Riflessioni sugli affarucci nostrani

Dall'Ircr all'assessorato dei pistacchi

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Ricci-Marco

 

di Marco Ricci

Dieci riflessioni sugli affarucci nostrani dopo le inchieste di Cronache Maceratesi.

I
C’è un concetto che non è mai troppo chiaro.
La differenza tra la responsabilità etica, morale, politica e la responsabilità penale.
Esempio.
Se faccio una variante e faccio costruire sulla spiaggia rovinando l’intero litorale è una responsabilità politica.
Se il costruttore è un mio amico allora c’è anche una responsabilità etica.
Se oltretutto l’operazione danneggia i vicini, c’è anche una responsabilità morale.
Se poi ci rimedio una tangente, la responsabilità diventa penale.
Insomma per essere furbi o far danni non bisogna necessariamente violare il codice.
Il che, da un certo punto di vista, per molti è piuttosto vantaggioso.

II
Uno dei più mirabolanti pezzi scritti da Pasolini per il Corriere della sera è il pezzo dell’Io so.
Io so.
Io sono i nomi di chi…
[…]
Io so ma non ne ho le prove.
Se Pasolini fosse vissuto a Macerata, l’Io so avrebbe molto banalmente riguardato il piano casa, la gestione del Cosmari, della Smea, dell’IRCR e tante altre amene vicende quotidiane.
Il pezzo, ovviamente, non avrebbe avuto lo stesso successo dell’originale.
Ma anche gli attori, in effetti, non hanno la stessa stoffa di Andreotti e dei generali del SIM.

III
Quando le inchieste toccano i propri compagni e amici lo spirito di Pasolini muore.
Nel migliore dei casi si ottengono infatti due tipi di reazione.
La prima ha a che vedere con il fango qualunquista, populista e modaiolo, con l’antipolitica e con altre manie persecutorie di berlusconiana memoria.
La seconda, molto più insidiosa, ha sempre a che fare con le prove. Se si hanno prove si va da un magistrato, in caso contrario si tace.
Molto divertente da chi si mangia il fegato ad ogni puntata di Report.
Ma alla Gabbanelli abbiamo mai chiesto di presentare le sue inchieste in Procura?
E poi vuoi mettere Bommarito con la Gabbanelli?
Non è nemmeno di Bologna, lui.

IV
Per fortuna che la destra c’è.
Dove nel migliore dei casi si è allegramente dormito, tutti cascano dal pero.
Ma siamo onesti, siate onesti. Certe questioni le conoscevano tutti.
Tutti conoscono i nomi degli studi che contano, tutti sanno dietro ad ogni lottizzazione chi c’è e chi no, quale professionista, quale ditta, quale studio legale di ecumenica provenienza.
Quindi, evviva!, evviva!, in Consiglio Comunale a fare gli eroi contro la speculazione edilizia del PD poi, allegramente, si brinda tutti quanti assieme e si boccia la mozione per la salvaguardia del territorio e la tutela del paesaggio.
Prosit, come si diceva un tempo.
E attenti alle bollicine.

V
Scriveva Conrad che la cattiva navigazione non è colpa del mare. E’ colpa dei marinai.
Allo stesso modo anche la cattiva politica è figlia di cattivi politici.
E’ figlia di pessimi dirigenti di partito, di una base a volte pavida, di un elettorato disattento (alcune volte clientelare) ma sopratutto è figlia della mancanza di idee.
E nel mare morto della pochezza sono i più scaltri a guidare la barca, senza che i rematori si rendano conto di dove stanno andando.
Bisognerebbe almeno informarsi prima di partire.
Perché se non sai qual è Itaca, poi ti possono portare in Sicilia, presentarti Rosaria e raccontarti che si chiama Penelope.

VI
Conflitti d’interesse, conflitti veri o conflitti presunti?
Cautela vorrebbe che non si dovrebbe essere venditori di pistacchi quando si è allo stesso tempo ministro dei pistacchi.
Eppure nella città dei pistacchi tolleriamo allegramente che si possa essere geometra, architetto, avvocato d’affari e nello stesso tempo Presidente della Commissione Urbanistica, Assessore all’urbanistica, o che, da Consigliere Comunale o da dirigente di partito, si rappresentino ditte che operano a Macerata e che interagiscono spesso e volentieri con gli Uffici Comunali o che si prendano incarichi lautamente retribuiti.
Ma perché nei partiti si tollerano certe situazioni?
Semplice, perché i pistacchi piacciono.
Ovviamente non solo ai diretti interessati che almeno hanno la spudoratezza di sputare le bucce sopra al tavolino.

VII
Maggiori e minori responsabili, diceva sempre Pasolini.
Che i conflitti di interesse possano essere risolti dai partiti e nei partiti è al momento attuale pura utopia. Almeno fin quando la base non comincerà a chiedere il conto anche ai minori responsabili.
Ovvero a coloro che non hanno fatto mai nulla per sollevare la pentola.
Certo, si sa, le correnti con le loro varie masturbazioni di cavallette ideologiche trovano sempre il lato buono di ogni faccenda. Così, una volta confusa la politica con i giochi di società, davanti a certe questioni valutano sempre l’inopportunità del momento, l’indelicatezza politica, il lungimirante piano strategico e via discorrendo.
Ma per quale motivo tutte le brave persone che militano nei partiti debbono sopportare queste cose?
Riusciamo ad essere masochisti fino a questo punto?
Forse sì, riusciamo ad essere masochisti fino a questo punto.

VIII
Nel pensare che solo nel PD esista un certo modo di ragionare non potremmo commettere un errore più madornale.
Non rientrerà nel classico conflitto d’interesse berlusconiano, ma quanti altri partiti e quante altre carriere politiche vivono e sopravvivono di clientele, di prebende distribuite a destra e a manca, di amici capobastone ricompensati in modo doveroso ad ogni incarico ottenuto, di silenzi omertosi nonché di vantaggiose cautele d’alleanza?
Vivi e lascia vivere, questo è il modo migliore per fare politica.
Il resto sono palle da dare in pasto ai babbei.

IX
Quando mancano obiettivi concreti e misurabili tutto diventa affare, piccola furbizia e in questo brodo primordiale i piccoli e i grandi furbetti si trovano perfettamente a loro agio.
Quanti  furbetti e ambiziosi vediamo nella Sanità, nelle Università, spesso con il compiacimento dei sindacati o delle potenti cordate che si agitano all’interno delle Amministrazioni quando nel loro operare mancano obiettivi seri e veri criteri di valutazione?
Per la politica è la stessa cosa.
Quando non c’è obiettivo e non c’è valutazione i cretini e i furbi sguazzano alla grande.
Forse è anche per questo che in Italia il concetto di merito è scomparso con Orazio Coclite.

X
L’ultimo punto che andrebbe sviscerato è quello culturale.
Ma qui, onestamente, si può fare ben poco.

***

L’INCHIESTA – La recente transazione che ha definito i rapporti tra l’Ircr di Macerata e l’Italappalti s.r.l. e la ricostruzione dell’intera vicenda. Quando, insieme alla maggioranza, anche l’opposizione ci mette uno zampino (leggi l’articolo)

 



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