Il presidente della Camera di Commercio Giuliano Bianchi con i suoi collaboratori e i componenti dell’Associazione Italiana Sommelier
di Alessandra Pierini
(foto-servizio di Guido Picchio)
“Libiamo nei lieti calici”, il celebre brindisi a tempo di valzer del primo atto della Traviata, sarebbe stato la colonna sonora ideale per l’inaugurazione della Civica Enoteca Maceratese in corso della Repubblica a Macerata, ambiente progettato dalla Camera di Commercio come vetrina per i vini del territorio ma soprattutto come spazio fruibile che contribuisca a far rivivere il centro storico del capoluogo. Se i tanti calici alzati al cielo dai numerosi intervenuti hanno richiamato alla memoria cerimonie di altri tempi, ci hanno pensato i giovani concorrenti, protagonisti di Musicultura ai quali, per restare in tema, è stata consegnata una bottiglia magnum di vino, etichettata con una foto di ognuno di loro, a riportare modernità e brio nel cerimoniale. «La mia faccia sul vino – ha esclamato uno dei concorrenti sorpreso – devo farla vedere a mia madre».
Molti dei presenti, lo ha confessato il presidente della Provincia Antonio Pettinari, hanno fatto le ore piccole al dopo Musicultura ma nessuno è voluto mancare ad un appuntamento atteso da tempo, compresi il patron del festival Piero Cesanelli e il presentatore Fabrizio Frizzi. «Portiamo avanti questa idea – ha sottolineato il presidente della Camera di Commercio Giuliano Bianchi – da almeno dieci anni e l’enoteca, che gestiremo in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier, è un punto da cui vogliamo irradiare turismo e cultura. Inaugurare è facile, ora dovremo farla funzionare e per questo siamo a disposizione di tutti coloro che vorranno renderla viva con noi».
L’enoteca provinciale è, secondo l’assessore regionale Pietro Marcolini, un’opportunità: «I centri storici sono ormai spopolati e questa apertura è un’opportunità in più da sfruttare perchè contribuisce a riattrarre attività economiche. Deve diventare una vetrina permanente che faccia da tramite tra visitatori e poli produttivi».
Luca Bartoli, presidente di Ex.It della Camera di Commercio, pensa agli imprenditori: «Potranno usare l’enoteca come punto di accoglienza per offrire ai clienti le nostre specialità enogastronomiche».
L’enoteca sarà aperta dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 12 e dalle 18,30 alle 20,30. (GUARDA IL VIDEO)
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“Che famo stasera?”
“Come, non lo sai? hanno inaugurato l’enoteca provinciale!”
“Ah si? però che figata!”
“Dai andiamoci pure noi!”
“Si, vabè, ma dove sta?”
“A Macerata, al corso della Repubblica”
“Cazzo, ma proprio lì la dovevano fa’?”
“Dai, su, te vengo a pijà in macchina”
“Sci, vabè, ma dopo do’ parcheggiamo?”
“E che ne so …. buttamo via che euro e la lascemo al silos”
“Sci, se c’è posto”
“Allora la parcheggemo per le mura”
“E va bè, ma se dovemo pagà allora cerchemo più vicino, scusa”
“Allora lascemola do’ non se paga ….. beh che ne so, a Villa Potenza, oppure a Piediripa ….. anzi no! lasciamola in Via Piave”
“Sci, vabè, però co ‘sso callo tocca fasse la doccia appena rriemo su dopo la salita de le scalette”
“Beh in effetti tutta ‘sta voglia non ce l’ho ……. ce fosse almeno un autobus ……”
“Ma va’, lascia perde ….. ne passa uno ogni du’ ore …”
“Ho capito, dai, lasciamo perde ….. ‘nnamo a Citanò oppure …… ho saputo che hanno inaugurato un centro commerciale, me pare che se chiama Corridomnia”
…..
Ecco, forse qualcuno dovrebbe pensare ad un dialogo come questo e ragionarci su …………….
Amanti e matti – scriveva Shakepeare in “Sogno di una notte di mezza estate” – hanno cervelli così in ebollizione, e così fervide fantasie, che scoprono più cose di quante non riesca a coglierne il freddo ragionamento. E mentre qualcuno fantastica sulla presenza di personaggi dell’alto Medioevo ed altri vedono simboli cabalistici viaggiando intorno allo Sferisterio, non posso nascondere di essere stato innamorato perdutamente di un locale garibaldino: il Giardinetto. L’ho frequentato con tanta passione nella seconda metà del secolo scorso, quando ero in perenne ricerca del tempo perduto, affascinato dal vociare degli avventori e incuriosito dai relativi usi e costumi degli ultimi artigiani. Alle pareti erano esposti con una certe dose di orgoglio i ritratti di Garibaldi e Mazzini, lo statuto e l’elenco dei soci, la stampa di Oberdan e le foto degli ultimi garibaldini alla festa del centenario del 1973, mentre in cantina tra le damigiane piene e vuote c’era un baule di documenti che ispezionai pazientemente per cercare di risolvere la leggenda secondo la quale i locali erano stati donati ai reduci garibaldini da Giacomo Costa. Niente di tutto ciò, perché i Costa erano tutt’altro che filantropi.
Con la bella stagione iniziano le solite sfide e disfide che si concludono nei giorni di ferragosto, mentre donne e donzellette intrecciano ghirlande e si preparano a ballare sarabande nelle piazze.
Ma, chi con tanta passione si prepara ad aprire le taverne ai cibi e ai canti, in occasione delle infinite rievocazioni storiche più o meno di maniera, non si accorge che stanno per chiudere nell’indifferenza generale le poche taverne vere rimaste, come lo storico Giardinetto.
La cultura dei commercianti ridotta a tarallucci (o polentina) e vino: panem et circenses!
Lodevole iniziativa, sicuramente utile per “ripopolare” il centro storico di Macerata oltre che per far conoscere i prodotti buoni della sua terra. Occorrerà lavorarci sodo e inventarsi qualcosa perchè, come dice Antonio Maria Golini, il piacere di andare non sia sopraffatto dalle difficoltà di arrivare.
Ottima iniziativa!!
Il centro storico deve puntare anche su questo, sulla qualità e sulla tipicità, per rivitalizzarsi.
Lasciate perdere chi non sa fare altro che lamentarsi…. è un insoddisfatto che non sa esprimere le proprie qualità, ‘lasciandosi vivere’, piuttosto che vivere in prima persona..
Il primo commento mi ha messo una grande tristezza addosso! Poi non lamentiamoci se il centro storico è abbandonato, se la gente comtinua ad avere quella mentalità si merita di vivere una città fantasma ma non si lamentasse…la mamma degli sciocchi è sempre incinta
@DemocraticaMente: il primo commento, cioè il mio, altro non è che la trascrizione di un dialogo assai frequente in città, ne prenda atto e non si rattristi troppo.
Secondo me infatti lei confonde i termini della questione: cioè non è sbagliata la “mentalità” di chi – pensa un po’! – non vuole soffrire troppo per fare una cosa (anzi, provare piacere nella sofferenza rappresenta notoriamente una deviazione, chiamata “masochismo”), ma caso mai quella di chi rendendo impossibile l’accesso al centro ne ha decretato la morte.
Quindi è verissimo che “la mamma degli sciocchi è sempre incinta”, altrimenti non capirei perchè i maceratesi da anni si lamentano dello spopolamento (direi più “morte”) del centro cittadino eppure nonostante ciò non hanno mai preteso dalla politica una inversione della tendenza che questa situazione ha creato.
Provi infatti a mettere 1 milione di euro in cima all’Everest e mi dica in quanti andranno a prenderlo ……
Non si rivatalizza il centro storico con inaugurazioni riservate a “pochi intimi”.
@Pierre: perfettamente d’accordo con quello che dici
@pierre e golini: vorrei informarvi che l’inaugurazione non era affatto riservata a pochi intimi, anzi la sede era aperta e proprio per questo molto affollata. Si poteva liberamente entrare, partecipare, curiosare, intervenire, financo brindare con ottimi prodotti offerti per l’ occasione…..Si poteva insomma dare vita all’ enoteca, come nelle intenzioni dei promotori della manifestazione!
Non critichiamo sempre, tanto per sport ……..
Se si parla e si da voce ai commenti bisogna che siano veritieri…..
@ Serrani Renzo
La polemica è la figlia irrequieta nata dall’amplesso tra la passione letteraria e la passione civile; non c’è odio né disprezzo verso chi capita sotto tiro. (Marcello Veneziani).
Pertanto volevo solo sottolineare che certi Enti di ogni ordine e grado non dovrebbero ridursi a far concorrenza, per di più con le quote degli associati, alle varie Pro Loco. Non ti nascondo che essendo per un centro vivo, diffido di tutte quelle parole che finiscono in teca.
@ Gabor: ottima la citazione di Veneziani!!!
Le passioni tengono viva l’intelligente schermaglia di opinioni!
Non vedo invece la concorrenza tra la Camera di Commercio ed altre Pro loco: a mio modesto avviso l’intento di riqualificazione del sito alla fine di Corso della Repubblica, con spazi a disposizione di chi vorrà organizzarci manifestazioni, meeting, dibattiti e quant’altro di adatto al luogo mi sembra che completi un’offerta complessiva alla cittadinanza ed ai vari utenti, leggi anche visitatori, della nostra cara Macerata.
La chiusura di taverne e osterie storiche a Macerata, non viene poi certo “sospinta” da questa nuova iniziativa, purtroppo e’ il passare degli anni, il correre frenetico di un tempo che viaggia al ritmo di bit e di modem, anziché al vociare festoso di avventori che siedono sotto un tralcio di vite, nel vecchio Giardinetto…..
@ Renzo il Giardinetto è morto da tempo. Evviva il Giardinetto!
Ho dovuto mettere una vecchia immagine “fiorentina” per meglio mimetizzarmi tra le sagre partorite e abortite dal Modello Marche, Provincia, CCIAA editoria, turismo etc.. Non ho nulla contro l’identità culturale dei vini e dei canti, valore aggiunto se andasse esportata in nuove strade e non ridotta con gaglioffaggini varie a mero folklore locale. Non possiamo parlare tutta la vita di ciabuscolo e introvabili brodetti e vincisgrassi. Tuttavia vedremo quanti mesi potrà durare e soprattutto quanti giovani potrà irretire nella vasca del corso quest’effimero CEM. Ecco l’utilità di una certa vis polemica mai fine a se stessa.
@Renzo Serrani: dalle foto pubblicate tutta questa folla non si direbbe.
Comunque, il senso delle mie critiche era un altro, e solo in parte coincidente con il commento di Pierre che pure – comunque – condivido.
Il problema, se posso, è “strutturale”, e non sarà certo un esperimento come quello di cui all’articolo a risolverlo, anche perchè l’ordine delle questioni è inverso: come ho già detto – e mi scusi se mi ripeto – provi a mettere un milione di euro in cima all’Everest e mi dica quanti andranno a prenderlo.