Malumore tra i lavoratori dello Sferisterio
“Riutilizziamo le scene in magazzino”

I tecnici rivendicano più rispetto e vicinanza da parte della politica
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SFERISTERIO_mascheredi Alessandra Pierini

«Tanto lavoro per nulla? Parafrasando con licenza il poeta inglese si potrebbe intitolare così la stagione lirica 2011 ». E’ questo il grido lanciato dai lavoratori dello Sferisterio, animati da un crescente malumore per la situazione che si è venuta a creare per loro negli ultimi anni e che continua con il tempo ad aggravarsi.Tutto è iniziato qualche anno fa quando lavori straordinari effettuati sulla struttura furono affidati in appalto a ditte esterne: «Noi potevamo fare – spiega Mauricio Pasquali, rappresentante dei lavoratori –  i lavori su palcoscenico, retropalco e buca d’orchestra, soprattutto quelli che riguardano il legno, nostra competenza, e ci siamo anche proposti, senza risultato. Quando queste opere sono state affidate ad altri, abbiamo dato anche dei consigli sul come fare visto che conosciamo benissimo il teatro e che siamo forse i più innamorati, ma nessuno ci ha ascoltato e non è stato seguito il dovuto criterio di costruzione. Quest’anno ci siamo ritrovati a dover rimediare a queste deficienze  con un  aggravio dei costi  ed un aumento inevitabile  dei ritmi di lavoro con la macchina organizzativa per gli spettacoli già in moto. Questo corrisponde a compressione dei tempi e accelerazione dei ritmi di lavoro per effettuare allestimenti sicuramente d’effetto come la fama e la carriera del Direttore Artistico stanno a dimostrare, ma che di certo non sono maestosi, nè particolarmente originali. Noi lavoriamo in tanti teatri e le scenografie dello Sferisterio sono da teatro al chiuso e vengono in buona parte prodotti altrove,  non valorizzando l’esperienza e le capacità di costruzione e produzione dei tecnici “maceratesi”ai quali vengono ridotte le giornate lavorative rispetto al 2010. Tra l’altro, molto spesso, sulle scene vanno rimesse le mani e non sono adatte al nostro teatro, perciò o vengono rifatte da noi o persino rimandate indietro».

I lavoratori dello Sferisterio danno anche la loro ricetta: « Sappiamo che ci sono meno soldi ma potremmo essere utili a capire come utilizzarli. Abbiamo accumulato negli anni nel magazzino del teatro molto materiale scenografico che potrebbe essere ripreso, recuperato e rimesso in scena con qualche giornata in più di lavoro anche per noi. Molte sono rovinate perché non concepite per il teatro all’aperto ma altre sono bellissime. La Traviata di Svoboda, ad esempio, potrebbe caratterizzare il Festival ed essere riproposta invece se la stanno godendo altri. L’Arena Sferisterio inoltre è davvero un teatro meraviglioso che riceve elogi da chiunque vi acceda anche se solo per una volta, ma come abbiamo detto anche in passato necessita di una manutenzione ordinaria ed a volte anche straordinaria per consentirne l’utilizzo dal punto di vista artistico e culturale, ma anche come bene architettonico di rilievo da valorizzare anche come attrazione turistica. Senza pretendere ulteriori incrementi di spesa agli enti locali, i lavoratori precari dello spettacolo pensano logico  tornare come in passato ad effettuare anche opere di manutenzione ormai urgenti di una struttura invidiata da molti in Italia e all’estero come lo Sferisterio che non deve essere abbandonata a se stessa e vedere utilizzate a pieno le proprie potenzialità».

I lavoratori lamentano anche l’assenza della politica: «I rapporti sia con l’associazione che con il Sindaco sono molto corretti ma vorremmo un confronto anche prima dell’inizio delle prove e più rispetto per gente che lavora in arena da 20anni. E’ il momento di rivedere la situazione e chiederemo un incontro al sindaco durante il Festival. Chiediamo agli amministratori locali di prendere atto della necessità ormai di accorpare la gestione del Teatro Lauro Rossi, anche  per un contenimento dei costi di gestione, a quella dell’Associazione Sferisterio e per consentire un prolungamento del periodo lavorativo per i tecnici e maggiori garanzie per quel riguarda modalità di assunzione e certezza dei pagamenti. Con queste righe crediamo di andare incontro alle direttive del Consiglio Comunale sulla lirica riunitosi nel mese di marzo,chiediamo al più presto la convocazione di un tavolo di discussione  e denunciamo, oggi più che mai, la difficile situazione di coloro che permettono ormai da anni che la magia degli spettacoli (di ottimo livello anche in questo anno di crisi) si realizzi e sia goduta dal pubblico».



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