di Alessandra Pierini
Qualcosa è cambiato nella sanità marchigiana. Proprio ieri, a 24 ore dal consiglio comunale di questo pomeriggio che si è occupato di sanità, la Giunta regionale in un’ottica di riorganizzazione del Servizio sanitario ha delineato un nuovo assetto dell’Azienda sanitaria unica regionale (Asur), introducendo il livello sovrazonale di Area vasta, gia` sperimentato in via amministrativa. La proposta di legge ha infatti sostituito le attuali 13 Zone con 5 Aree vaste. I protagonisti della sanità marchigiana hanno dato il loro contributo. Presenti gli assessori regionali Pietro Marcolini e Almerino Mezzolani, il direttore dell’Asur Marche Piero Ciccarelli e il dirigente del servizio sanità della Regione Marche Carmine Ruta, i consiglieri regionali e i rappresentanti sindacali.
La seduta si è aperta con la lettura dell’ordine del giorno, votato lo scorso marzo dal consiglio comunale in cui si chiedeva alla Regione che alle Aree Vaste fosse riconosciuta una personalità giuridica, che si prevedessero investimenti infrastrutturali e per macchinari, che fosse avviata una politica di potenziamento della sanità maceratese e di valorizzazione del patrimonio professionale. Il Consiglio chiese inoltre l’applicazione di un nuovo modello di assegnazione del budget che tenga conto dei risultati ottenuti. Ha aperto la discussione il sindaco Romano Carancini : «Vi invito ad avere uno spirito costruttivo non polemico, lontano da slogan e attacchi personali. Siamo consapevoli che il progetto in discussione non è preconfezionato e auspico che legislatore e tecnici capiscano che la nostra non è una richiesta localistica ma piuttosto la richiesta di dignità a un territorio per ciò che ha dimostrato di saper essere. Non siamo in linea con la definizione della strategia e linee di intervento centrate sull’area vasta e ci preoccupano le indicazioni che crediamo di trarre dalle linee guida. Si profila uno schiacciamento di Macerata con ad ovest una possibile area vasta che ricomprenda Camerino e Fabriano e a sud la razionalizzazione di Fermo con la creazione di un nodo sovraprovinciale di riferimento. Crediamo invece che Macerata possa aspirare ad avere una struttura ospedaliera di secondo livello che possa coagulare intorno a sé Civitanova, Macerata e Camerino. Vogliamo una definizione non ambigua di area vasta che tagli fuori l’area vasta montana. Ci sono elementi da rivedere su assegnazione del budget e sul livello di personale che va tutelato».
Le risposte sono giunte immediate dal maceratese Piero Ciccarelli (GUARDA IL VIDEO) il quale, dopo aver ricordato la scomparsa di Marco Esposito, primario del pronto soccorso maceratese, e dopo aver chiesto un minuto di silenzio in suo onore, ha spiegato le novità in ambito sanitario: «L’ordine del giorno che presentate è datato, da marzo ad oggi delle cose sono cambiate. Io gestisco pro tempore una delle aziende sanitarie, la programmazione per quanto riguarda le aziende è competenza della politica sanitaria. Ieri sono state riconfermate le aree vaste che rispettano i confini provinciali. Ci sarà un direttore dell’area vasta scelto in base alle modalità previste dalla legge. Avremo la possibilità di sperimentare cosa vuol dire agire in termini di area vasta, dopodiché la politica potrà decidere la via migliore. C’è inoltre qualche contraddizione nel documento proposto, ad esempio dove propone allo stesso tempo il potenziamento della medicina territoriale e dell’azienda ospedaliera. Più volte è stato richiamato per la sanità marchigiana il modello lombardo che è oneroso, è fallimentare e non serve alla sanità del 2011. Chiedete la distribuzione equa del budget, questo me lo prenderò invece come impegno, la legge 17 prevede che la giunta regionale lo assegni al direttore regionale che poi lo distribuisce alle aree vaste. Sto già lavorando per trovare i criteri di attribuzione. Mi sono accorto in questi mesi che ognuno è convinto di meritare di più. Abbiamo anche analizzato per ogni area che cosa fa e con quante persone, per ogni settore abbiamo preso i primi 3 come punto di riferimento per il livello al quale riportare le altre realtà per arrivare all’omogeneità dei contributi».
Ha fatto il quadro della situazione il direttore della zona territoriale di Macerata Enrico Bordoni: «L’ospedale di Macerata è arrivato fisicamente al massimo delle disponibilità. E’ logico che il dibattito sul nuovo ospedale sia aperto e necessario. Dopo le ferie apriremo l’hospice». Carmine Ruta,dirigente del servizio sanità Regione Marche, ha spiegato invece la necessità degli accorpamenti: « Il problema delle Marche è la frammentazione e l’incapacità cronica di dare una risposta alla complessità dell’area. Arrivai nel 2007 con la sanità regionale a rischio e oggi siamo alla vigilia della partenza di tutta una serie di investimenti. In questo momento solo Marche e Lombardia possono dire di avere un bilancio in pareggio mentre il sud conta 12 miliardi di euro di debito. La finanziaria 2010 ha aggravato la situazione e da lì è nata la delibera 17 provvedimento organico e gli accorpamenti che portava con sé. In questo scenario, non affezioniamoci ai modelli, dobbiamo essere flessibili e dinamici e fare un percorso condiviso».
Massimiliano Bianchini in rappresentanza dell’amministrazione provinciale ha centrato l’attenzione sulla tutela del personale. L’assessore regionale Pietro Marcolini ha invece parlato di quanto è stato fatto finora per Macerata: «Il singhiozzo sul ticket che stiamo vivendo in queste ore è una pallida anticipazione della situazione che vivremo in parte nel 2012 ma ancor più nel 2013 e nel 2014. Il timore dello strangolamento evocato dal sindaco viene meno con la delibera firmata ieri. Macerata finora non ha perso posizioni. Essere partiti per primi e aver chiuso gli ospedali di Montecassiano, Corridonia e Treia è stato eroico. La regola nazionale per cui scialacquatori e virtuosi vengono trattati alla stessa maniera va evitata all’interno. Sono convinto che Macerata migliorerà le proprie condizioni».
Critico il consigliere regionale del Pdl Francesco Massi: «L’Asur ci ha dato un risultato non pari alle attese. Il passaggio di ieri in giunta ci soddisfa perché chiede di far riferimento a un sistema strettamente territoriale ma chiediamo che la politica riacquisti la sua missione. Caro sindaco, il nuovo criterio utilizzato ci porta a ragionare in termine di territorio e in questo contesto Macerata deve recuperare il ruolo di capoluogo. Facciamo la nostra programmazione prima che una scure nazionale si abbatta su di noi».
Amerigo Sbriccoli presidente dell’Ordine dei medici Macerata ha proposto un’organizzazione volta a favorire le zone virtuose mentre Aldo Benfatto, segretario della Cgil ha chiesto un’accelerazione dei provvedimenti.
Giovanni di Geronimo, ex assessore comunale ha invece richiamato un esempio concreto di esigenza sanitaria: « Il Centro anticoagulante delle dottoresse Clerici e Carloni che serve 1500 pazienti e che ha le caratteristiche dell’eccellenza è a rischio chiusura. Le responsabili andranno in pensioni e non si è ancora pensato a sostituirle. Se ho capito bene il dottor Bordoni vuole salvaguardarlo e mi auguro che sia così».
L’assessore regionale Almerino Mezzolani richiama all’unità: «Dobbiamo fuggire dal nostro male, cioè guardare a confini troppo stretti che ci hanno portato a programmare una sanità a pezzi. Sarebbe limitato pensare che ci possa salvare dalla barca che affonda con ognuno che pensa a salvare solo se stesso. Usiamo il buon senso. Macerata è stata un punto di riferimento per la sperimentazione dell’area vasta ed è stato un esempio sul territorio regionale. Intanto l’area montana di Camerino e Fabriano è stata scongiurata, ora dobbiamo costruire i 6-7 ospedali che servono a questa regione».
Giorgio Ballesi, consigliere della Lista Ballesi, ha riportato la discussione su un altro piano: «Ci chiedono di non affezionarci a modelli, in realtà di modelli non ne hanno creati. La legge istitutiva dell’Asur è un esempio di come non fare le cose visto che prevede che le zone territoriali dopo 2 anni perdono la persona giuridica e questo elemento è stato mantenuto in seguito e mira ad una direzione verticistica. Non mi si parli di campanilismo perché Macerata da troppo tempo è stufa. La città non chiede di essere trattata meglio ma come gli altri».
(Foto di Guido Picchio)
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Sarà possibile avere a Macerata qualche medico bravo? Purtroppo i migliori se ne vanno (o non vengono fatti venire) e i nostri reparti – potenziati quanto vi pare – non brillano per diagnosti degni di questo nome (fatte debite ma pur sempre rare eccezioni).
Ottimissimo accorpare ospedali e reparti (per guadagnare così posti letto, come mi spiegava un amico dottore), ma se fondiamo scadenze, anziché eccellenze, conviene davvero a chi deve ricoverarsi?
E qui l’amico dottore non mi ha potuto rispondere.
Purtroppo la sanità è PD-centrica… pazienza, si vanno tutti ad operare altrove, ce lo siamo cercati… W MACERATA!!!!!!!!!!!!!! W IL PD!!!!!!!!!!!!!!!! W LA SINISTRA!!!!!!!!!!!!!
dovrebbe essere scontato che il territorio maceratese pretenda una sanità fatta di efficienza e di alta professionalità. La sanità territoriale non interessa solo il comune di Macerata ma dovrebbe interessare tutti gli altri comuni in particolare quelli che nel caso dela Zona territoriale n° 9 Tolentino e Treia sono presenti strutture ospedaliere.
Perchè allora questi sindaci non erano presenti al consiglio comunale aperto di Macerata?
Probabilmente non sono stati invitati, oppure lo sapevano ma anno preferito rimanere a casa.
Nel caso di Treia vorrei ricordare a questa amministrazione le battaglie fatte anche dai cittadini per salvare la struttura locale. Non vorrei che l’inerzia e l’inefficienza dell’ attuale amministrazione unitamente all’attuale riforma sanitaria regionale porti seri pericoli alla struttura sanitaria treiese
Quoto il post di Filippo Davoli. Il punto è solo la professionalità e la competenza. Il resto sono solo baruffe tra politicanti i quali rappresentano la punta visibile di network di potere vari e variegati.
Fin dalla protesta per la chiusura dell’ospedale di Corridonia, guidata negli anni 90 da Giustozzi, sulla quale quest’ultimo si costruì la sua carriera politica, non ho mai visto un uomo politico che abbia fatto battaglie sulla qualità e sul merito della nostra sanità. Eppure il problema del graduale deterioramento dell’ospedale di Macerata è un processo che va avanti da qualche lustro.
Le chiacchiere se le porta via lu vento, li fatti rmane, ma me pare che de fatti non c’è cosa, quindi ce rmane un sacco de chiachiere che onestamente putrio fanne volentieri a meno, per non di pò che le chiacchiere delli politici costa. Potia ji allu mare se divertia e non dovevamo pagà cosa.
un plauso ai politici anconetani, sincera ammirazione: siete riusciti con i soldi di tutta la regione a far aprire il 5° ospedale in ancona … manco ci fosse 10000000 di abiatnti.
pesaro si consolerà con un nuovo ospedale
poverini ascoli e sbt ne avranno un altro nuovo di zecca
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chissà chi manca in questa riga qui sopra.
ma questa è la Regione scelta dai maceratesi.
@filippo
non so come giudicare un bravo medico. so quanto vengono valutati economicamente e dalle cifre sembrerebbe che abbiamo diversi premi nobel in città:
http://www.asurzona9.marche.it/bo/allegati/UserFiles/9/Retribuzioni2010.pdf
un anno del loro stipendio copre 10 anni della mia vita. mi gira la testa: ho bisogno di un dottore
@ avit
io invece so come riconoscere uno non bravo. Capisco che su alcune malattie non è facile per nessuno e sbagliare fa parte dell’umano, lungi da me il pensare il contrario. Ma se un professore di italiano ignora i fondamenti della coniugazione dei verbi, sbagliando sistematicamente il congiuntivo presente del verbo andare (faccio un esempio); se un professore di Storia ignora le cause della Prima Guerra Mondiale; e se questi due insegnano a scuola…
Io credo che il problema non sia Macerata ma ormai in tutte le Marche e forse in tutta Italia i conti si fanno tornare facendo tagli risparmiando su tutto e facendo esami a pagamento. Le liste d’attesa sono kilometriche e se una persona ha soldi paga e tutto va bene, altrimenti con le ore medico, infermieri e tecninici vari più di tanto non è possibile fare, I medici ed i Direttori delle varie unità operative li scelgono non si capisce bene su quali requisiti, curricilum, o politica? Sono anni che si cerca di eliminare gli sprechi che di sicuro c’erano ma a forza di tagliare il sistema sanitario non solo maceratese più di tanto non potrà dare. La medicina ha fatto passi da gigante ma è sempre più costosa e non riesco a capire dove si arriverà, Accorpare, diminuire posti letto, diminuire medici, infermieri e tecnici di sicuro non porterà ad un miglioramento , che si chiami ASUR o in qualsiasi altro modo, forse si potrebbe risparmiare sui costi amministrativi e burocratitci. Bisognerebbe informatizzare ciò che è possibile ma certo non puoi informatizzare il medico o l’infermiere o chiunque altro lavora per l’assistenza al pz.