Stefano Belardinelli, di Confindustria, a sinistra, e Stefano Gregori, vicepresidente Contram mobilità, a destra
di Filippo Ciccarelli
(fotoservizio di Guido Picchio)
Efficienza, lungimiranza e sinergia: sono questi gli ingredienti della ricetta che ha permesso ad aziende e lavoratori del trasporto pubblico locale di fronteggiare, fino a questo momento, la crisi che impone tagli e sacrifici anche in questo settore. Il caro gasolio, l’aumentare dei costi assicurativi, il taglio da parte della Regione del 5% dei servizi – quantificabile, in termini economici, a 500.000 euro in meno di contributo per il trasporto extraurbano in provincia – stanno mettendo in difficoltà gli operatori del settore. In ballo non ci sono solo i fatturati delle imprese ed i disagi fisiologici che incideranno sull’utenza, ma anche i posti di lavoro del personale che diventerà in esubero.
Stefano Belardinelli, presidente della sezione trasporti di Confindustria, presenta così la situazione: “E’ arrivato il momento di fare il punto sul trasporto pubblico locale in provincia di Macerata, perché ci sono parecchie emergenze e difficoltà. Non bisogna dimenticare che grazie alle scelte del governo regionale e alla capacità delle nostre aziende, ci troviamo in un contesto di elevata efficienza economica ed organizzativa. Faccio qualche esempio: nelle Marche i nostri autobus, mediamente, costano 1.50 € al km, mentre nelle altre regioni si spendono dai 2 ai 4 €. Il costo pro-capite per abitante per il trasporto pubblico locale è di circa 40 € nella nostra regione, contro i 90-100 delle altre, e questo nonostante la struttura geografica delle Marche non sia delle più lineari”.
Effettivamente, da tempo le aziende marchigiane si sono consorziate ed hanno aperto canali di collaborazione nei cinque bacini provinciali in cui è suddivisa la regione Marche: la Contram Mobilità, ad esempio, è una società nata dall’unione tra la Contram ed il gruppo Macerata Bus, che racchiude cinque società consortili a carattere misto pubblico-privato. Tra le iniziative adottate spicca quella dell’abbonamento e del biglietto unico provinciale, che permette all’utente di viaggiare con un unico titolo di viaggio sui mezzi delle diverse compagnie.
“Siamo pronti a riorganizzare i servizi discutendo insieme alle istituzioni locali, per ridurre il più possibile il disagio dovuto ai tagli: in un momento di crisi come questo, siamo consapevoli che anche il nostro settore debba fare i sacrifici necessari” prosegue Belardinelli “ed abbiamo chiesto un tavolo tecnico alla Regione per decidere insieme e per presentare alle istituzioni quelle che sono le nostre difficoltà, fermo restando l’efficienza del modello marchigiano e maceratese. Il caro gasolio ci avrebbe spinto a prendere i forconi, ma siamo un gruppo efficiente e vogliamo lavorare in maniera responsabile su questo aspetto”.
Stefano Gregori, vicepresidente Contram Mobilità, punta il dito contro una parte della politica e dei sindacati: “alcuni esponenti politici e sindacali, in questi mesi, hanno fantastico su un ipotetico bacino unico ed una gara unica regionale per il trasporto pubblico locale. Io voglio ricordare che siamo andati a gara nel 2007, facendo una gara europea, che scadrà nel 2013. Qui, nelle Marche, le liberalizzazioni sono una realtà ben prima dell’avvento del governo Monti, mentre in tante altre regioni si continua col modello “in house”, cioè con l’affidamento diretto, senza gare, da parte degli enti locali alle aziende di trasporti. Abbiamo superato quelle diffidenze che sono sempre esistite tra il settore pubblico ed il privato e, creando 5 bacini regionali, siamo stati in grado di rispondere in modo chirurgico alle necessità delle singole province. Grazie al lavoro comune, di tutti, riusciamo ad essere perfettamente integrati, ma questa realtà rischia di essere messa in pericolo da alcuni personaggi che parlano a vanvera di un bacino unico regionale, o meglio di un unico baraccone. Credo pero sia giusto ringraziare il presidente Pettinari ed i suoi colleghi che guidano le province di Fermo ed Ascoli, visto che hanno preso le delibere dei loro enti per tutelare e difendere l’impostazione dei bacini provinciali”.
I numeri rivelano l’importanza del trasporto extraurbano su gomma, anche in comparazione con quello ferroviario: secondo Belardinelli e Gregori, il treno costa quasi 10 volte di più rispetto all’autobus.
“La ferrovia trasporta il 3% della mobilità della nostra provincia, il restante 97% viaggia su gomma” sostiene Gregori “con la differenza che noi riceviamo 10.500.000 € per una percorrenza annua di 7.500.000 di km, mentre per le ferrovie si spende intorno ai 9 milioni di € a fronte di 836.000 km annui coperti”. Cifre rilevanti, senza alcun dubbio, che non giocano a favore della metropolitana di superficie. “Non mi esprimo su quest’ipotesi” afferma Gregori “perché non conosco con esattezza il business plan ed il rapporto tra costi e benefici riguardo a un’opera del genere, ma mi pare assurdo pretendere che un treno come quello della linea Civitanova-Albacina possa fare trasporto locale. Per una percorrenza di 70 km in un’area che non è densamente popolata come quella delle metropoli è un costo troppo elevato”.
In definitiva, cosa chiederanno gli addetti ai lavori del trasporto locale alla Regione? “A seguito dell’ulteriore aumento del gasolio chiederemo al presidente Spacca di adottare qualunque tipo di soluzione ritenga opportuno per aiutare il nostro settore” risponde Belardinelli “prima pagavamo un litro di gasolio intorno ai 95 centesimi al litro, più iva. Adesso siamo intorno a 1.30 € più iva, vuol dire che ogni 100 euro dati dalla Regione come contributo il 30-40% se ne va per i costi di carburante”.
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Dal segretario regionale Ugl trasporti, Salvatore Zizzi, riceviamo:
“Tagli ormai in arrivo per i servizio di trasporto pubblico anche nella nostra Provincia nella misura del 5 % tagli obbligati da parte della Regione Marche la quale già ha provveduto a decurtare nei confronti della Provincia, con decorrenza primo Gennaio , di conseguenza anche la provincia ha intimato alle Aziende lo stesso ordine , tagliare i servizi dal 1 di Febbraio ,” non importa più alla Regione , alla provincia ai nostri amministratori di incentivare l’uso del mezzo pubblico , forse perché non siamo in periodo elettorale – scrive in una nota il Segretario Provinciale UGL – Salvatore Zizzi – si stanno programmando tagli anche superiori a quanto imposto dagli enti gestori , questo a parere del Segretario , perché non vi è un coordinamento a livello almeno provinciale se non Regionale per razionalizzare al meglio i servizi sopprimendo tutti quei doppioni esistenti, che hanno modo di esistere perché più aziende operano sui bacini provinciali , ognuna coltivando il proprio orticello a discapito di coloro che usufruiscono o dovrebbero usufruire della mobilità, facendo solo i loro legittimi interessi Aziendali. Quello che lascia perplessi è la latitanza della politica Regionale , Provinciale e Locale, dove sono -si chiede Zizzi- i nostri rappresentanti politici che tanto si prodigano in periodo elettorale , addirittura si paventa la soppressione dell’unica corsa diretta che collega tutta la valle del potenza da Matelica –Portorecanati – Ancona, ma nonostante gli allarmi lanciati dai pendolari non mi risulta – continua Zizzi- che i sindaci dei vari paesi che interessa la corsa abbiano avuto manifestazioni di interesse a che questo non accada, quindi il Sindaco di Esanatoglia , Matelica, Castelraimondo , Camerino, San Severino (tra l’altro il sindaco Martini è anche Vice Presidente della CONTRAM ) Treia , per finire con Portorecanati a mio avviso dovrebbero interessarsi ed intervenire valutando e coordinando eventuali cambiamenti dei servizi vigilando sui drastici tagli che le aziende vogliono fare , almeno per garantire il diritto legittimo alla mobilità dei cittadini che hanno interesse a muoversi per lavoro o per esigenze importanti quali possono essere quelle di carattere sanitario .La manovra che la Regione Marche ha messo in atto con il mancato trasferimento del 5% alle Aziende è di circa 300.000 €uro atto deliberato a Dicembre il giorno 22 , il giorno 7 dello stesso mese altra delibera concedeva alle Aziende di TPL del bacino di Macerata circa 500.000 €uro per il mancato incasso dei titoli di viaggio agevolati , in poche parole la cosiddetta “partita di Giro “ facendo cassa le Azienda di almeno 200.000 €uro in più del taglio da fare , quindi non si vede tutta questa necessità di intervenire creando è scombussolando l’organizzazione che si erano dati tanti pendolari e tanta utenza formata da una classe non certo benestante, che hanno scelto il Bus per motivi di risparmio comportandosi sempre onestamente e pagando sempre il dovuto biglietto.
Ci si attende che i politici battano un colpo intervenendo su quanto sta accadendo nel mondo dei trasporti Provinciale e Regionale, attivandosi presso gli assessorati di competenza per far sì che vi sia più attenzione a coloro che sono maggiormente penalizzati dalla vita e che quindi non possono permettersi di viaggiare non solo in “auto blu ”come fanno loro ma neanche con una macchina da quattro soldi perché economicamente le famiglie sono in sofferenza”.
Da utente ferroviario della Civitanova / Albacina che prendo tutti i giorni sono semplicemente sconcertato delle dichiarazioni (peraltro spudoratamente interessate e nel più proverbiale dei “conflitti d’interesse”) del vice presidente della Contram, che reputo frutto di un’esigenza aziendale di aumentare il più possibile il proprio businnes.
A parte la promozione aziendale, legittima anche perchè ingenuamente palesata, rimane il fatto che il traffico su rotaia rappresenta la scelta più moderna ed efficace in tutto il mondo civilizzato, e fra tutti si prenda l’esempio illuminante della Svizzera dove da decenni la ferrovia rappresenta un mezzo di trasporto capillare ed amatissimo dal pubblico.
Certo, in Italia la gente il treno non lo amerà molto, ma quando c’è lo prende d’assalto come sta avvenendo in questo periodo anche grazie ai rincari del carburante di cui si parla nell’articolo, che se penalizzano la Contram penalizzano tutti gli altri utenti.
Il punto però è che se i treni sono sempre più pieni, è anche vero che di treni se ne fanno circolare sempre di meno: una semplice assurdità, evidentemente, dovuta ad un’anomalia tutta italiana consistente nel favorire il traffico su gomma a discapito di quello su rotaia.
Un tempo si doveva fare questo per consentire lauti guadagni ad una nota famiglia di industriali torinesi; non vorrei che oggi si debba fare anche per alimentare il businnes di un triste consorzio camerte.
La ferrovia va potenziata per moltissime ragioni evidenti: quanto meno perchè più rapida (se da Civitanova a Macerata in treno ci vogliono 25-30 minuti, in autobus non bastano 45 o 50 minuti ….), ecologica, e questo è bene che tutti se lo mettano in testa lasciando stare idee anacronistiche e assurde.
Spudoratamente fazioso, ma d’altronde non potevamo aspettarci che facesse gli interessi di altri…
Riguardo il 3% dei cittadini che vanno in treno, trovo che è un dato obbligatorio, in quanto i treni puzzano, sono lentissimi e ce ne sono pochissimi, non servendo perciò le reali esigenze.
Quindi se si fa di tutto per scoraggiare i cittadini a prendere il treno, ecco che si ha il 3%.
Ormai ovunque si privilegiano i trasporti su rotaia, ma qua le piccole ‘fiat’ locali cercano l’egemonia, a discapito dell’interesse pubblico.
Deve intervenire l’autorità preposta, ossia la provincia, ma forse già si danno per latitanti… non si vedono e non si sentono.. che vergogna.
Aggiungo per meglio rendere il clima promozionale ed autoreferenziale “pro domo Contram” della conferenza stampa che il Dr. Stefano Belardinelli (indicato come presente a titolo di delegato di Confindustria trasporti) era (e non so se è tuttora) il presidente di Contram. Quindi in sostanza gli “interlocutori” sul tema erano il presidente (o ex presidente, ripeto: non dispongo di un dato aggiornatissimo) di Contram ed il vicepresidente di Contram.
Un po’ poco per dire che parlassero fin troppo esplicitamente a nome di qualcuno che non debba fin troppo chiaramente circoscriversi a Contram ……….. cioè un operatore che più perde spazio Trenitalia più vede aumentare il proprio spazio di businnes. In sostanza, un diretto concorrente di Trenitalia.