Dieci domande sulla Cittadella dello Sport

MACERATA - Prosegue il dibattito dopo l'inchiesta dell'avvocato Bommarito su richiesta del nostro giornale

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Vittorio Zazzaretta

di Vittorio Zazzaretta *

Tra il 1889 e il 1890 uno scrittore napoletano Pasquale Turiello scriveva in due tomi un interessante studio sul carattere degli italiani dal titolo “Governo e governati in Italia”. Il testo rilevante e in qualche caso sconcertante, descrive alla perfezione il carattere degli italiani, Turiello elenca le caratteristiche nazionali che definiscono l’italiano e il suo spiccato individualismo, il suo rifiuto a sottomettersi a qualsiasi regola collettiva quasi significasse dover accettare limitazioni e una disciplina imposta dall’esterno è solitamente insopportabile. L’io italiano è preminente in ogni situazione, eccessivo, e l’autore descrive con la parola “scioltezza” la spiccata propensione ad intessere con molta disinvoltura relazioni personalizzate di potere che possano essere utili a favorire un rapido guadagno senza alcun rispetto per qualsiasi vincolo civico. Più o meno negli stessi anni veniva pubblicato sul Giornale dei Bambini il romanzo di Collodi Pinocchio e cioè l’emblema della” scioltezza” italiana: Pinocchio è un burattino senza fili ma che è comunque guidato da un motore esterno ed è quindi facile preda del burattinaio.
È’ un po’ questa ancora oggi la visione paradossale e molto spesso ingiusta dell’Italia e degli italiani, facile preda di burattinai che li rendono dipendenti per raggiungere rapidamente mete, che altrimenti dovrebbero essere ottenute con duro lavoro e rispetto delle regole sociali dettate da ogni democrazia compiuta. La breve citazione sembra perfettamente attinente alla vicenda oggi sotto gli occhi dei maceratesi, quella della Cittadella Sport (leggi l’articolo): a fronte di un documentato risparmio di almeno € 700.000 si sostiene che debbano essere rispettati patti che addirittura non sono mai stati realmente stipulati dalle parti e che restano in sospeso in attesa di un pronunciamento sul progetto e nel frattempo dal 2006 il Comune e l’Università partner stanno pagando un mutuo per la realizzazione di un polo natatorio oramai ridotto ad una eventuale realizzazione di una modesta e improvvida, almeno nella posizione, piccola piscina che dovrebbe essere aggiunta a quella già esistente lungo viale Don bosco. Quindi alla follia degli intenti che riguardano l’acquisizione di un terreno che oramai è chiaramente iper valutato si aggiunge la privazione di un’ attrezzatura primaria che la città attende da anni e neppure viene presa in seria considerazione la vicenda di un sicuro danno erariale di cui dovrà occuparsi la Corte dei Conti e la Procura della Repubblica. Per quello che so non c’è ancora un pronunciamento da parte del Sindaco e dell’Amministrazione che avrebbero già dovuto interessare gli organi preposti alla ovvia risoluzione della squallida vicenda che sembra destinata a prolungare inutili discussioni.
Viene spontaneo chiedersi come certe valutazioni possano essere state fatte tempo addietro dagli uffici del Comune e come mai soltanto oggi ci si interroghi sulla congruità del presunto affare, a meno che non venga ritenuta non congrua la valutazione fatta dall’Agenzia del Territorio che comunque, nell’incertezza, dovrebbe far interrompere definitivamente qualsiasi trattativa. Poco interessa se qualcuno ha acquistato un’ area agricola per € 35.000, sarebbe invece interessante sapere se vi fossero preventive informazioni sulla destinazione del terreno acquisito, anche perché questo avrebbe rilevanza giuridica, e forse sarebbe il caso di interrogarsi sull’affidabilità di certe stime che non si discostano di poco da quelle recentemente acquisite. Sarà semplicemente un caso emblematico di troppa “scioltezza” oppure le questioni fanno riferimento a qualche burattinaio che ancora tira fili invisibili in questa città dove si discute di tutto salvo che di interesse civico?  Faccio naturalmente riferimento ai cosiddetti piani alti dove si prendono decisioni ed ai partiti, oramai così sfacciatamente scontati da non suscitare più alcun interesse, ma soltanto la giusta rabbia del cittadino onesto a cui non è stato mai donato niente se non quello che quotidianamente poteva guadagnare con il giusto lavoro che qualifica e contraddistingue la stragrande maggioranza degli italiani.

Viene spontaneo porgere alcune domande che attendono risposta:
1º quali vincoli si interpongono tra una sana decisione scontata e l’attesa per il suo pronunciamento?
2º quali interessi vengono sottaciuti?
3º perché si attende per denunciare il fatto?
4° cosa pensano i partiti di maggioranza?
5º cosa pensa la minoranza?
6º i partiti sono coscienti di giocare stupidamente una difficile carta per la loro credibilità?
7º sanno che la democrazia in queste contingenze è ad alto rischio?
8º riflettono sul fatto che questo paese dovrà tornare al voto?
9° pensano soltanto di affossare l’amministrazione salvando se stessi?
10º si rendono conto che l’emotività del momento li rendono definitivamente insopportabili?

* Vittorio Zazzaretta

Ex consigliere comunale del Pd



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