Qual è il tratto caratteristico di Potenza Picena? Si potrebbe pensare alla bellezza ed alla pulizia del paese, alla splendida vista che si gode dal Pincio, dove lo sguardo spazia dagli Appennini al monte Conero, ed abbraccia la bellezza delle dolci colline marchigiane che solo alla fine si arrendono al mare Adriatico. Oppure al radar, che nell’epoca della guerra fredda, complice anche la presenza di centinaia di militari nella base cittadina, ha solleticato fantasie di spionaggio e segreti governativi.
In realtà questo borgo che affonda le sue radici in una storia ultra millenaria e che si estende, grazie alla frazione di Porto Potenza Picena, fino al mare, vive una profonda divisione al suo interno, che non è subito evidente al primo sguardo. La principale frattura riguarda proprio la città che si è sviluppata sulla costa, e che ora conta il doppio degli abitanti del nucleo storico, ed il paese in collina: come ammette il sindaco Sergio Paolucci, c’è una sorta di campanilismo che porta gli abitanti di una zona a pensare che siano privilegiati solo gli altri, come se si stesse parlando di due comuni diversi.
Ma un’altra frattura – forse più profonda – riguarda il differente modo di pensare tra i giovani potentini e gli abitanti più anziani. I primi auspicano un cambiamento di mentalità, troppo chiusa e monotona rispetto ai tempi, mentre per i secondi Potenza Picena è “tranquilla” e va bene così. Per questo, nonostante la città – che conta 16.000 abitanti – sia di medie dimensioni rispetto alla realtà provinciale, i ragazzi vanno a cercare svaghi altrove (principalmente in altre località costiere, come Porto Recanati e Civitanova).
Tra le grandi questioni sulla scrivania del primo cittadino Sergio Paolucci, però, ci sono problemi più “pratici” come quelli legati all’elettrosmog ed alla questione dell’area ex Ceramica.
Signor sindaco, l’associazione Città Prestata ha più volte chiesto lumi sull’effettiva situazione dei terreni dell’area ex Ceramica (leggi l’articolo)…
“Io credo che si tratti di argomenti gonfiati rispetto alla realtà: stiamo facendo un lavoro di pulizia, in un posto che per 100 anni è stato occupato da una fabbrica, ed ovviamente la situazione è tipica di un’area industriale dismessa, con manufatti e materiali di varia natura lasciati sul posto. Abbiamo fatto un progetto per rimuovere tutte le strutture che nuocciono alla città, vogliamo degli spazi che possano andare a disposizione della comunità: cosa vuole Città Prestata? Vuole l’immobilismo? Vuole lasciare tutti gli inquinanti sul terreno?”.
Quale sarà il destino della zona ex Ceramica?
“Dopo la bonifica, anche se non mi piace usare questo termine, realizzeremo un’area residenziale, con servizi, parcheggi, verde attrezzato. Abbiamo fatto ripetute analisi sul terreno e siamo intervenuti per ripulire tutto”.
Un’altra questione è quella dell’elettrosmog (leggi l’articolo): la signora Giovanna Maggini Mazzarella, presidente del Tribunale per la Salute, ha protestato per le antenne installate di recente nel suo comune, denunciando anche i rischi per i cittadini in una città dove è già presente un radar militare. Come risponde?
“Ho rispetto per tutti, ma francamente mi pare che la signora Mazzarella sia un disco rotto. Abbiamo fatto un piano per localizzare il punto dove installare quest’antenna per la telefonia mobile. Abbiamo coinvolto tutti, dalla signora Mazzarella all’Arpam, Asur, Soprintendenza dei Beni Architettonici e Provincia di Macerata. Il radar è qui da 60 anni, c’è un comitato scientifico che ha indagato sulla salute dei miei concittadini e non ha trovato nulla di anomalo. Inoltre l’Arpam fa verifiche periodiche sui livelli di elettromagnetismo, sempre regolari”.
Quindi lei si sente di affermare che Potenza Picena è sicura dal punto di vista dell’elettrosmog?
“Non è che lo dico io, lo dice la legge: se e quando la legge cambierà, e stabilirà altri limiti da rispettare, oppure vieterà la presenza di antenne per i telefonini, o ripetitori o altro staccherò per primo i fili. Ma ora come ora io non posso farlo, da sindaco, anche perché dalle verifiche effettuate è tutto a posto”.
La maggior parte dei cittadini che abbiamo intervistato dice che Potenza Picena è una città tranquilla: come descriverebbe la sua comunità?
“Confermo questa sensazione che avete raccolto. A livello di statistiche di sicurezza siamo ben al di sotto della media nazionale e provinciale per numero di crimini. Recentemente c’è stato quel bruttissimo fatto di sangue (l’uccisione della giovane Andreea Christina Marin, ndr) ma non penso che si tratti di un episodio privato, che sarebbe potuto accadere ovunque, non ascrivibile alla nostra comunità. Gli immigrati rappresentano circa il 10% della popolazione residente, e sono ben integrati: il problema è una sorta di campanilismo che esiste tra i cittadini che abitanti a Porto Potenza e quelli del borgo alto. Ognuno pensa che l’Amministrazione faccia le cose dall’altra parte, ma in realtà pensiamo al bene di tutto il comune. Faccio un esempio: abbiamo investito milioni di euro per rifare il lungomare. I turisti che usano le strutture ricettive di Porto Potenza, magari vengono a pernottare su a Potenza Picena, o nei bed and breakfast della campagna. Quindi l’investimento fatto da una parte fa guadagnare anche l’altra”.
Questa diatriba tra la città e la frazione costiera è dovuta soltanto al diverso impiego di risorse?
“No, c’è anche un motivo di tipo culturale. Mentre Potenza Picena ha una tradizione ed una cultura che si è sedimentata nel corso dei millenni, Porto Potenza è sorta e si è sviluppata nel dopoguerra. All’inizio non arrivava 1.000 abitanti, ora ci saranno circa 10.000 persone: di queste, molte provengono da altri paesi della provincia, che dall’entroterra si sono trasferite sulla costa. Altre, invece, da zone diverse d’Italia, e sono quelli arrivati a Potenza Picena grazie all’ospedale Santo Stefano oppure – quando c’era ancora la caserma – per via del servizio militare. Evidentemente si sono trovati bene, ed hanno deciso di mettere famiglia nel nostro comune”.
A proposito di Porto Potenza, quanto sono state dannose le ultime mareggiate?
“La parte centrale della costa, più protetta dagli scogli, ha retto bene. I problemi li abbiamo avuti a nord e a sud: stiamo cercando di intervenire, di concerto con la Regione, per sistemare tutto. Al momento abbiamo impiegato 2.5 milioni di euro che ci servono per spostare le scogliere, ormai insabbiate, più lontano dalla riva. Questo servirà anche per favorire il ricircolo dell’acqua”.
La temperatura del mare non è certamente adatta per fare il bagno, in questa stagione. Tuttavia la città offre monumenti splendidi che meritano di essere visitati, come il santuario di San Girio, il teatro Bruno Mugellini, inaugurato nel 1862 quando la città si chiamava ancora Monte Santo, e che si trova proprio accanto al palazzo del Comune, dove sventola con orgoglio la Bandiera blu. E ancora il convento degli Zoccolanti, la chiesa di Sant’Agostino, quella dei frati Francescani che si trova al Pincio e quella dei Cappuccini che si trova nei pressi del quartiere Colle Bianco. E con il sole di primavera e la campagna in fiore lo spettacolo offerto da Potenza Picena è ancora più bello. GUARDA IL VIDEO
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