Troppo borghesi e ordinate le sedie collocate in fila, una dietro l’altra in piazza della Libertà per i Tambours du Bronx. Ieri sera, non appena l’atmosfera, al ritmo dei tamburi si è scaldata, i componenti della band francese, hanno invitato il pubblico a “rompere gli schemi”, andare avanti e saltare e ballare come in un concerto rock.
Un po’ di stupore e malumore tra il pubblico che aveva il palco coperto, ma tant’è: impossibile rimanere fermi, e così via a ballare, saltare e incitare i ragazzi della banlieu che in circa due ore di spettacolo non si sono risparmiati, lasciando solo lamiere ammaccate di barili. Anzi no, nemmeno quelle dal momento che alla fine della performance hanno “gettato” in mezzo alla folla i bidoni, subito raccolti dai fan che hanno iniziato a suonare per un secondo concerto improvvisato. “Quando suoniamo sentiamo solo energia – ha detto Cedric Armengaud, uno dei tamburi del Bronx – per noi è importante creare una performance, coinvolgere il pubblico con le luci, i video, il corpo”. Tripudio di applausi e di entusiasmo anche per il concerto jazz al teatro Annibal Caro, pieno per la seconda volta da tutto esaurito. L’esperimento di Popsophia e Jazzdimarca ha funzionato in pieno e ha permesso di avere come ospite AAron Golberg , gigante talentuoso, personaggio artistico che con estrema naturalezza si è mosso sui tasti del pianoforte. Colpi da maestro con le note di Fabio Zeppetella, Dario Deidda e Greg Hutchinson. Goldberg si è esibito con alcuni brani originali che hanno fatto trasparire tutta la sua identità artistica che è fatta di uno stile personalissimo e carico di pathos comunicativo e di controllo musicale che all’ascolto tiene lo spettatore incollato alla sedia. Ma la giornata di ieri è stata aperta con il pensiero, come ci ha abituati ormai l’appuntamento pomeridiano al Chiostro Sant’Agostino, con la lectio riflessione sul concetto di Straniero. Protagonista Umberto Curi, direttore scientifico del Festival, intervistato da Donatella C. Mandolesi . Per l’occasione e la vicinanza al tema trattato, l’iniziativa è coincisa con la giornata del volontariato civitanovese e ha avuto il sostegno anche dell’associazione Anima Mundi. Al termine dell’incontro un momento di riflessione sul ruolo dei servizi sociali con l’assessore Fabrizio Ciarapica e il presidente della consulta ai servizi sociali Moira Giusepponi. In chiusura l’ esibizione dei Nio. E sempre sul versante filosofico impareggiabile ieri sera Giulio Giorello che ha tenuto la prima vera e propria lezione di Pop filosofia, spiegando perchè anche dietro Dylan Dog sia possibile cogliere il sentimento della morte, della vita, della scienza e del confine fra realtà e finzione. Va così in archivio il primo week end, si riprende venerdì prossimo al Lido Cluana quando arriverà Remo Bodei, sabato e domenica Platinette, Barbara Alberti, le Winx, Franca Leosini e l’inaugurazione della mostra di Bengt Wanselius.
“Felice”. È lo stato d’animo del Sindaco Massimo Mobili dopo il primo weekend di Popsophia. “Felice – dichiara -, non solo perché il pubblico ha superato le nostre aspettative ma soprattutto per la qualità degli spettatori. Obiettivamente, contando le navette e i parcheggi che abbiamo dovuto aprire, sabato e domenica non hanno precedenti e hanno stracciato qualunque record del 2009. Tuttavia la nostra è un’operazione culturale che non si valuta solo sui numeri, quindi ciò che mi soddisfa di più è il fatto di aver visto tanti giovani, come non c’erano mai stati due anni fa e tante persone che prendevano appunti alle conferenze. Ho visto spettatori con in mano una sorta di piano di studi, il pubblico arriva preparato per assistere a più cose possibile nella stessa serata”. La città “è stata in grado di sostenere l’urto” secondo il direttore Di Lupidio “ma siamo al limite della capienza”. Mercoledì nella riunione tecnica parleremo di eventuali correzioni anche per il venerdì. Si è parlato di spostare più dietro il palco del Lido. Lo valuteremo ma è una soluzione che implica chiudere la strada per tre settimane e non ci sembra opportuno d’estate. Magari lo sposteremo solo per la conferenza di Margherita Hack. Un’altra soluzione possibile potrebbe essere quella dei maxischermo fuori dal Lido. Comunque – conclude Di Lupidio – siamo partiti come meglio non si poteva ma le vere valutazioni le faremo ad agosto. Speriamo di continuare così”. Parla del programma invece il direttore artistico Ercoli “soddisfatto per la riuscita di una serata all’insegna delle contaminazioni da Civitanova Danza a Jazz di Marca che hanno contribuito al nostro successo fino ad Abitanti & Abitare e Vitalitys: due iniziative volute da privati e che ieri hanno collezionato migliaia di visite”. “L’unica considerazione che sbaraglia ogni altra – secondo Ercoli -, è che raddoppiando l’intensità culturale del programma raddoppia anche il pubblico. Dato che smentisce tutti coloro che giocano con programmi al ribasso per paura di non intercettare il successo. Quello di Popsophia è invece un pubblico doppio nel numero rispetto a qualsiasi manifestazione precedente a Civitanova Alta e triplo rispetto alla preparazione culturale e al coinvolgimento che la gente mette nel Festival”. “Insomma – dice Ercoli -, qui nessuno viene per passeggiare. Il programma non ha nessun cedimento nello spettacolo ma rende spettacolare la filosofia facendola diventare trasversale dalla letteratura al teatro, dalla psicologia alla poesia. Non c’è alcuna facilitazione e per adesso la formula ci da ragione”.
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Che dire? In primo luogo, complimenti a Masino Ercoli. Popsophia è una sua creatura e il successo che sta riscuotendo è pari all’impegno che per mesi e mesi ha profuso nell’organizzazione di questa manifestazione, straordinariamente complessa ed articolata.
La seconda riflessione, articolata in tre passaggi: 1) proviamo a mettere a confronto le fotografie delle piazze stracolme di gente ed assetate di cultura di Civitanova con quelle, bellissime, ma desolatamente vuote, di Macerata, opera di Roberto Cherubini; 2) ricordiamoci per quale motivo Tutto in gioco, da cui deriva, con le dovute differenze, Popsophia, è sbarcata a Civitanova, sostenuta a tutto tondo dalla Fondazione Carima; 3) smettiamola con le lamentazioni sterili e inconcludenti sul declino di Macerata e prendiamo coscienza del fatto che ci tocca quello che ci meritiamo.
In realtà non è che ce lo meritiamo. Ci tocca subirlo per la miopia reiterata di chi ci governa. Avessi a disposizione i danari che gestisce Masino, porterei a Macerata anche i premi Nobel. Ma – come sappiamo – qui non ci sono i soldi nemmeno per un microfono. Per me, ovviamente. E quindi, in definitiva, sono lieto che almeno quelle belle cifre le gestisca Masino, che almeno le fa fruttare come si deve, con competenza e originalità. E ha fatto bene ad andare a Civitanova, dove evidentemente l’amministrazione è collaborativa.
Per Filippo.
Appunto, è esattamente così.
Popsofia – Sferisterio 1-0
Macerata è bellissima,
Civitanova è pienissima!!!!!!!
Solito decadentismo maceratese, solita storia … tutto ampiamente meritato dai maceratesi che hanno ciò che hannno scelto di avere.
quando qualcuno indica alle amministrazioni di sinistra maceratesi la luna loro immancabilmente guardano il dito.
vabè non ci voglio pensare, ora vado a fare un bagno nella piscina comunale…
Ma era così difficile organizzare qualcosa del genere a Macerata ????
Cari governanti Maceratesi, prendete spunto dai vostri colleghi civitanovesi
e guardate cosa sono capaci di organizzare.
Eppure non mi sembra che godano di finanziamenti speciali !!!!!!!
La fondazione taglia Tuttingioco bene si trovano sponsor si prende Ercoli ed ecco qua che piazze e strade sono piene.
E noi piangiamo !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
La differenza stà nella voglia di fare, nelle idee.
A macerata sentiamo solo i nostri amministratori piangere per le mancanze di fondi, totalmente incapaci di prendere iniziative, di creare attrattive a discapito di questa splendida città e dei suoi cittadini.
Ma perche????????????
Ma non era una nuova storia ????????????
Forse ha ragione Jack rayan è tutto ampiamente meritato dai maceratesi che HANNO CIò CHE HANNO SCELTO DI AVERE!!!!!!!!!.
Il merito è tutto del Prof. Evio Hermas Ercoli, che grazie alla sua genialità è riuscito a convincere gli amministratori locali di Civitanova Marche, in tempi di crisi profonda e non solo economica e finanziaria, a realizzare un’ambizioso progetto culturale che trasforma la città in un grandioso palcoscenico creativo. Forse il Prof. Evio Hermas Ercoli si è ispirato al filone di pensiero sulla città creativa il cui testo più importante è quello di Charles Laundry, The Creative City, a Toolkit for Urban Innovators (Earthscan Publication Ltd, prima edizione 2000, poi ripubblicato ogni anno). Questo pensiero parte dalla osservazione che il 21° secolo sarà, come non mai, “il secolo delle città”. Per la prima volta nella storia umana più della maggioranza delle persone vivrà in città, mentre venti anni fa solo la percentuale era solo del 29 per cento. Già oggi, in Europa, il 75 per cento della popolazione vive in città. Tuttavia la maggioranza degli abitanti non è felice di vivere in città nel modo in cui vive attualmente (l’unica eccezione a me nota è Vienna dove un’indagine di alcuni anni fa evidenziava che, oltre il 95% dei viennesi era felice di vivere a Vienna, una percentuale straordinaria). Un’indagine inglese del 1997 evidenziava, invece, che l’84% dei cittadini avrebbero voluto vivere in piccoli villaggi, mentre solo il 4 per cento viveva effettivamente in un villaggio. Scrive Charles Laundry: “Noi non possiamo creare un numero sufficiente di villaggi per soddisfare queste aspirazioni. Ma possiamo invece agire per rendere le nostre città un luogo dove sia desiderabile vivere”. Per questo ci vuole pensiero ed azione. Per questo ci vuole la “Creative City” dove amministratori e cittadini affrontino e risolvano i problemi e le prospettive in modo creativo. Vi sono ormai numerose città nei posti più diversi del mondo che hanno imparato a cavalcare e guidare i cambiamenti e gli sviluppi della vita socio-economica. Ma la maggioranza “sembrano vittime passive del cambiamento, semplicemente accettando che esso avvenga”. Riscoprire la creatività urbana è un compito complesso e non facile ma molti esempi, tra questi Civitanova Marche stanno a dimostrare che è possibile. Imparare da questi esempi e dalla buona teoria sviluppata sugli stessi è necessario e utile.
… ma che i maceratesi non si ricordano la calda estate a colpi di lettere su tuttoingioco?…
ps: a quando un confronto sull’indotto ed il ritorno delle 2 manifestazioni in relazione ai costi?
ricordo che ogni anno sono pronti 5 milioni per lo sferisterio … in tempo di crisi diconsi cinquemilionidieuro
Ma com’è che nessuno protesta.
Commercianti maceratesi perchè non vi lamentate dei
mancati introiti che potreste avere con determinate manifestazioni????
cittadini perchè non vi lamentate di questa desertificazione del
centro storico, nel vedere una risorse inestimabili come
lo sferisterio …..per nulla sfruttata nelle sue potenzialità ??????
Incomprensibile.
da noi si fa una notte bianca in centro storico e a distanza di pochi giorni se ne fa un’altra a corso cavour…a parte la genialità (?) dell’idea, ormai trita e ritrita, non siamo capaci di fare di questa iniziativa un qualcosa che coinvolga tutto q
mettere un paesetto di 42mila anime un solo evento che per quanto banale comuqnue muove gente
ero ragazzina e si diceva che a macerata non succede mai niente per colpa de “li commercianti”, sono invecchiata e questo quel che ancora sento…
scusate…scrivevo appunti random e mi è partito un commento senza capo né coda !
provo a ricominciare…
da noi si fa una notte bianca (idea trita) in centro storico e a distanza di pochi giorni se ne fa un’altra a corso cavour (idea ritrita); da noi i commercianti di c.so cairoli espongono bandiere tricolori e non strombazzano l’iniziativa, poi lo fanno anche quelli di c.so cavour e sanno vendere la notizia, allora quelli di c.so cairoli si offendono perché loro sono stati i primi; da noi le poste del centro storico si spostano ai giardini, immagino per un breve periodo, ed i commercianti si disperano perché crolleranno gli affari…insomma macerata è da sempre in balìa dei signori commercianti (come li chiama il mio amore “la lobby del tramezzino”) che fanno il bello ed il cattivo tempo, che sono spilorci e miopi, che possono vantare negozi di ben 30 metri quadrati con ben 10 scelte di vestiti (o camicie, o valigie, o mutande) disponibili in ben 2 capi per taglia…..ci credo che masino ercoli e la fondazione sono scappati gambe levate, chi non lo avrebbe fatto ?!
Si denota il provincialismo e l’assoluta mancanza di conoscenza.
Ma lo sapete che da circa 10 anni Giorello è ospite in tutta Italia ed in primis al Festival della Letteratura di Mantova?
Solo Di Lupidio non lo conosceva e crede di aver fatto uno scoop!