Il “burlesque” esordì nell’Inghilterra del quattordicesimo secolo come genere letterario parodistico e poi, nell’Ottocento e negli Stati Uniti, diventò spettacolo di travestimenti, donne seminude e balli sexy. Infine, venendo ai giorni nostri, esso dilaga nei programmi televisivi d’intrattenimento esaltando l’ideale estetico del “tette e culi”. Ultimamente, però, c’è stato un salto di qualità. Adesso, infatti, il termine “burlesque” indica qualcosa di più specifico, vale dire le serate che Silvio Berlusconi organizzava nella villa di Arcore invitandovi, a pagamento, anche “escort” di varie etnie la cui specialità consisteva nel saper praticare con maestria professionale quel più avanzato settore del “burlesque” che va sotto il nome di “bunga bunga”.
E ce l’ha spiegato lo stesso Cavaliere nel corso del processo per prostituzione minorile che sta affrontando a Milano: “Il mio”, ha detto, “era nient’altro che un giocoso e innocente burlesque”. Solo un lapsus freudiano, nel senso che voleva dire “berlusque”? Chissà. In quelle festose riunioni, comunque, lo spirito del “burlesque” c’era e non possiamo negarlo, specie se riflettiamo sul consigliere regionale Nicole Minetti travestita da suora che poi si spoglia ed esibisce le grazie donatele da madre natura e sul ruolo altrettanto da “burlesque” della diciassettenne marocchina Ruby Karima, che allora, ma a sua insaputa, si travestiva da nipote di Mubarak e in seguito, infelice ragazza ridotta in miseria dalle “toghe rosse”, è stata cristianamente aiutata a sbarcare il lunario con oboli da migliaia di euro alla settimana.
Ma basta con l’ormai trito argomento degli stili di vita del nostro ex premier e torniamo al vero significato del “burlesque”, che, ripeto, è finzione scenica, trasformismo e spassosa trasgressione delle noiose regole etiche dei benpensanti. E’ proprio vero, insomma, che il “burlesque” si faceva solo ad Arcore? No, ce ne sono esempi anche da noi e attengono a varie circostanze della nostra esistenza quotidiana. Esempi che magari non hanno finalità erotiche ma, attenzione, la psicoanalisi ci dice che la pulsione dell’eros è alla base di qualsiasi bramoso comportamento, nel privato, nel pubblico, nel sociale e nel politico.
Come s’è visto, il “burlesque” si basa soprattutto sul travestimento, sul sembrare ciò che non si è, sul far credere di essere altri. Non a caso il “burlesque” di Arcore prevedeva che prima di spogliarsi quelle “escort” si travestissero da monache, infermiere, poliziotte, danzatrici del ventre e fatine di favole. Prendiamo allora quegli uomini e quelle donne in uniforme da vigile urbano che sembrano controllare il traffico in corso Cavour e in altre vie di Macerata. Eccessi di velocità? Motorini spaccatimpani? Auto che non danno la precedenza ai pedoni sulle strisce? Biciclette contromano sui marciapiedi? Niente, loro si limitano a guardare. Non sarà allora che sono persone comuni travestite da vigile e stanno inscenando un divertente, per loro, “burlesque”?
E ancora. Come non pensare a un “burlesque” quando imprenditori edili travestiti da pubblici amministratori o pubblici amministratori travestiti da imprenditori edili modificano il piano regolatore a sostegno di certi interessi? E ancora. Non è forse per allietarsi con un pittoresco “burlesque” che alcuni agiatissimi professionisti si travestono da poveri e non pagano i ticket sanitari dichiarando di essere pressoché nullatenenti? E ancora. Non sono forse protagonisti di un ameno “burlesque” quei consiglieri comunali di opposizione che si travestono da maggioranza – o di maggioranza che si travestono da opposizione – e giorno dopo giorno seminano trappole sul cammino della giunta? E ancora. Non è forse da “burlesque” il fatto che in queste elezioni amministrative i partiti, afflitti da uno scarsissimo credito popolare, si siano travestiti in un’infinità di liste civiche? E infine. Non è forse un palcoscenico di “burlesque” questa nostra Macerata che ama passare da principessa di bellezza ma in realtà si concede alle colate di cemento e alla misteriosa e mai doma sovrabbondanza dei supermercati?
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Diciamo che siamo un po’ tutti
“Burlesquamente Burleschi ”
Ci diciamo tutti indignati- poi –
Abracadabra- ale’- tutti a votare ahimè i soliti – ovvero i riconoscibilissimi travestiti
– quelli che sappiamo per certo essere la causa di tutte le nostre indignazioni .
.
PS. Dott Liuti -Mi permetto di farle notare una piccola dimenticanza- nella lista dei burlesquamente travestiti
ha tralasciato l inserimento di qualche elemento della sua categoria !
Arcore o HarDcore???
DIREI PROPIO DI NO. I NOSTRI PICCOLI INDUSTRIALI DELLA PROVINCIA E DI QUELLA LIMITROFA, DA QUANTO MI RISULTA, SONO SOLITI ORGANIZZARE FESTE DEL GENERE.
Ma parlimo delle cose che ha da venì! Lu problema e che nisciù sa cosa ce spetta e li politici in prima persona non sa cosa sa fa. So preoccupatu
E’ incredibile! Anche se noi del terzo millennio pensiamo di essere civili e corretti in virtù delle nostre conoscenze,della nostra cultura e delle nostra tradizioni, siamo esattamente la fotografia dell’allegra combriccola dei “racconti di Cantherbury” di Geoffrey Chaucer( o del Decamerone meglio definito come “I racconti di Cantherbury ” de noantri) ,grandi compagni di merende,privi di ogni scrupolo e remore, pronti a venderci e ad arruffianarci quando dobbiamo perseguire i nostri interessi personali ma altrettanto pronti a scandalizzarci ipocritamente di ciò che ci circonda.Tutte le più grandi controversie finiscono a tarallucci e vino,gli amici si trovano con i nemici ,passano da una coalizione all’altra con una serenità e una faccia di bronzo che fanno veramente paura.Ma tutti quei rammolliti,quaquaraquà che li votano non sono meglio di loro:sono uguali, fantocci senza dignità,grotteschi personaggi dalla facciata perfetta,ma talmente falsi dentro da essere molto più disonesti mentalmente dei tanti “pagliacci” che li governano e amministrano.Forse solo discutendo,parlandone in rete, una volta tanto anche senza il velo che molti giornalisti mettono alle notizie( anche i giornalisti non sono esenti dalle convivali corporative ,spesso scrivono per mangiare e sono anche loro prigionieri di ricatti più o meno evidenti ma verosimili), forse chi frequenta la rete potrà (quanto staranno a imbavagliare anche la rete?) trovare la giusta serenità. la forza di discrernere,di riacquistare un senso critico, di riappropriarsi della propria dignità di essere umano e smetterla di essere solo schiavi consumistici, cornuti,mazziati e spremuti come una limone dalle tasse e quotidianamente presi per i fondelli.”Indignatevi “(non sono parole mie , ma di Don Milani), indignatevi ogni giorno e lottate nel vostro piccolo per riaffermare la vostra umanità e per tutelare quella delle future generazioni.Ricordiamo di una parola che oggi non si sente più:ricordiamoci l’onore!”.Buon lavoro a tutti!
Eliana Leoni Marcelletti
Credo che tutti siamo un po’ perversi e nessuno può scagliare la pietra. Ma la cosa confortante è che ci rendiamo conto, qualcuno fa il perbenista ma non lo è nessuno, meglio toglierci la maschera e essere liberi. non tutto e lecito e non tutto e profittevole e non tutto è utile per vivere. Quindi usare il cervello e importante, avvolte ci lasciamo prendere ma si deve lottare per le cose giuste e sopratutto essere sempre noi stessi e non essere quelli che la società ci impone di essere solo consumatori di prodotti.
Il Dott. Liuti coglie sempre nel segno, complimenti per la mira!
@ Sig. Ra – Eliana Leoni Marcelletti
” Brava ”
@ Alex
Purtroppo non sei il solo ad essere preoccupato –
Non so se la terapia giusta per tentare di esserlo
un po’ meno sia quella del confronto – ma Proviamoci …Chissà !!!
🙂
e non è burlesque l’assessorato alla cultura che non ha mai i soldi ma poi all’improvviso per quello che vuole li trova?
Al diavolo il burlesque! Hollande in Francia sta per tirare fuori la ghigliottina e i francesi stavolta taglieranno la testa all’euro e toglieranno dalle spalle degli europei le catene del debito pubblico che finite in mano ai privati( vogliamo chiamarli usurai) stanno privando gli stati della loro sovranità e vogliono distruggerli ,riducendoli a marionette e costringendo i cittadini a rinunciare a tutti i diritti acquisiti ed a finire in miseria, caricandoli di tasse,col beneplacito di politici corrotti ,incapaci e dediti solo a salvaguardare le proprie posizioni di potere.Il venticello fresco diventerà un ciclone….e speriamo che arrivi anche da queste parti e chi sta votando in queste ore lo faccia in modo intelligente e responsabile e distolga gli amministratori dai loro giochetti , dalla loro reggia di Versailles per ricondurli ad una resa dei conti….in senso stretto ed in senso lato.Allons enfants de la Patrie, Avanti, figli della Patria. Le jour de gloire est arrivé( il giorno della gloria è arrivato)!Piaciuto lo scherzetto!Alla Bastiglia!
Eliana Leoni Marcelletti
la maschera sociale è indossata da molti indipendemente dallo stato civile età anagrafica professione o ruolo sociale perché essere trasparenti – parlar chiaro – è una virtù correlata ad una minoranza sociale che vive facendo scelte precise senza piegarsi ai contesti corrotti. il doppiogioco è figlio della corruzione che non conosce le regole ma le inventa per manipolare.