Dopo i rugbisti (leggi) oggi sono stati i dipendenti dell’Ircr ad affollare la platea del Consiglio comunale per chiedere risposte sul futuro dell’Ente. Già nella seduta di mercoledì, l’ordine del giorno di Francesca D’Alessandro aveva messo in difficoltà la maggioranza: la consigliere di Macerata è nel cuore aveva chiesto la convocazione di una riunione del consiglio straordinaria per affrontare la questione della scelta sulla forma giuridica da dare alla casa di riposo maceratese che, come tutte le ex Ipab, dovrà essere trasformata in Azienda Pubblica per i servizi alla Persona o in Fondazione. Sulla questione si sono già pronunciati i sindacati, il consiglio d’amministrazione (di nomina politica) e i dipendenti dell’ente, e in vista della scadenza del termine ultimo per la scelta definitiva, il prossimo 30 giugno, non è ancora nota la posizione dell’amministrazione e del consiglio. Non c’è dubbio che la decisione da prendere scotta, tanto da spingere la maggioranza a far mancare il numero legale mercoledì in fin di seduta e da infiammare l’avvio di quella di oggi, alla quale hanno preso parte, tra il pubblico, molti dei 72 dipendenti dell’Ircr.Presente anche Floriana Patrassi, direttrice dell’Ircr che si è fatta portavoce delle esigenze dell’ente: «Diventare fondazione sarebbe un disastro per noi, per gli anziani e per la cittadinanza tutta. A quel punto non avrebbe più senso parlare di qualità del servizio». Hanno portato il loro sostegno anche i rappresentanti sindacali che, già in passato hanno manifestato il loro favore alla trasformazione in azienda pubblica e oggi hanno ribadito la loro posizione.
La tensione, che era nell’aria, è esplosa e ha trasformato la sala consiliare in arena quando la consigliera D’Alessandro ha chiesto di anticipare la discussione dell’ordine del giorno da lei presentato, vista la presenza delle dipendenti. La richiesta ha fatto saltare Narciso Ricotta (Pd) sul banco: « La questione è stata risolta questa mattina nella conferenza dei capigruppo e abbiamo deciso che si discuterà dell’Ircr nel prossimo consiglio il 27 di giugno. Tra l’altro la sua richiesta non è corretta perchè non può utilizzare un ordine del giorno per proporre un argomento al consiglio. Queste decisioni vengono prese dai capigruppo». A questo punto diverse voci di protesta si sono levate dai banchi, più forte degli altri quella di Michele Lattanzi (Comunisti Italiani- Federazione della Sinistra): «Siete vergognosi – ha tuonato – queste cose le ho viste fare solo quando amministravano i fascisti. Questa è una violazione esplicita ed evidente del regolamento. Noi siamo per l’Azienda Pubblica a favore della quale si è già espresso tutto il blocco sociale. Il Pd è tra l’incudine e il martello ma deve assumere una posizione chiara. Qui si gioca al futuro di quello che è stato il fiore all’occhiello dell’amministrazione e di tanti che hanno paura di perdere i propri diritti. Dobbiamo ammettere che c’è stato un ritardo, aspettiamo la proposta dell’amministrazione. Se sceglierà il pubblico noi la voteremo. Poi sarà l’azienda a decidere se necessario di dotarsi di strumenti giuridici per la salvaguardia del patrimonio».
A questo punto i consiglieri che,senza controllo, si accusavano tra loro dimenticando le regole del buon andamento del consiglio, hanno fatto perdere la pazienza anche al vicepresidente del Consiglio, Deborah Pantana che più volte ha minacciato di sospendere la seduta e addirittura di far intervenire le forze dell’ordine. Antonella Petrocelli, segretaria comunale, ha sottolineato l’inusualità dell’ordine del giorno della D’Alessandro che lo ha utilizzato per chiedere di discutere un argomento che è già stato calendarizzato questa mattina dalla conferenza dei capigruppo. A questo punto il consiglio ha votato la mozione di Francesca D’Alessandro volta ad anticipare la discussione dell’ordine del giorno. Favorevoli i 10 voti dell’opposizione uniti a quelli dei Comunisti Italiani-Federazione della Sinistra. Contrarii 12 consiglieri di maggioranza. Si sono invece astenuti Deborah Pantana (Pdl) , Massimiliano Bianchini (Pensare Macerata) e Gabriella Ciarlantini (Verdi per Macerata). Tutto ciò per ritardare di mezz’ora la discussione.
Dopo aver votato la mozione per lo sgombero del cortile del Convitto Nazionale, anche questa proposta da Macerata è nel cuore, Francesca D’Alessandro ha presentato la questione: «Vorrei chiedere scusa alle dipendenti dell’Ircr che hanno pazientato e si sono trovate davanti ad uno spettacolo per niente edificante. Intanto mi rallegro che sia stato rispettato il regolamento. Sulla questione Ircr la delibera del consiglio d’amministrazione ben fatta ha espresso la sua volontà, si sono espressi i dipendenti, i familiari dei ricoverati. Si è espressa anche l’opposizione manca l’amministrazione e la maggioranza che tolgono il sale della democrazia e non permettono una discussione aperta». Dura la replica di Narciso Ricotta (Pd) : « Abbiamo assistito all’elogio della demagogia. Noi stiamo lavorando da tempo sulla questione e abbiamo un progetto ambizioso, ci siamo incontrati con il consiglio di amministrazione e con sindacati. Lei forse si accorge solo oggi del problema. L’iscrizione all’ordine del giorno del prossimo consiglio l’ho fatto io, non lei né il suo capogruppo. Il Pdl prima di lei ha presentato una mozione. Lei ha portato la claque ma è arrivata terza, non si strumentalizzano le persone». Il capogruppo del Pd ha anche esplicitato la posizione del suo partito: «Noi siamo per un’azienda pubblica di servizi alla persona di ambito territoriale più avanzata di quello che propone lei e siamo anche orientati a tutelare il patrimonio dell’Ipab con gli strumenti giuridici necessari. Questo modo populista di fare politica volto a fare clamore e senza risultati concreti non è condivisibile».
Immediata la risposta di Fabio Pistarelli(Pdl): «Hai vinto tu il festival della demagogia. Se la D’alessandro è in ritardo figuriamoci la richiesta fatta da te questa mattina. E’ questa la sede in cui discutere della trasformazione dell’Ipab, ma le difficoltà da parte di maggioranza e amministrazione hanno fatto passare il tempo invano. La questione ha coinvolto tutto il territorio regionale e ne siamo a conoscenza dalla scorsa legislatura. Questo termine era noto e tanti hanno già scelto la loro strada. Facciamo in modo che la giunta proponga la sua soluzione».
Giorgio Ballesi (Lista Ballesi) si è definito difensore d’ufficio e ha sottolineato dei punti: «La maggioranza si scorda di quanto accaduto solo due giorni fa quando è uscita dall’aula facendo venir meno il numero legale per non discutere questo ordine del giorno. Francesca D’alessandro ha esercitato un diritto proponendo questo ordine del giorno e io devo assistere ad un violento attacco nei suoi confronti dai consiglieri. Forse la reazione è determinata dal fatto che in questo modo si è scoperto un nodo che la maggioranza ha tenuto scoperto per diverso tempo. Arriviamo pure al 27 purchè con una buona scelta. E’ invece stato gravissimo che si è cercato di impedire a un consigliere di esercitare un sacrosanto diritto».L’ordine del giorno è stato votato favorevolmente dai 12 consiglieri di opposizione e bocciato in maniera compatta dalla maggioranza.
La prossima e inevitabile puntata sarà il 27 giugno quando, a 4 giorni, dall’ultimo giorno utile, la decisione non potrà essere rimandata.
(Foto di Guido Picchio)
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LA CASA DI RIPOSO DI MONTECOSARO SCEGLIE DI DIVENTARE AZIENDA PUBBLICA
Il Consiglio di Amministrazione della Casa di Riposo Opera Pia “A. Gatti” ha deliberato l’indirizzo su cui la struttura dovrà orientarsi per effetto della Legge Regionale 5 del 2008 di riordino delle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza (IPAB). L’atto del Cda delibera la modifica della Casa di Riposo in Azienda Pubblica di Servizi alla Persona.
Ora la delibera di indirizzo del CdA e il nuovo statuto dovranno essere ratificati dal Consiglio Comunale per poi essere comunicati alla Regione per l’approvazione definitiva.
“Esprimo la mia soddisfazione per questa delibera del Consiglio di Amministrazione della Casa di Riposo – dice il sindaco Stefano Cardinali – visto che è mio fermo convincimento, e la stessa Costituzione della Repubblica lo dispone, che la sanità e l’assistenza siano e debbano rimanere pubbliche. Questo significherà avere certezza di posti letto convenzionati con Asur e rientrare nelle programmazioni regionali. Questa delibera di indirizzo è il frutto di un percorso partito molto tempo fa. Un percorso di confronto e condivisione tra l’Amministrazione Comunale, il Cda della Casa di Riposo, il personale e le forze politiche del territorio, nel corso del quale sono stati messi sul tappeto tutti gli aspetti della questione, vantaggi e svantaggi della mutazione in Azienda Pubblica di Servizi alla Persona o in Fondazione”.
“Ringrazio quanti hanno contribuito a questo percorso e in modo particolare il presidente del Cda Luigi Talamonti per l’impegnativo e certosino lavoro svolto, finalizzato al raggiungimento di un risultato condiviso dalle parte”.
“Inoltre tale modifica – conclude Cardinali – potrebbe aprire prospettive interessanti per il Comune con alcuni servizi che potrebbero essere affidati in gestione alla futura Azienda.
Il passaggio a Azienda Pubblica di Servizi alla Persona non prevede alcuna modifica di carattere contrattuale al personale né alcun ridimensionamento. Il personale rimarrà invariato, così come le condizioni contrattuali ed economiche.
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Non entro nel merito del tecnicismo procedurale quindi non mi interessa sapere se anticipare la discussione proposta dalla D’Alessandro era una richieta prevista dal regolamento, ne mi interessa sapere se la scomposta replica del consigliere Ricotta poteva essere evitata.
Quello che però noto è che c’è una scadenza da rispettare (30 giugno) e, masochisticamente, si arriva fino a quasi alla dead line (27 giugno) con il rischio che (tra incomprensioni di maggioranza, mancanze di numero legale, assense improvvise, ecc. ecc. ecc.) non si riesca ad avere una discussione aprofondita e conseguentemente si rischi di votare pressati dalla scandenza.
Ma questo modo di arrivare sempre alla scadenza, sempre in zona di recupero (calcisticamente parlando), è tipico di chi ha grossi problemi politici e spera che qualcuno poi, mancando il tempo di riflettere e pensare, voti a favore sebbene non sia del tutto convinto: una specie di soffice coercizione (della serie: comprendiamo il tuo disagio, ma ci va di mezzo la maggioranza non puoi astenerti ne votare contro, ne ovviamente assentarti)
Politicamente questo modo di fare significa avere il fiato corto e mancanza di idee e progetti (e visione unitaria)
Parole in libertà…
Ricotta: “abbiamo deciso che si discuterà dell’Ircr nel prossimo consiglio il 27 di giugno”
Come al solito si fa in modo di arrivare all’ultimo minuto così si sarà “costretti” a votare qualcosa che non piace. Ma solo per senso di responsabilità, eh…
Lattanzi: “queste cose le ho viste fare solo quando amministravano i fascisti”
E lui, che all’epoca era già lì, lo sa bene…
Lattanzi: “Dobbiamo ammettere che c’è stato un ritardo”
Praticamente una confessione. Ma chi paga (e pagherà) per le conseguenze di questo ritardo?
Lattanzi: “Poi sarà l’azienda a decidere se necessario di dotarsi di strumenti giuridici per la salvaguardia del patrimonio”
Che significa: le scelte che contano (quelle che muovono tanti soldini) le faremo con calma lontano dalla luce dei riflettori. Non ne dubitavo.
D’Alessandro: “Intanto mi rallegro che sia stato rispettato il regolamento”
Da chi? Se il segretario comunale ha ragione non sembra merito suo.
Ricotta: “Abbiamo assistito all’elogio della demagogia”
Non c’era da dubitarne. Con tutti quegli esperti…
Ricotta: “Noi stiamo lavorando da tempo sulla questione e abbiamo un progetto ambizioso”
Che è sempre un ottimo modo per non concludere mai niente.
Ricotta: “Noi siamo per un’azienda pubblica di servizi alla persona”
Quindi tutta la maggioranza è d’accordo. Perché allora non vi decidete?
Ricotta: “siamo anche orientati a tutelare il patrimonio dell’Ipab con gli strumenti giuridici necessari”
Ancora? Allora è veramente questa la patata bollente. Mi sa che per tutelarlo davvero c’è da tenervi lontani.
Ricotta: “Questo modo populista di fare politica volto a fare clamore e senza risultati concreti non è condivisibile”
Oh, finalmente una parola di saggezza. Però adesso basta parlare sempre di sè stessi
Pistarelli: “Hai vinto tu il festival della demagogia”
Strano. Di solito si fa a gara per dire “ho vinto io”. Ma non è da oggi che Fabio ha le idee confuse.
Se non ci fossero di mezzo i diritti di tante persone sarebbe quasi divertente…
Alla redazione:
per correttezza di cronaca, anche se politicamente marginale, devo farvi notare che la seduta di Consiglio di mercoledì 15 giugno è stata interrotta intorno alle 20,00 per mancanza del numero legale da parte della minoranza. Una consigliera di opposizione ha infatti legittimamente chiesto la verifica del numero legale e poi contestualmente ha abbandonato l’aula insieme ad alcuni dei suoi colleghi.
Prevengo possibili critiche anticipando che ovvio, una maggioranza presente al 100% garantirebbe da sola il numero legale, ma, di fatto, in questa occasione, l’abbandono dell’aula e la conseguente mancanza dei 21 consiglieri è da addebitarsi all’opposizione.
Scusate la precisazione.
Antonio Carlini
Mi auguro che il PD, che fino a ieri ha esultato per la vittoria del referendum sull’acqua pubblica, voglia mantenere la stessa linea anche in questo caso. Il contrario sarebbe davvero penoso.
Una nota a latere: mi sorprendono assai tanto la “lentezza programmatica”, per così dire, della maggioranza, quanto il fatto che l’opposizione vera sia guidata ancora una volta da una lista civica piuttosto che dai partiti.
Forse la nuova storia è cominciata laddove nessuno se l’aspettava.
IO C’ERO!!! nell’ennesimo atto di autolesionismo!!!
La questione D’Alessandro è marginale rispetto ad un Consiglio Comunale che per l’ennesima volta è stato IL TRIONFO DELLA MALEDUCAZIONE.
Cronache Maceratesi, sempre puntuale, dovrebbe intervistare le dipendenti dell’IRCER che erano sconvolte rispetto all’atteggiamento dei consiglieri in un luogo istituzionale.
Mentre parlava un consigliere tutti gli altri si alzavano e passeggiavano, andavano a trovare il consigliere al banco opposto, facevano commenti ironici ad alta voce, uscivano dall’aula per entrare solo per le votazioni.
UNA VERGOGNA che dovrebbe indurre i cittadini ad essere presenti in massa per assistere allo spettacolo che danno i loro eletti.
Questo spettacolino di cabaret ci fa a tutti capire il perchè l’amministrazione ha più volte rifiutato la proposta di mettere delle telecamere in consiglio.
Di “PALAZZO DI VETRO” parlano tutti ma in realtà se ne guardano bene dal farsi vedere.
Anni fa questo non succedeva, forse per la presenza di Presidenti del Consiglio Comunale “più bravi”, ma è gravissimo che si sia persa la coscienza dell’importanza del ruolo.
Macerata è capoluogo di Provincia e dovrebbe dare l’esempio sia nei comportamenti che nelle decisioni. Nella fattispecie si presenta nelle sue vesti peggiori e sceglierà per l’azienda pubblica, privata o mista a 3 giorni dalla scadenza (che si conosce da anni), quando tutti gli altri comuni l’avranno già fatto.
C’è stato poi un consigliere “scaduto” che ha definito le dipendenti presenti in Consiglio come “la clack della D’Alessandro”.
Quel consigliere è una vera vergogna per la città perchè io conosco bene la direttrice dell’IRCER ed alcune sue dipendenti e sono realmente preoccupate, non si farebbero mai manovrare.
Quel consigliere molto povero negli argomenti e molto ricco di quella demagogia che imputa agli altri è sicuramente uno di quelli che, da sempre manichini del “grande mogol maceratese”, fino a 2 giorni fa spingevano per l’azienda privata.
Ma del resto cosa possiamo aspettarci da un signore che dopo aver portato avanti per anni la GIORGINI ha poi detto che la scelta di non farla è merito del PD?!?!?!
Cittadini, andate in consiglio qualche volta, almeno per capire chi vi rappresenta
GRAZIE
Ma quando Michele Lattanzi ha dato del fascista a Narciso Ricotta, Ricotta s’è dispiaciuto o no, perchè è questa la domanda.
Buonasera a tutti,
mi chiamo Garbuglia Andrea e faccio parte del consiglio di amministrazione della casa di riposo di Montecosaro Opera Pia Gatti . Noi abbiamo optato per la trasformazione in Azienda Pubblica di servizi.
Voglio dirvi che è verissimo quello che il ns sindaco Cardinali ha scritto nell’articolo.
Questa scelta parte da lontano ed è frutto di una serie di conoscenze , pareri legali, consulenze di esperti del settore di prim’ordine, colloqui con dirigenti regionali che ci hanno ricevuto ed ai quali va il ns piu’ sentito ringraziamento per i chiarimenti ricevuti. Tutte queste nozioni sono state recepite ed elaborate in primis da noi del cda della casa di riposo e successivamente discusse ed approfondite mettendo insieme maggioranza ed opposizione attorno allo stesso tavolo, con pari dignità.
Questo è stato possibile perchè abbiamo sempre ragionato , tutti, tenendo sempre ben presente nei ragionamenti relativi alla trasformazione, che si stava facendo una scelta in nome di un interesse superiore , perchè il futuro dei dipendenti e delle loro famiglie, la qualità dell’ assistenza prestata agli anziani ospiti della struttura, e il bene che vogliamo al ns territorio e alle strutture storiche che lo rappresentano vanno molto al di là degli interessi di partito.
Mi permetto di chiudere con una considerazione banale ma a mio modesto avviso veritiera:
la differenza non risiede nei partiti, ma nelle persone.
p.s. : rivolgo un affettuoso saluto al presidente dell’ Opera Pia Lugi Talamonti e lo ringrazio per il grande lavoro fin qui svolto.
Quasi quasi mi trasferisco a Montecosaro…