di Alessandra Pierini
Internet, da sempre, è considerato uno strumento democratico perché accessibile, gratuito e capace di superare i limiti spaziali. In realtà, nonostante dalla nascita della rete siano passati 20 anni, che rappresentano un tempo lunghissimo per l’informatica, è ancora diffuso il fenomeno del digital divide e molti cittadini non hanno ancora accesso alla banda larga.
A Macerata, ad esempio, sono ancora oggi scoperte delle aree del quartiere Pace e delle Vergini, Contrada Botonto, la zona di Corneto, del Centro Fiere di Villa Potenza e diversi tratti delle nostre campagne. La situazione non è semplice neanche nei comuni più piccoli della provincia. « Pochi sanno che larghe fasce della nostra città non sono coperte dalla navigazione Internet veloce – ci scrive Roberto Cherubini dell’associazione Maceratiamo – creando gravi disagi ai privati, ma soprattutto a piccole aziende. La politica si è affannata negli ultimi anni a fare promesse vuote ed il finanziamento che Silenzi sventolò ai quattro venti per il digital divide ad oggi non è dato sapere per cosa è stato utilizzato. I cittadini, come al solito, restano fuori. Nella meravigliosa Regione Marche esiste un’azienda che qualche anno fa ha avuto un enorme incremento di notorietà grazie ad un servizio di Report che ne esaltava le qualità».
La società di cui parla Roberto Cherubini è la Sic1 e ha sede a Chiaravalle. E’ una società pubblica che ha proposto e realizzato il progetto A9 wireless: «»Il progetto – ci spiegano dall’azienda – prevede la realizzazione di un’infrastruttura wireless nei Comuni non raggiunti da Adsl, in modo da abbattere il digital divide e consentire a cittadini, aziende e Pubbliche Amministrazioni di connettersi in banda larga. Il wireless è una tecnologia senza fili in grado di portare la banda larga in zone geograficamente svantaggiate o non coperte dai maggiori provider nazionali. L’infrastruttura di base è costituita da una dorsale di trasporto della banda sul territorio (backbone) e da tanti punti di diffusione del segnale (shelter) collocati in aree strategiche dei territori comunali, ai quali gli utenti finali possono connettersi con appositi router forniti in comodato d’uso gratuito. I cittadini, le aziende, i professionisti e le Pubbliche Amministrazioni possono così usufruire di una connessione ad alta velocità, abbattendo i tempi richiesti da soluzioni alternative al wireless e con costi estremamente competitivi. A9.Wireless, inoltre, può diventare un ulteriore strumento per quei Comuni già dotati di Adsl che desiderano anche una copertura wireless al fine di creare punti di accesso nel territorio (hotspot) per una più facile fruizione della connettività e dei servizi online da parte dei cittadini». Tante città in Italia hanno adottato questo sistema.
Attualmente i Comuni della provincia di Macerata soci di Sic1 sono 29 e la società ha realizzato delle dorsali nei Comuni di Treia (dove non ha utenti ma che usa come rilancio), Colmurano, Cingoli e Matelica.Questi comuni soci hanno il vantaggio di dare un servizio ai cittadini senza costi aggiuntivi per l’amministrazione. In una prima fase di avvio della società, parliamo degli anni tra il 2006 e il 2007, è stato contattato anche il Comune di Macerata ma all’epoca gli incontri non andarono a buon fine .
«Bisognerebbe capire perché la nostra amministrazione ha più volte rifiutato il contatto con la Sic1 – commenta Cherubini – in quanto la tecnologia “hiperlan” non è invasiva più di altre ed in questo caso è a costo zero. Il ripetitore hiperlan, per intenderci, ha le stesse emissioni di un telefonino gsm acceso, molto inferiore alle emissioni del ripetitore della Pace messo nei pressi di un asilo!Mi auguro che qualcuno dell’amministrazione voglia sgombrare il campo da quel dubbio che viene in questi casi e cioè che l’ente pubblico non sia interessato a servizi a costo zero perché non permettono giochi clientelari. Invito i cittadini a guardare con attenzione i 7 minuti del video di Report e di spingere l’amministrazione a portare il servizio nei tanti luoghi ad oggi non raggiunti http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-3392e50e-b05a-41c8-ba69-7b5005be23d4.html».
Intanto in questi anni la Regione Marche ha predisposto il Piano Telematico Regionale che in base a quanto previsto dal piano stesso sarà completato entro il 2012 con un investimento totale di 45 milioni di euro, a cui vanno ad aggiungersi altri 28 milioni di euro già spesi per le infrastrutture nelle aree dell’entroterra. Le strategie di sviluppo prevedono tre tipologie di intervento, che consistono nel costituire una dorsale in fibra ottica per ridurre il ‘digital divide’ di lungo periodo, nel realizzare un sistema di accesso wireless di proprietà pubblica per ridurre il digital divide di breve periodo, nell’interconnessione in fibra e potenziamento delle centrali telefoniche degli Operatori di TLC non ancora connesse, per ridurre il digital divide di medio e lungo periodo. L’obiettivo per l’anno 2010 era quello di eliminare il digital divide di prima generazione e rendere disponibile al 100% dei cittadini, delle pubbliche amministrazioni e delle imprese marchigiane l’accesso a banda larga, con un livello di servizio base di almeno 4 Mega bit. Lo scorso anno il presidente della Regione Gian Mario Spacca ha firmato una lettera di intenti con gli operatori di telecomunicazioni con gli obiettivi di abilitare l’accesso a larga banda ai servizi a favore dell’intero sistema socio-economico marchigiano: cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni e di ridurre il Digital Divide aumentando progressivamente la disponibilità. Tra gli operatori firmatari risultano Carlo Mannone (responsabile affari pubblici Tiscali), Susanna Giacomozzi (ad Wos Network), Gilberto Di Pietro (ad Retelit), Luca Ciolini (ad Milliway), Andrea Cortesi (direttore tecnico Interoute), Alfonso Patruno (ad WaveMax), Mario Mella (direttore tecnico Fastweb), Antonio Puce (amministratore unico Mobilway), Newtec Sas (rappresentante legale Paolo Todini), Vodafone, Anove Action e Aria.
La Provincia di Macerata invece ha predisposto diversi progetti, per lo più orientati a ridurre il digital divide all’interno degli enti pubblici e delle istituzioni. E’ previsto anche un intervento con l’utilizzo di fibre ottiche per garantire l’utilizzo dell’adsl nell’area montana ma non sono ancora state attivate reti.
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ahahahaha dov’ la tanto decantata wi-max????????????????????????
è una vergogna!
🙁
Io che ho girato un po’ posso dirvi che internet via wi-fi si paga solo in Italia!
E’ ora che si danno una mossa..
strano,come mai stavolta siamo rimasti indietro ad altri?molto molto strano….
A Sant’angelo in Pontano è stata attivata la connessione in fibra nel corso della settimana passata. Lavori fatti dalla provincia per i comuni montani (raggiunti anche monte san martino e Penna san giovanni ma non sò se il servizio è già stato attivato anche li). Velocità effettiva di 7 mega in download e quasi mezzo mega in upload. Un sogno rispetto a prima, con la possibilità di arrivare a 20 mega. Stavolta, per i comuni dell’entroterra davvero un ottimo lavoro!
No Wi-max no party!!!
a montefano l’adsl c’è ma nn si vede soldi regalati alla telecom LADRI!!!!!!!!!
Come spesso accade l’articolo di Alessandra Pierini tocca un tasto dolente: l’importanza relativa che nei centri decisionali troppo spesso si da a questioni che, diversamente, sono davvero importanti. Piaccia o non piaccia l’accesso ad internet è oggi equiparabile ad un diritto pieno, troppo essendo il gap tra chi può usufruire del servizio e chi no, ed il deficit che ne segue non è altrimenti colmabile (quanto meno in termini di rapidità di informazione). In altre parole siamo in piena disparità di trattamento, presumibilmente in violazione del precetto costituzionale di uguaglianza: da questo punto di vista c’è da augurarsi che, nel nostro piccolo, gli impegni assunti dal comune di Macerata per la realizzazione di vari punti di accesso ove sia possibile collegarsi con sistema wireless siano portati avanti con celerità, come da recenti dichiarazioni alle quali voglio personalmente credere e sulle quali credo sia opportuno esprimere sostegno ed auspicio di rapido, positivo risultato.
@Bruno Mandrelli
vista la sua sensibilità per l’argomento la invito a seguire con attenzione il servizio di Report.
I punti di accesso dei quali parla lei non c’entrano, purtroppo, col digital divide che colpisce soprattutto le periferie e le campagne. Lei presumibilmente parla di luoghi di accesso WIFI in città che sono utili, ma sono un’altra cosa.
La realtà è che la SIC1 (società a partecipazione pubblica) offre un servizio a costo zero che invece Macerata sta cercando di attivare attraverso un lungo processo della Regione che sicuramente costerà alla comunità centinaia di migliaia di euro.
La mia speranza è sempre che la politica, rendendo partecipi i cittadini, faccia le scelte per il bene comune e non per creare sacche economiche nelle quali rifocillarsi.
D’accordo con Roberto Cherubini, la necessità di sintesi a volte è tiranna: un conto sono gli accessi WIFI (sulla qual cosa il comune ha assunto impegni) altra cosa il superamento delle sacche di esclusione dal servizio che creano diseguaglianza, come ho cercato di riassumere. Naturalmente l’opzione deve essere per tutto ciò che abbia meno ricadute in termini di costi per i cittadini e gli enti locali.
Esistono diversi modi per ridurre il divario digitale, alcuni si basano sul trasporto dati attraverso la rete elettrica, (powerline) ma in Italia non esiste una normativa in merito. Poi abbiamo la classica adsl o dsl, ma la società privata che gestisce l’intera infrastruttura pubblica non ha nessun interesse ad investire in tecnologie funzionali per il collettivo. L’hiperlan è una tecnologia basata su trasporto radio un po datata, ma comunque economica funzionale e poco inquinante, realizzabile in poco tempo e senza costi esorbitanti. Il tanto atteso wimax, che doveva essere operativo già nel 2010, ma ancora no si capisce il motivo delle attese. Alcuni dicono che la maggior parte delle frequenze non sono ancora fruibili poiché ancora in uso in ambito militare in Italia, nonostante la gara milionaria che i gestori hanno dovuto sostenere per acquisire le licenze. Altri ancora, sostengono che la vera causa sono i gestori di telefonia mobile che non hanno nessuna intenzione di mollare una fetta di mercato come quella delle connessioni mobili, che è però molto costosa e non paragonabile ad una connessione come le sopraelencate, la terza ipotesi è quella che lo sviluppo di questa tecnologia possa effettivamente ridurre il divario digitale, portando la vera rivoluzione, quella di scegliere se telefonare, guardare la tv, oppure semplicemente cercare le informazioni che si vogliono. Ma sembra che non siamo ancora pronti per questo, sembra infatti che un editore, produttore, politico, proprietario della maggiore società di produzione e gestione pubblicitaria e televisiva, non sia ancora pronto a regolamentare la gestione di flussi pubblicitari attraverso la rete e così temporeggia.
Non so quale sia il motivo, ma so per certo che qualcosa si muove in direzione contraria per far sì che noi Italiani abbiamo la più lenta e costosa connessione internet d’europa. Mah! Per fortuna abbiamo il digitale terrestre!!!
What?
Qui (uk) si va a fibre ottiche..
WI-Fi free ogniwhere
Dichiarazione tasse online
bollo online multe stradali online
tasse comunali online
benefit online
cambiare residenza online a costo zero e zero code.
comperare un funerale alla coop online
pagare una pinta di birra peroni 3.5 pound con bancomat(in italia costa 6 euro perche’)
pagare due poaund con bancomat da tutte le parti.
mettere 10 euro di benzina e pagare col bancomat da tutte le parti e nessuno ti guarda male.
aprire un conto in banca 15 minuti senza il classico….conesce nessuno?
contestare una multa e motivarla online con risposta in tre giorni e gratis.(mi hanno fatto la multa per divieto di sosta durante il periodo della neve.mi si era scaricata la batteria.ho mandato la fattura e la multa alla polizia.mi hanno tolto la multa)
perdi il lavoro e non puo pagare l’affitto vai al comune. in 10 giorni ti mettono i soldi nel tuo conto fino a quando non trovi un lavoro e non devi restituire nulla.
Vuoi mandare i figli all’universita’ e non hai le possibilita’ chiedi un student loan che ti sara concesso che restituirai quando inizierai a lavorare. e se guadagnerai meno di 17.000 euro non restituerai nulla.
Non e’ fantascienza e’ civilta’.
ADSL?
Pensavo di aver studiato la preistoria alle medie.
Evidentimente la preistoria continua.
In Italia le cose non si vogliono fare perche’ bisogna mantenere le poltrone calde sempre per le stesse persone.
Siamo un paese fermo al medioevo(abbiamo ancora la chiesa che mette il naso da tutte le parti).
Le infrastutture dobbiamo prima crearle nel nostro cervello e poi attuarle; ma se non le costruiamo dentro di noi, non faremo mai niente oppure chi avra voglia di fare e di essere rispettato per quello che e’ capce di fare fara’ una semplice cosa come me.
SE NE ANDRA CON TANTA RABBIA E RAMMARICO PER UNA MADRE CHE NON HA SAPUTO CRESCERE UN FIGLIO.
Pienamente d’accordo con tutti voi! Apriamo gli occhi e li apra pure il Comune a questo punto!!
Se si investono soldi pubblici:
1) c’è da aiutare gli amici, i compagni di partito, piazzare i figli, garantire un posto all’amante.
2) più c’è da spendere e più si spende: se il restauro costa 100 lire ma se ne possono spendere 300 sicuri che alla fine (se va bene) se ne spenderanno 299 (in molti altri casi alla fine ci si accorge che se ne è spesi 400)
3) l’incapacità culturale, sociale, scientifica, umana, intellettiva della stragrande maggiorazna dei nostri politici (che non ci invidiano nemmeno in Biafra) il cui unico lampo di genio (in una esistenza cerebrale piatta) è stato quello di capire che con la politica ci si ingrassa..
Superati questi 3 gap forse riusciremo ad essre un paese Normale.
parlimo de ADSL? e Macerata adè lu fanalinu de coda, parlimo de parcheggi? e certo Macerata non adé la prima, parlimo de strade? e Macerata adè in coda, e potriu continuà, ma quesso vole li maceratesi adè anni che governa li soliti, quindi de che stimo a parlà!?