di Alessandra Pierini
La ricerca della verità sulla scomparsa di Sergio Isidori deve continuare. Enrico Pannaggi, G.I.P. del Tribunale di Macerata, ha emesso un’ordinanza per lo svolgimento di ulteriori indagini sulla tragica vicenda, mai irrisolta, che negli anni ha coinvolto e commosso tutta la comunità maceratese.In particolare il giudice ha ordinato di sentire una donna che potrebbe aver incontrato Sergio ormai ventenne e sembra che si fosse anche infatuata di lui. La donna, che attualmente si trova all’estero e della quale è già stata sentita la sorella, sarà sottoposta a un tentativo di riconoscimento fotografico. Sarà ascoltato anche Don Mario Buongarzoni, parroco ultraottantenne autore di un racconto mai edito dal titolo “Una rosa nel silenzio” che racconta anche con particolari agghiaccianti l’atroce fine che, secondo il racconto del prete, il piccolo Sergio avrebbe fatto. Sarà ascoltata anche la giornalista della trasmissione Quarto Grado Rita Pedditzi la quale dopo un’investigazione giornalistica, è venuta a conoscenza del testo di don Mario e ha intervistato l’autore.
Si cercherà così di aggiungere nuovi dettagli alla vicenda iniziata nel 1979,quando il piccolo Sergio aveva solo 5 anni e scomparve, senza lasciare traccia, durante l’affollato funerale di Don Ennio, parroco molto amato della frazione. Da allora di lui non si hanno notizie certe anche se in tutti questi anni molte sono state le segnalazioni, attendibili o meno, il via vai di cartomanti, veggenti e sciacalli. Poi il pm Andrea Belli aveva avanzato una richiesta di archiviazione alla quale la famiglia Isidori si è opposta con forza tramite il suo legale Luca Sartini (leggi l’articolo) che ha ottenuto oggi l’ordinanza di prosecuzione e integrazione delle indagini: «Il giudice – spiega Sartini – ha avuto una particolare sensibilità e analizzerà anche i materiali raccolti finora».
«Sentiamo che Sergio è vivo e specialmente lo avverte mia madre» afferma con forza Giorgia Isidori, sorella di Sergio, nata dopo la sua scomparsa, oggi impegnata come presidente dell’associazione Penelope Marche, nata per dare assistenza e conforto ai familiari delle persone scomparse. Giorgia ha raccontato la sua esperienza in una poesia dal significativo titolo “Vite sospese” che ha vinto il primo premio al concorso nazionale di Cinisello Balsamo. «Dedico questo premio – aggiunge Giorgia – a tutte le famiglie che hanno una persona scomparsa». Molto soddisfatto della decisione presa dal giudice Pannaggi Domenico Mazza, vice presidente di Penelope Marche: «Tutte le indagini riguardanti gravi fatti di cronaca devono essere svolte scrupolosamente ed approfonditamente in quanto ogni piccolo particolare potrebbe essere fondamentale per la risoluzione del caso. Basti pensare che l’indagine sulla scomparsa di Sergio Isidori, seppur effettuata all’epoca dei fatti, è partita dalla convinzione, da parte degli inquirenti che fosse caduto nel canale dietro la sua abitazione e che nonostante fosse stato completamente prosciugato, senza trovare traccia del piccolo, si è rimasti sempre di quella convinzione, proiettando poi le indagini su un gruppo di manigoldi i quali, a vario titolo e propositi, hanno letteralmente torturato la famiglia Isidori con false aspettative sulla sorte del piccolo Sergio. Non è mai stata divulgata la foto del piccolo che è stato cercato esclusivamente sul territorio».
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Brava Giorgia, complimenti per la tenacia e la determinazione, ed anche per il premio ricevuto. Spero tanto che la vostra ricerca porti a qualche risultato.
Bravissima, sopratutto pensare anche agli altri scomparsi nel nulla, sarà dura dopo tanti anni ottenere risultati ma è giusto mettercela tutta.
Brava Giorgia, bravo Mimmo. Si sprecano tanti soldi per vere e proprie sciocchezze, mi parrebbe il minimo spenderli per una causa sacrosanta come questa.
Giorgia, non mollare mai tuo fratello Sergio e l’Associazione Penelope ha bisogno di te e delle rua determinazione.