Chi ieri sera si è trovato a guardare le acque del Tennacola ha pensato probabilmente di essere stato catapultato sul set di “Dark water”. Il fiume, in tutto il tratto che attraversa il territorio comunale di Penna San Giovanni, era una lunga marea nera dalla quale emergevano in superficie le carcasse dei pesci, tutti morti. Un quadro inquietante, terribile che ha indotto il sindaco di Penna San Giovanni, Giuseppe Mancinelli a chiedere l’intervento dell’Arpam e della Forestale. Almeno cinque chilometri di fiume completamente avvelenati, quasi certamente da sostanze chimiche e non biologiche: non si spiega altrimenti la moria dei pesci. I tecnici dell’Arpam hanno raccolto dei campioni di acqua, mentre gli agricoltori sono stati invitati a non utilizzare momentaneamente l’acqua del Tennacola per irrigare i campi. Sta indagando invece la Forestale per risalire ai responsabili dell’inquinamento del fiume. Si pensa che qualcuno possa aver scaricato a monte i liquami (il fiume nasce a Sarnano e attraversa praticamente tutti i Comuni dell’Alto Maceratese) che poi sono ridiscesi a valle.
(a.b.)
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L’ennesima ignominia ambientale i cui responsabili non pagheranno alcunché.
Risalire al soggetto inquinatore sarebbe elementare, soprattutto in questo periodo di siccità e quindi di livelli molto bassi dei corsi d’acqua, la cui velocità di scorrimento è così lenta da permettere di risalire in breve, a monte, fino al punto di sversamento. Ma per fare questo occorre la volontà e la rapidità. Naturalmente anche attraverso le analisi si potrà capire di quali sostanze si tratta e quindi dedurre inequivocabilmente quale azienda ubicata lungo il fiume, utlizzi tali sostanze. In genere si tratta di opifici o laboratori che accumulano i residuati chimici della propria lavorazione in vasche o bidoni per poi affidare tali fluidi letali alle aziende specializzate nello smaltimento di rifiuti tossici. Naturalmente è più facile e meno costo svuotare, magari di notte, tali depositi mortali nel fosso o nel corso d’acqua confinante, soprattutto perché all’inizio del periodo ferie gli “eventuali” controlli sono meno probabili e poi c’è sempre la possibilità che se ne accorgano in pochi e quei pochi se ne freghino di avvertire immediatamente le autorità.
Insomma la solita vigliaccata criminale che produce un danno ecologico incommensurabile.
Queste pratiche maledette iniziarono nei primi anni settanta nel Chienti e nel Potenza quando le prime grandi aziende che utilizzavano solventi chimici per le loro lavorazioni, iniziarono a svuotare, sistematicamente nei giorni prima delle ferie, le cisterne di sostanze esauste ma micidiali per ogni forma di vita del fiume: ho vissuto in prima persona quello scempio e le tonnellate di pesce che galleggiava sull’acqua che, nel frattempo guarda caso era anche aumentata fino a livelli di piena, assolutamente improbabile in quel periodo di siccità (è evidente che chi aveva scaricato le sostanze fosse così influente da “spronare” chi allora gestiva le dighe a monte affinché venissero aperte le paratoie per consentire alla piena di portare a mare tali sostanze nel modo più rapido possibile). Io e mio padre avvertimmo le autorità che fecero dei prelievi, sia di pesce che di acque, ma non emerse NESSUN RESPONSABILE, nonostante sapessero tutti perfettamente il nome dell’azienda inquinatrice, che naturalmente continuò tale pratica anche negli anni successivi e lo stesso fece la maggior parte delle aziende che nacquero negli anni. Poi quando il danno era ormai irreversibile, vennero introdotte alcune norme un po’ più restrittive ma ugualmente sterili.
Fare profitti senza investire nulla nella conservazione della natura è un’abominio che il genere umano non può e non deve permettersi. Dobbiamo invece essere riconoscenti nei confronti di quelle poche aziende che decidono di produrre con più attenzione e rispetto verso la natura che ci ospita.
Basterebbe una semplice regola che dovrebbe imporre ogni sindaco nel suo territorio: Tutte le industrie, imprese, comunità, anche privati, che utilizzano l’acqua dei fiumi per la propria attività la devono prelevare a valle e dopo averla utilizzata, riversarla a monte, quindi sarebbero costretti a non rilasciare sostanze inquinanti nell’acqua che sversano, altrimenti inquinerebbero se stessi. Non so se tecnicamente è un’utopia ma a me sembra l’uovo di Colombo. Per quanto riguarda queste azioni criminali, una volta scoperti, devono essere privati della licenza dell’attività che svolgono oltre a sanzioni idonee al danno causato. La forestale insegue qualche ragazzoto in moto sulle montagne o manda sanzioni salatissime per una vecchia auto che fa da pollaio vicino a un casolare, non si accorge di un camion o un trattore a notte fonda sulle rive di un fiume? Queste storie come dice Spalvieri, sono sempre capitate, è un malcostume dovuto a ignoranza e cupidicia ma è anche ora di finirla.
x Maurizio: posso chiedere il nome di quest’azienda e di codesta ditta “specializzata” per smaltimento rifiuti?
magari non pubblicamente per evitare querele ma come fare per averlo privatamente?
magari se ne parla, la si boicotta, si manda un ulteriore esposto a procure (più procure è meglio!), prefettura, carabinieri, poilizia, finanza, NAS, forestale, VV.UU., Provincia, Sindaci dei comuni lambiti dal corso fluviale.
ritengo alquanto improbabile che tra questi non ci sia proprio nessuno minimamente interessato ad approfondire…
Basterebbero maggiori contrtolli ambientali, se soltanto questi controlli si volessero fare…
questa notizia è drammaticamente sconvolgente. Un fatto di una gravità estrema e mi sarei aspettato migliaia di commenti ma soprattutto mi aspetterei (inutilmente, come scrivono anche altri) che iresponsabili venganoi individuati e sottoposti a pene severe ( ma quando mai….). ci stiamo evvelenano piano piano e a nssuno sembra interesare nulla. Ci stiamo scavando la fossa e a nessuno interessa. Intanto la gente fa il bagno al mare tra veleni e schifezze varie che questi fiumi, fossi, torrenti portano al mare, anche in posti con bandiere blu..che controsenso……mah!
PS la forestale fa anche controlli su strada come poliziotti e carabinieri e forse potrebbero evitar di fare questo servizio e impiegare il tempo a controllare di piu fabriche industrie varie e cantieri zona quadrilatero. Magari lo fanno di sicuro di già, ma devono farlo ancora di più per il nostro bene. Anche se il furbetto trova sempre tempo e modo di sversare.
dubito fortemente che , nonostante si ripetano periodicamente certi abusi, che si prenderanno come lecito attendersi provvedimenti seri e convincenti
. certo è che il fenomeno di moria cosi ingente di pesci si rificherà come si riverificherànno altri episodi di sversamenti dolosi.
questa italia spesso omertosa e se vogliamo un po’ mafiosetta non puo’ andare lontano. spero tanto che gli organi preposti vadano fino in fondo per individuare e colpire l’autore di questo disastro