di Gabriele Censi
Arena in subbuglio per le prove del “Ballo in maschera”, già oggi Daniele Callegari è allo Sferisterio sul podio dell’opera in sostituzione di Paolo Carignani. “Il Teatro e il direttore d’orchestra hanno deciso consensualmente di interrompere la collaborazione a causa di problemi di natura artistica verificatisi in questi primi giorni di lavoro a Macerata. L’auspicio comune è quello di poter trovare quanto prima nuove occasioni per lavorare insieme.” Così il comunicato ufficiale che segue un rovente scontro tra Pizzi e Carignani, a causa soprattutto della scelta del soprano (Teresa Romano) e sembra anche del baritono (Marco Di Felice). Una presenza molto voluta e complicata quella di Carignani ma segnata dal destino: il direttore artistico lo aveva riempito di elogi in occasione della presentazione della stagione a Roma per farsi perdonare la gaffe di aver sbagliato il suo nome. Nel suo Blog il critico musicale Enrico Stinchelli riporta un colloquio con Carignani che conferma la versione dei fatti : “Pizzi diceva di essere daccordo con me sui miei dubbi su alcuni interpreti e che si sarebbe provveduto alla loro sostituzione, dichiarandolo di fronte a testimoni. Poche ore dopo aveva inspiegabilmente cambiato idea. Per non metterlo in disagio ulteriore ho preferito concedermi una, forse, meritata vacanza. Lavoro da molti anni all’estero e il mio “ritorno” in Italia è stato francamente traumatico. Speriamo non sia sempre così nel futuro”.
I preparativi fervono a circa 20 giorni dall’apertura del Festival e mentre si attende l’arrivo della trasmissione Prima della Prima di RAITRE nazionale, in arrivo a Macerata l’1 luglio per Un ballo in maschera, si cominceranno anche le prove musicali con Andrea Battistoni già da sabato 2 luglio al Teatro Don Bosco di Rigoletto mentre le prove di regia con Massimo Gasparon che cura di Rigoletto anche scene e costumi partono in Arena dal 4 luglio contemporaneamente a quelle che si svolgeranno al Teatro Lauro Rossi di Così fan tutte diretta da Riccardo Frizza con regia, scena e costumi di Pier Luigi Pizzi.
“Il problema che ora si pone – scrive il critico Enrico Stichelli nel suo blog – è questo: d’accordo risparmiare, in periodo di crisi. Ma perchè risparmiare solo sui cast e non sui propri allestimenti? A Macerata le regìe sono opzionate dalla coppia Pizzi-Gasparon, sono loro gli allestimenti, le scene, i costumi. I cast influiscono sul budget per una percentuale ridottissima, forse non arrivano al 18%. Come si fa ad allineare sul palcosce nico voci totalmente inadatte ai ruoli richiesti? Macerata era famosa, un tempo assai lontano, per le grandi personalità vocali che ivi transitavano e l’Opera, oggi come ieri, si fa con le voci. Ebbene: non ha ragione Carignani a richiedere un soprano degno del ruolo di Amelia? Non è il direttore musicale ad avere la responsabilità dell’esecuzione e dell’ensemble? Macerata: abbiamo cominciato assai male“.
C’è da attendere solo qualche giorno con i debutti delle opere per scoprire se i dubbi espressi sul cast siano leciti, e i tagli avranno contaminato anche la qualità artistica oppure Pizzi chiuderà i suoi sei anni tra gli applausi, al pubblico l’ardua sentenza.
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“Il problema che ora si pone – scrive il critico Enrico Stichelli nel suo blog – è questo: d’accordo risparmiare, in periodo di crisi. Ma perchè risparmiare solo sui cast e non sui propri allestimenti? A Macerata le regìe sono opzionate dalla coppia Pizzi-Gasparon, sono loro gli allestimenti, le scene, i costumi. I cast influiscono sul budget per una percentuale ridottissima, forse non arrivano al 18%. Come si fa ad allineare sul palcoscenico voci totalmente inadatte ai ruoli richiesti? Macerata era famosa, un tempo assai lontano, per le grandi personalità vocali che ivi transitavano e l’Opera, oggi come ieri, si fa con le voci. Ebbene: non ha ragione Carignani a richiedere un soprano degno del ruolo di Amelia? Non è il direttore musicale ad avere la responsabilità dell’esecuzione e dell’ensemble? Macerata: abbiamo cominciato assai male“.
Adesso ho capito perchè il Maestro Pizzi sarebbe entrato in trincea. E certo, se l’orientamento quest’anno è quello di tagliare solo sugli artisti e non ” sul suo” , ovvio che desta lamentele nel cast e nei protagonisti dell’Opera : i cantanti.
Non sappiamo come saranno nè scene nè costumi, ma si capisce dalle parole del critico che si è espresso , che un po’ di buon senso, e dal budget, con un po’ più di spartanità in queste, e un po’ più investimento sui cantanti, si andava più sul sicuro. O almeno, questo brutto inizio dei lavori, ce lo saremmo risparmiati.
Unica consolazione, è che stavolta non siamo noi commentatori di Cm a fare i soliti criticoni , usare parole dure: no no.
Lo ha fatto chi ha titolo per ” criticare” , e meno male, così ci solleva dal porci questo bell’interrogativo, che ” conoscendoci” ci saremmo posti…o no?
Speriamo bene, che tutto vada comunque bene .
Che si mettano on line i bilanci INTEGRALI dell’Associazione Sferisterio degli ultimi 10 anni, così si vedrà cosa e stato speso e da chi e per quali moitivi….
Perchè non ci fanno vedere i bilanci ma al pubblico danno solo i “riassuntini” (dove non si comprende nulla?)
Poi non ci si può lamentare se qualcuno pensa che che forse, per caso, presumibilmente, qualcuno ha da nascondere qualcosa????
Bravo Enrico Stinchelli!!!
CASO MACERATA: ARRIVA IL MOMENTO DI DIRE BASTA, L’IGNORANZA E’ IMMORALE
Venerdì 01 Luglio 2011 10:38 blog Enrico Stinchelli
Mi piace spesso citare una frase di Baruch Spinoza riguardo l’ignoranza: “L’ignoranza – diceva il grande filosofo olandese- è immorale”. Il suo pensiero a riguardo viene perfezionato nel fondamentale “Etica, parte seconda, prop.XXXV” in cui si spiega come l’errore sia ignoranza :l ‘errore, spiega Spinoza, consiste in una privazione di conoscenza […] L’ errore consiste per Spinoza esclusivamente in una forma di inadeguatezza.
Se scendiamo dall’Empireo di Spinoza al più prosaico palcoscenico dello Sferisterio di Macerata, troveremo la dimostrazione esatta del concetto sopraccitato: l’inadeguatezza e l’ignoranza di chi ha la responsabilità della direzione artistica butta allo sbaraglio voci, opere , intere stagioni in virtù di una non altrimenti definibile: ostentazione arrogante di potere.
Veniamo ai fatti, ormai ben noti : alla prima prova d’assieme di uno spettacolo che inaugurerà la stagione, il direttore d’orchestra Paolo Carignani rileva l’inadeguatezza sia del soprano previsto come Amelia, sia del baritono , rispettivmente Teresa Romano e Marco Di Felice. Fa subito presente al direttore artistico nonchè regista dello spettacolo, Pier Luigi Pizzi, che sarebbe il caso di provvedere a una sostituzione. “Avevo pensato a un Ballo in maschera stilizzato, delicato, lirico” , ci dice al telefono il maestro Carignani, “io stesso avevo suggerito per questo il tenore Stefano Secco come protagonista, essendo una voce leggera ma sicura in alto e stilisticamente impeccabile. Poi in prova mi arrivano un soprano che ha evidenti difficoltà a salire in zona acuta (e la parte di Amelia è spietata in questo senso) e un baritono “sbrasone” (trad. che urla e che esagera)….è chiaro che tutta la mia impostazione andava per aria.” E Pizzi? “Pizzi mi promette davanti a testimoni di sostituire soprano e baritono, tutto ciò nel pomeriggio, dopo la prova. Già la sera, durante la prova scenica, avevano sostituito….me!”. Un classico del mondo dell’Opera: ipocrisia, menzogna, quel pizzico di vigliaccherìa che non guasta. Così va a casa Carignani, come speedy Gonzalez arriva un sostituto e tutto prosegue come se nulla fosse.
Macerata, da alcuni anni, è una sorta di esempio a cielo aperto di come un teatro non debba essere gestito.
Il primo grave errore è quello di partire dai titoli e non dagli interpreti: se non hai gli interpreti adatti è perfettamente inutile, oltrechè suicida, mettere in cartellone talune opere, come per esempio la “Forza del destino” dell’anno scorso. Si legga la seguente recensione, riportata per sommi capi:
Nei primi anni 2000 sul palcoscenico del Festival di Macerata allestimenti sfarzosi, fantasiosi e sperimentali come la “Traviata” e la “Lucia di Lammermoor” con le scene di Svoboda, la “Butterfly” firmata Brockhaus, “Aida” e “Turandot” di De Ana lasciavano presagire futuri spettacoli del medesimo livello; con Pizzi siamo invece alla fiera del riciclaggio di se stesso e delle scene.
In periodo di crisi tale scelta può essere vista come una amministrazione intelligente e anzi auspicabile, dei mezzi a disposizione; il problema è che il palcoscenico diventa sempre più rachitico, sempre più anonimo e prevedibile, la regia, se di “regia” si può parlare, dilettantesca o imbarazzante,
Mortificante la scena, mortificante l’incapacità di gestire le masse, mortificante la regia “faidate” dei singoli, limitati ad entrare, passeggiare o schierarsi al proscenio in un noioso, assurdo vuoto, imbarazzante la bandiera di luce proiettata sul muro dello Sferisterio durante il “Rataplan”, inutili i costumi evocanti il primo conflitto bellico e nulla possono fare le coreografie da sagra paesana ideate da un Gheorghe Iancu non particolarmente ispirato.
In un 2010 in cui l’aumento degli sponsor-mecenati, e quindi degli introiti e degli investimenti, è cresciuto a discapito del numero dei biglietti venduti, si poteva, anzi, doveva fare qualcosa di più per esaltare la strombazzata, a sproposito, qualità artistica che il Festival si sforza di raggiungere, e non sto parlando solo della pochezza scenica e pubblicitaria, ma anche di quella musicale e vocale.
insufficiente l’Alvaro di Zoran Todorovitch, sicuramente una voce importante e schiettamente tenorile, massacrata però dalla rozzezza di una emissione che prevede l’apertura innaturale delle vocali alla ricerca di una maggiore ampiezza, calante negli acuti per giunta, tutti rigorosamente sforzati, e deficitario nel fraseggio, ricondotto ad un lamento muscolare dal sapore molto vecchio e monocorde.
… il baritono Marco di Felice (sic! ancora lui!) previsto nel ruolo di Don Carlo di Vargas, costretto al ritiro a causa di una indisposizione e sostituito praticamente all’ultimo momento da Elia Fabian il quale ha eroicamente salvato la serata “leggendo” il ruolo nella buca dell’orchestra e doppiato in scena da un mimo.
…Elisabetta Fiorillo scritturata per il ruolo di Preziosilla, ma colpita da una indisposizione che ha costretto le maestranze a sostituirla con Anna Maria Chiuri. (ndr nessuna indisposizione!!! Litigio col maestro Callegari riguardo i tempi scelti per l’esecuzione!)
(cit. “Il corriere della Grisi” .blogspot.)
Come non condividere tale funesto quadretto? E come non scorgere tra le righe e alla luce degli ultimi eventi i prodromi per un bis, a un anno di distanza?
Non sta a noi suggerire soluzioni o impartire lezioni: lasciamo questo esercizio ad altri .
E’ però venuto il momento di dire “Basta” a gran voce. Per il rispetto dovuto all’Opera, alla storia dello Sferisterio, ai tanti appassionati che intraprendono viaggi e che mantengono in vita questa grande forma di spettacolo.
come ogni anno
purtroppo, e con amarezza, devo ammettere d’avere avuto la stessa impressione. Infatti non vado più a Macerata da anni, nonostante fosse una mia meta preferita ai tempi della mia militanza critica e nonostante la mia grande amicizia con Pigi. Ma tant’è.
GRAZIE.FINALMENTE QUALCUNO COMPETENTE, DENUNCIA IL DEGRADO DELLA GESTIONE PIZZI DELLO SFERISTERIO. DOVE SONO GLI ALLESTIMENTI CHE LO HANNO RESO CELEBRE NEL MONDO??????
Beh Gerardo non sono più i tempi! Le messinscene che lo hanno reso famoso non sono più pensabili oggi, così come non lo sono più quelle di Ronconi, De Ana e Zeffirelli, per citarne solo alcuni. I tempi sono cambiati e quelle cifre non sono …più abbordabili oggi. Soprattutto per un regista che nasce scenografo e costumista. Ciò non toglie che esistano le riprese. Pizzi ha saputo anche creare spettacoli memorabili con poco o nulla (penso ad un Mosé veneziano indimenticabile, fatto di stracci e luci). Ma erano, anche se per altre ragioni (anagrafiche), altri tempi. Ciò non toglie nulla alla disamina di Enrico, ma sono elementi da tener ben presenti.
Ciò accade quando non vi sono più stimoli competitivi e si acquisisce una sorta di potere temporale, sul modello dei Papi e degli Imperatori. Guai a quell’artista che non ripensa continuamente sé stesso e finisce per SERVI…RSI dell’Arte senza servirla più. E peggio ancora quando si travalicano i propri limiti, assumendo ruoli per i quali occorre una diversa competenza. Il mandato di Pizzi a Macerata si chiude malamente e con pesanti ombre su molte questioni economico-amministrative (scenografie, costumi e via discorrendo). Lo SFeristerio, come ha ben detto Agazzani, non è più quello che gli appassionati, veri, ricordano.
E’ oramai palese, dopo anni di gestione affidata al duo Pizzi-Gasparon, il livello quasi pari a zero della qualità di un teatro che un tempo era il palcoscenico dove debuttavano e lavoravano i più grandi cantanti del mondo.
Oggi, nella migliore delle ipotesi, lo Sferisterio è diventato una scadente replica di periferia del “Cirque du Soleil”, nella quale le acrobazie ginniche dei ginnasti rumeni (spacciati per ballerini!) presenti nelle ultime due stagioni contano più dei cantanti e delle masse (orchestra e coro); un teatro in cui si pagano profumatamente dei “mimi” (???) per fare ciò che un tempo facevano, semplicemente e poco più che gratuitamente, le comparse; dove si mettono cantanti completamente fuori registro a sostenere ruoli previsti per altre voci solo per ragioni estetiche (uno su tutti: lo scandaloso Sarastro del Flauto Magico del 2006 affidato ad un baritono per di più chiaro!); dove il lavoro della dirigenza e della regia è immagine di improvvisazione e mancanza di professionalità.
Se Pizzi produce questi risultati, ancora peggio è l’opera di Gasparon, che ci è stato “imposto” solo dalla presenza di Pizzi (chi lo avrebbe mai chiamato a lavorare? da dove viene costui? chi lo conosce?) che ci ha regalato perle come l’orribile Norma ambientata in Tibet con tanto di svastiche e coperte dell’Ikea in palcoscenico e che magari ambienterà ora il Rigoletto (anche quest’anno, infatti, gli è stata affidata – del tutto irragionevolmente – un’opera) nel Villaggio dei Puffi …. tanto, Macerata è provinciale e si beve ogni cazzata in silenzio.
Nulla da aggiungere a quanto affermato da Francescone Gola, se non l’invito di andare a vedere le prove di “Un ballo in maschera” che iniziano in questi giorni e magari quelle di Rigoletto nei prossimi giorni: si vedranno i “maestri” Pizzi e Gasparon che improvvisano nervosamente cercando di coprire il vuoto assoluto (di idee registiche, di scene, di musica ….) con delle trovate e delle “boutades” che neppure nella rivista d’altri tempi avrebbero trovato spazio.
Eh no, un tempo non era così: un tempo si andava a teatro per “sentire” l’opera, e non per assistere alle sfilate di costumi che oggi, nella migliore delle ipotesi (anche perchè quelli dell’anno scorso, per esempio, erano sciattissimi e bruttissimi) sono l’unica cosa che si vede allo Sferisterio.
Tutto questo senza neppure accennare alle problematiche di conflitto d’interessi che sussistono fra il Pizzi direttore artistico e, per esempio, il Pizzi socio di Tirelli (storica sartoria che fornisce i costumi allo Sferisterio!) che meriterebbero ben altri approfondimenti …..
Speriamo almeno che dopo tutto ciò, la politica maceratese apra finalmente gli occhi, e che metta finalmente a fare il direttore artistico dello Sferisterio un vero e competente musicista, facendo ritornare lo Sferisterio ciò che era un tempo, cioè un teatro lirico dove si fa la musica lirica, e lasciando che registi e registucoli pseudo tali si occupino di prosa o di spettacoli parrocchiali ……..
@ Lirica senza registi
Anche una scadente replica di periferia del “Cirque du Soleil” (ma veramente scadente) è 100 volte meglio di quanto visto negli ultimi anni in Arena…