L’allarme dei sindacati (leggi l’articolo) sulla delocalizzazione di parte della produzione di Poltrona Frau Group è stato confermato.
“In una recente riunione tenutasi a Monza nella sede di Confindustria – scrivono Daniel Taddei, segretario provinciale Fillea Cgil e Primo Antonelli, segretario provinciale Filca Cisl – si sono incontrate le Segreterie Nazionali e Provinciali di Fillea, Filca e Feneal, le RSU degli stabilimenti di Poltrona Frau di Tolentino e di Cassina di Meda, con la Dirigenza di Poltrona Frau Group.
Sono state ufficializzate, da parte dei dirigenti Frau, le intenzioni di delocalizzare la cucitura del settore residenziale (poltrone e divani) in uno stabilimento sito in Romania. Sullo stabilimento di Cassina saranno coinvolti 45 dipendenti che attualmente sono impiegati in questa fase di lavorazione.
Per quanto riguarda Poltrona Frau di Tolentino l’obiettivo nefasto della dirigenza è quello, nell’arco di un paio d’anni, di delocalizzare in Romania tutta la cucitura, pari ad un totale di 64.000 ore, svolta dalle aziende terziste, di cui 24 operanti in provincia di Macerata.
Condanniamo fortemente questa scelta sciagurata che cercheremo di contrastare in tutte le maniere anche con il coinvolgimento di tutte le istituzioni.
Riteniamo assurdo che il marchio di Poltrona Frau, emblema del made in italy, possa essere insudiciato da una delocalizzazione in Romania, con delle ripercussioni drammatiche sia per l’occupazione locale che per l’immagine di Poltrona Frau in Italia e nel mondo. Evidenziamo che dai dati forniti dalla Dirigenza il risparmio presunto sullo stabilimento di Tolentino sarà pari a 400 mila euro quando il solo Amministratore Delegato, Dario Rinero, nel 2009 a incassato 1 milione di euro e nel 2010 ha percepito 1.567.000 euro di cui 800.000 per bonus ed incentivi.
I manager sono aumentati dai 29 di dicembre 2008, prima della nomina di Rinero, ai 36 di giugno 2011; gli operai sono diminuiti dai 606 di dicembre 2008 ai 492 di giugno 2011. Quindi aumentano le spese ed i compensi per la dirigenza a scapito dell’occupazione e del prodotto.
Ci chiediamo, quidi, come può la proprietà di Poltrona Frau, Luca Cordero di Montezemolo, permettere questo scempio, particolarmente quando lo stesso si professa “ambasciatore del made in italy” e si impegnò personalmente nel 2009, durante la drammatica fase di riorganizzazione e ristrutturazione, dichiarando che “Tolentino rimarrà per sempre capitale di Poltrona Frau”.
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Siamo i primi a sfruttare i paesi neocomunitari o extracomunitari quando si tratta di risparmiare (Romania, Cina, Turchia, India) e delocalizzare… poi però quando i cinesi fanno lo stesso qua facciamo i buffoni e ci lamentiamo tanto… prima di non volere la merce cinese qui, dovremmo essere noi stessi a non andare all’estero a produrre!!!!
okkkkkkk!!!!!! continuiamo così!!!!!!! ke andrà tutto per il meglio fra poco emigreremo anche noi!!!!!!
I lavoratori continueranno a prendersela in culo ad oltranza. Dopo Mirafiori avrete imparato che il sindacato NON VI DIFENDE, la politica NON VI DIFENDE, i manager NON VI DIFENDONO.
Dovete intraprendere un’azione di boicottaggio e sabotaggio di massa, solo con la violenza e lo sciopero ripetuto potrete ottenere qualcosa, questi manager non hanno nulla a che fare con il nostro territorio sono solo dei mercenari pronti a chiudere tutto se questo vuol dire guadagno. Non abbiate pietà fateli fuori voi prima che vi facciano fuori loro, iniziate lo sciopero già da domani.
PS: questo è il made in Italy da difendere tanto sbandierato dai nostri politicanti che poi permettono queste cose, e voi che ripetete a memoria la storiella imparata per paura della concorrenza cinese… vi rendete conto che il pericolo per gli italiani viene dall’Italia?
Non mi piace!
forse nn è vero??????
Luca Cordero di Montezemolo, il 7 ottobre 2009, durante un suo intervento a margine di un convegno di ITALIA FUTURA l’associazione di cui egli è il più autorevole rappresentante, asseriva: «Ci siamo dimenticati di quanto l’Italia debba agli italiani». Non mi pare che da questo suo “mea culpa” abbia tratto un insegnamento, infatti decide di essere riconoscente agli italiani togliendogli il pane dalla bocca e offrendolo amorevolmente al popolo della Romania.
Una incoerenza totale ma soprattutto una ignominia nei confronti di centinaia di bravissimi artigiani e delle loro famiglie.
Leggo che l’amministratore delegato del gruppo ha percepito nel 2010 una cifra inaudita, 1.567.000 euro: con la stessa cifra ci vivono per un mese circa 1200 operai e le loro famiglie. Mi chiedo quali siano gli straordinari meriti di questo individuo che vale, sulla carta, infinitamente di più di un “suo” operaio specializzato. Siamo alla follia.
Non è solo un problema di politici incapaci, corrotti e strapagati: è soprattutto un problema di equità sociale. Non può essere che una casalinga percepisca una pensione di poco più di 600 euro al mese e una miriade di ex manager, dirigenti di enti statali e molti altri prendano pensioni esagerate (6-9-anche 12000 EURO al mese). La casalinga ha svolto nella sua vita un durissimo lavoro fondamentale per la costruzione della società di persone e quindi deve percepire almeno 1000 euro al mese per poter condurre una vita minimamente dignitosa, mentre il manager negli anni del suo importante lavoro avrà percepito un alto stipendio (spesso troppo alto) e gli deve bastare, quindi la sua cospicua pensione non può superare i 3-4 mila euro, una cifra che consente a chiunque un’anzianità e una vecchiaia serena.
Lo stesso vale per gli stipendi, soprattutto nel settore pubblico. La giusta distribuzione della ricchezza è l’unica strada per una società equilibrata che possa guardare al futuro, altrimenti lo scontro sociale che la storia ci ha mostrato troppe volte, sarà inevitabile.
Condivido in toto il commento del Sig.Spalvieri ed in particolar modo sul tetto di una pensione “sociale” che non possa superare i 3-4 mila euro che sono sicuramente sufficenti per un prosieguo di una vita ad un buon livello, facendo anche affidamento sui lauti stipendi ricevuti durante l’attività lavorativa. E’ vergognoso leggere di pensioni da 1,369 euro al giorno e di buonuscita da milioni di euro.
http://vergognarsi.it/2011/08/24/quali-tagli-alle-spese-crosta-va-in-pensione-con-1-369-euro-al-giorno/
Non se lo aspettava nessuno
Se non ricordo male ho letto che alla FIAT, quando il supermanager Valletta Vittorio la dirigeva prendeva circa 20 volte lo stipendio mensile di un operaio.
E lo si poteva anche capire: maggiori responsabilità, riunioni, strategie, programmazione, ecc. ecc. ecc.
Oggi mi sembra che Marchionne prenda 200 (duececento!!!!) volte lo stipendio di un operaio per fare le stesse cose che faceva Valletta….
………………Devo esermi perso qualche passaggio.
Perchè si è passati da 20 volte a 200 volte la paga di un operaio?????
Nel corso degli anni quali sono stati i giustificati motivi per questo spropositato aumento di retribuzione?
E Spalvieri ha ragione: anche nel pubblico abbiamo centinaia e centinaia di esempi di CATTIVI manager che vengono assunti a stipendi sporoporzionati e liquidati con buonuscite milionarie, sebbene sotto le loro direzioni gli enti che dirigevano facevano acqua da tutte le parti (penso alle Ferrovie, all’Alitalia)
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Per non parlare poi di pensioni, vitalizi, prebende e agevolazioni dei nostri politici (Licenziare i Padreterni Stella/Rizzo http://rizzoli.rcslibri.corriere.it/libro/5402_licenziare_i_padreterni_stella_rizzo.html)
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Gli stipendi del Senato saliti di un altro 19% in 4 anni – I palazzi del Palazzo che sono diventati 52 – La trincea in difesa dei doppi e tripli vitalizi – Gli aereiblu che volano come mai prima – Sforbiciatine agli affitti cresciuti di 41 volte dal 1983 – I menù di lusso con le lamelle di spigola ancora a 3,34 euro – I bilanci “ritoccati” solo per fare bella figura – I rimborsi elettorali che hanno superato i 5 miliardi e mezzo – I Presidenti regionali che continuano a prendere come tre governatori Usa – Autoblu a vita che aumentano senza freni – La Parentopoli che impazza
E DICEVANO D’AVERE TAGLIATO…
I politici politicanti italiani, quelli che un liberale cristallino come Luigi Einaudi attaccò scrivendo che occorreva “licenziare i Padreterni”, sono sordi.
Non riescono a capire. Non riescono a vedere, chiusi nel loro fortilizio autoreferenziale, l’insofferenza montante dei cittadini di un Paese in affanno che vive, come dice Giorgio Napolitano, “un angoscioso presente”. Sono così abituati ai privilegi, all’abuso del potere, all’impunità, da non rendersi conto che la loro sordità mette a rischio non solo il decoro e la credibilità delle istituzioni ma alla lunga il nostro bene più prezioso: la democrazia. Quattro anni dopo La Casta, gli autori che prima e più di tutti ne hanno denunciato gli sprechi, le ingordigie e le prepotenze smascherano punto per punto i tradimenti delle promesse di sobrietà. E l’inadeguatezza di una classe politica che, nonostante l’impegno e la generosità di tanti parlamentari e amministratori perbene e generosi, non riesce a essere davvero classe dirigente. E offre segnali di un distacco rischioso tra chi governa e chi è governato.
Un’invettiva civile d’amore per l’Italia e per la politica migliore. Nella speranza di un riscatto.
bè va benissimo io avrei trasferito l’intera poltrona frau in romania compreso montezemolo e soci
VERGOGNA x chi lo fà e a chi permette tutto questo!!!