di Filippo Ciccarelli
C’è solo casualità nei continui incendi che, puntualmente, da diversi anni a questa parte all’inizio dell’estate avvolgono gli pneumatici accatastati nel piazzale di quella che oggi si chiama Smaltite (un tempo Boce e Cosmogroup) nella zona industriale Le Grazie di Tolentino? Può quella enorme quantità di gomme, stimabile intorno alle 600 tonnellate, restare ammucchiata nel piazzale dell’azienda, quando la normativa prevede che in quel sito possa rimanere un quantitativo pari a quello lavorato in un giorno (di media 50-60 tonnellate)? Ci sono stati e ci sono controlli adeguati da parte delle autorità preposte? Questi sono solo alcuni degli interrogativi che da tempo i residenti della zona (e non solo) si pongono, con comprensibili preoccupazioni sulle ricadute che la nube nera (leggi l’articolo) che si dipana dall’incendio può avere sulla loro salute. Il momento difficile per Tolentino non è passato ancora. Dopo i proiettili al sindaco Pezzanesi e l’effrazione all’acquedotto che ha messo in ginocchio mezza città per una precauzionale emergenza idrica, oggi ci si interroga sui roghi alla Smaltite. Incendi che, è bene sottolinearlo, non hanno evidentemente alcun tipo di collegamento con gli episodi precedenti ma che continuano a tenere alta l’allerta dei cittadini. Anche perchè il rogo divampato all’alba di ieri mattina è tutt’altro che spento.
Infatti, un sopralluogo svolto oggi pomeriggio dai tecnici dell’Arpam, dell’Asur, dagli agenti della Polizia Municipale e dai tecnici dell’Ufficio Ambiente ha evidenziato che “il materiale combusto a seguito di movimentazione potrebbe riattivare la combustione a seguito del contatto con l’aria. Si rende necessario effettuare un ulteriore sopralluogo tra giovedì e venerdì per accertare l’inizio dello smaltimento del materiale bruciato che resta sotto sorveglianza continua da parte del personale dell’azienda”.
Una nota del Comune informa anche che “sono stati effettuati altri campionamenti per le analisi del caso, al fine di valutare in particolare la presenza degli IPA – idrocarburi policiclici aromatici, che in natura si trova normalmente nel carbon fossile e nel petrolio -mentre la loro formazione per cause antropiche può avvenire, come in questo caso, nel corso di combustioni incomplete di materiale organico. Resta quindi in vigore l’ordinanza del Sindaco che vieta, a titolo precauzionale, il consumo a scopo alimentare di prodotti ortofrutticoli e la raccolta di prodotti cerealicoli nelle zone di contrada San Martino, San Diego, Le Grazie (tutte le vie comprese all’interno della contrada) Rosicano dal civico 1 al 4 e Pianibianchi dal 35 al 78″. La zon, infatti, è stata interessata dalla ricaduta di materiale parzialmente combusto, condensato e precipitato sotto forma di colore nero, delle dimensioni rapportabili al millimetro.
E il Comune non vuol restare con le mani in mano. Il sindaco Giuseppe Pezzanesi ha infatti ordinato alla ditta Smaltite l’immediato confinamento e messa in sicurezza dei residui di combustione, comunicandone al Comune, Arpam e Asur, riscontro di quantità e modalità della messa in sicurezza del materiale in questione. Il Comune fa anche sapere che l’Ufficio Ambiente comunale “controlla periodicamente, sia direttamente sia attraverso gli organi preposti, le attività della Smaltite con l’intento di verificare che tutte le diverse fasi della lavorazione o di stoccaggio dei materiali siano conformi alle norme di legge, tanto che l’ultimo controllo da parte della Polizia provinciale e Arpam risale allo scorso 17 maggio”. Ma allora perchè si verificano questi incendi? C’è dietro la mano umana o, ipotesi plausibile e confermata dagli esperti, sono fenomeni di autocombustione, possibili qualora le gomme non siano state lavorate alla perfezione? Su questo stanno lavorando gli investigatori dei vigili del fuoco e dei carabinieri per arrivare quanto prima a una conclusione.
Una questione spinosa sulla quale interviene anche il Movimento Cinque Stelle che sottolinea come “la combustione di pneumatici, oltre alle diossine, il cui effetto cancerogeno è ormai scientificamente accertato, genera anche idrocarburi policiclici aromatici, tra i quali particolarmente pericoloso è il benzopirene. Perchè nessuno si è premurato di avvisare immediatamente la popolazione? Non sono previsti piani operativi di emergenza in questi casi? Ci aspettiamo che le autorità competenti predispongano un immediato e costante monitoraggio della ricaduta sul territorio. I molteplici incendi avvenuti negli ultimi anni denotano la tipica trascuratezza di chi dovrebbe vigilare. E’ inammissibile sacrificare la salute dei cittadini in nome del presunto “quieto vivere”.
(Foto inviate da Silvano Scalzini)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
ma è chiaro a qualcuno dei residenti da fastidio che nei pressi ci sia un azienda che smaltisce le gomme, e ogni tanto gli da fuoco.
Sarebbe una mossa “geniale”. Per non avere l’azienda tra i piedi si auto-avvelenano (e avvelenano tutti noi)…
IL PROBLEMA NON E’ DA SOTTOVALUTARE…………….
BASTA PASSARE PER LA SUPERSTRADA PER CAPIRE L’ENORME QUANTITA’ DI GOMME AMMASSATE……..
IMMAGINATE SE SI VERIFICASSE UN INCENDIO DI VASTE DIMENSIONI…………..IL RISCHIO SALUTE CI SAREBBE PER L’INTERA VALLATA A SECONDA DI COME IL VENTO DOVESSE SOFFIARE
E’ OVVIO CHE LA DITTA NON RISPETTA COMPLETAMENTE LE REGOLE ALTRIMENTI LA QUANTITA’ DI GOMME STIPATE DOVREBBE ESSERE DECISAMENTE INFERIORE
NON VA SOTTOVALUTATO NEANCHE CHE NELLA ZONA OPERA UN’ALTRA ATTIVITA’ CHE TRA L’ALTRO SI DENOMINA “ECOAMBIENTE”
QUESTA DITTA SI OCCUPA DEL RICICLO DI MATERIALI EDILI PROVENIENTI DA EDIFICI IN RESTAURO
APPUNTO DURANTE LA “MACINAZIONE” DI TALI MATERIALI DI NATURA PER LO PIU’ CEMENTIZIA ANCHE A SECONDA DELLA QUANTITA’ DI VENTO SI ALZANO DELLE POLVERI CHE FINISCONO NELL’ARIA E NELLE VICINE ABITAZIONI
ORA, QUESTE POLVERI A LUNGO ANDARE, RESPIRANDOLE DI FATTO COSTANTEMENTE, PERCHE’ PRESENTI NELL’ARIA, SONO DANNOSE ALLA SALUTE?
LA SERIETA’ DEI GESTORI NON E’ DA METTERE IN DUBBIO, MI CHIEDO PERO’………..SI POTREBBE LAVORARE IN MODO DA EVITARE LA DISPERSIONE DI POLVERI? LE MACCHINE CHE MACINANO I MATERIALI DA RICICLARE ANDREBBERO CHIUSE IN APPOSITI CAPANNONI PER EVITARE LA FUORIUSCITA DI TALI POLVERI?
INVITO ALLA RIFLESSIONE PERCHE’ LA SALUTE DELLE PERSONE E’ LA PRIMA COSA DA TUTELARE !!!!
La mia sensazione è molto sgradevole anche in riferimento alle tristissime tragedie che hanno colpito giovani donne di Tolentino, in un preoccupante susseguirsi, e credo che di “quieto vivere” c’è ne è veramente molto poco, vorrei prima di tutto sapere la verità, l’aria che respiriamo, gli animali che alleviamo, le verdure e la frutta che coltiviamo, l’acqua che beviamo, i cibi che compriamo sono salubri? Non mi basta sentire che le analisi danno “risultati apprezzabili non difformi alla norma”. Pubblicate le analisi, fate controlli a tappeto e rendete noti i risultati, con ricambio delle squadre di controllo, non è caccia alle streghe è civiltà, insomma trasparenza. Se al primo posto non poniamo la salute, tutto il resto è fuffa.
PS: come si intende risanare i terreni dove si sono posate le famose goccioline di circa un millimetro di diametro? Non credo siano biodegradabili, come vorranno rimediare? In attesa di risposte, facciamo finta di niente per il quieto vivere?