere completata entro la fine dell’anno o al massimo all’inizio del 2013. E all’apertura della discarica è legato anche lo spegnimento dell’inceneritore (leggi l’articolo), per il quale sarà però necessario anche il raggiungimento dell’80% di raccolta differenziata media in provincia. Altri rilievi saranno effettuati nei prossimi giorni. Lo stop alla discarica di Cingoli manderebbe in tilt il piano provinciale di raccolta dei rifiuti.
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La faccenda “puzza” e commentando la notizia mi pare una sensazione appropriata. Tremo al pensiero che visti i costi elevati per il trasporto dei rifiuti a Fermo mentre il camino del cosmari è spento, naturalmente “PER IL BENE DEI CITTADINI” si voglia riaccendere l’inceneritore. Poi ad indagini concluse, cessato il pericolo si prosegua con i lavori. Comunque vada, nei due casi qualcuno decide sempre per la nostra salute, per la nostra vita, senza consultarci. La discarica è l’ennesima ferita inferta al nostro stupendo territorio, l’inceneritore un monumento al non senso. Morale della favola: l’arroganza senza limiti o detto con un proverbio “due piccioni con una fava?
Chissà, magari qualcuno ha una qualche cava dismessa dove ammassare per un pò d’anni (e farci sopra tanti bei soldini) la monnezza provinciale….
Oppure chissà, così il camino dovrà restare accesso (o magari raddoppiare) per i prossimi 10 anni e chissà se gli impianti passano di mano diventando privati…
Non riesco a capire . La falda e’ stata sempre li giusto ? E quando hanno scelto il sito avranno valutato che non c’erano rischi di inquinamento ( se no di cosa stiamo a parlare) . Poi scoprono che la falda e’ stata inquinata ma non dai lavori della discarica ….. E allora ? Perché dovrebbe essere messa in discussione? Evidentemente Non ho capito qualche passaggio .
Giustamente oggi come oggi purtroppo, la questione smaltimento dei rifiuti è legata nelle Marche a due soli fattori, raccolta differenziata e discariche, quindi finchè il legislatore non deciderà nuovi sistemi di smaltimento e gestioni rifiuti, le discariche dovranno essere fatte. Il problema è che questa scusa però non deve essere presa a pretesto per realizzare la discarica sempre e comunque anche in barba all’ambiente. La discarica è un qualcosa di complesso e delicato, che impatta fortemente per decenni sulla salute dei cittadini e dell’ambiente ed occorre cautela. Il problema dell’inquinamento dell’acqua nel sottosuolo di FOsso Mabiglia è un problema certamente per il quale sono in corso indagini per stabilire quali siano le cause, ed ovviamente si predisporrerà anche un piano di bonifica adeguato per poter procedere con i lavori. Ma l’aspetto più singolare è che nelle verifiche fatte dall’Arpam venerdi scorso, il livello delle acque sotterranee è tale da far ipotizzare che quelle stesse acque dopo mesi di siccità non possano essere semplici acque reflue e piovane, acque cioè che scendendo dalle strade e dai campi si infiltrano nel sottosuolo per poi stagnare a causa di lenti di sabbia ed argilla.Dopo mesi di siccità se così fosse il livello delle acque sarebbe dovuto essere minimo, invece nei piezometri si è rilevata una grande quantità di acqua, e sicuramente dovranno essere fatti altri accertamenti a garanzia de cittadini e dell’ambiente, se li sotto infatti c’è una falda acquifera vera, la legge pone seri limiti alla realizzazione della discarica. Il fondo scavo della discarica deve stare ad un tot metri dal livello della falda, e questo pregiudicherebbe la realizzazione del progetto poichè il fondo scavo in alcuni punti non potrebbe essere quello da progetto ma ben inferiore se non si vuole andare ad intaccare la falda acquifera. I ricorsi tra le altre cose hanno sempre puntato su questo aspetto e finora si è sempre detto in tutte le sedi che li sotto l’acqua non era di falda ma di stagnazione di acque meteoriche e di raccolta delle acque di scolo delle strade e dei campi. Futuri accertamenti ci faranno capire meglio che direzione prenderà la discarica. L’ipotesi di cave fatta da Cerasi credo che se si riferisce alle cave della Valle del Rio Lacque, sia un ipotesi improponibile e scellerata, in quanto in quella Valle c’è il più importante bacino acquifero della Provincia, con grandissime riserve di acqua di grande qualità. L’acqua è l’oro del futuro e va tutelata in ogni modo. Aspettiamo i risultati delle indagini e della analisi per capire cosa succederà prossimamente.
L’episodio “strano” puzza di più di una discarica !!! Chi ne avrà giovamento per il ritardo sull’apertura ? Se i precedenti controlli non avevano rivelato anomalie… comè che ora si scopre dell’inquinamento ? E le effrazioni chi le avrebbe fatte ? Il mistero sarà chiarito ?
Secondo il progetto era tutto OK , ora, chi losa per quali interessi, il progetto non è più OK.
Forse sarrà come l’inceneritore, che a parere degli enti che dovevano controllare, ora inquina, mentre per oltre venti anni era tutto regolare ed abbiamo respirato salutare aereosol.
Ma da chi siamo amministrati!!!!!
senza entrare nel merito per mancanza di prove ma………SE PRODUCIAMO SEMPRE PIU’ RIFIUTI DA QUALCHE PARTE BISOGNERA’ PUR SISTEMARLI!!!!!!!!!
sempre tutti contro tutti quando c’e’ da fare una discarica,un inceneritore,quando si deve trovare una soluzione!!!!!!!senza parlare dei problemi della differenziata….lascimo stare l’ipocrisia e rimbocchiamoci le maniche!!!!!!altrimenti faremo la fine di Wally della walt disney……….
MI ripeto perchè pare che il vero nocciolo della questione non sia stato evidenziato. L’inquinamento di per se è grave ma non pregiudica la realizzazione della discarica, semmai ne ritarda la realizzazione e ne fa levitare i costi, ma anche qui c’è un 61% di ribasso da sfruttare quindi…… :))
Il vero problema che invece dovrebbe preoccupare e indignare i cittadini e non solo quelli di Cingoli, è il fatto che la discarica possa venire realizzata sopra una falda acquifera. Ovunque si realizzi è da incoscienti posizionare una discarica sopra una falda. Non dimenticate gente che l’acqua è lil vero oro dell’umanità e dobbiamo tutelarla a qualsiasi costo. La falda se si tratta di falda non si trova a Fosso Mabiglia a 18metri di profondità ma in alcuni punti anche a 9/10 metri. Ora chi amministra o meglio chi ha il potere ed il dovere di controllare deve obbligatoriamente dirci con metodi scientifici ed ineccepibili se quella di FOsso Mabiglia è una falda vera o una polla d’acqua in cui ristagna l’acqua piovana o di scolo dei campi. Nel secondo caso è un discorso, nel primo caso la discarica nn si può e non si deve fare in alcun modo. Questo non per Cingoli, ma per qualsiasi paese. L’acqua ha dato origine insieme all’aria alla vita è l’elemento fondante dela vita sulla terra e pregiudicarne i siti di accumulo ora che sembra che il clima si stia estremizzando significa metterci nella condizione di rendere la nostra stessa vita in futuro molto precario. L’esigenza di fare una discarica non giustifica il farla a casaccio. Ma la cosa più simpatica in tutto questo, è che la Provincia commissionò ai tempi del Presidente Pigliapoco lo studio per la localizzazione di 10 future discariche provinciali. Ebbene la Politecnica delle Marche dovrebbe essere un organo tecnico e competente, io mi domando, quando individuarono i siti, lo fecero solo guardando la cartografia e valutando la matrice demografica oppure valutarono anche la matrice acqua? Li sotto l’acqua cè o non c’è? Ho visto con i miei occhi pochi giorni or sono che l’acqua dopo mesi di siccità ce ne stava tanta, e quando fa inverno quanta ce ne sta? Meditate gente e per ora aspettiamo le risultanze dei controlli.