di Alessandra Pierini
E’ andato in onda sabato sera il servizio del Tg1 dedicato al fotovoltaico nella provincia di Macerata, particolarmente attiva nella produzione di energia da fonti rinnovabili. L’investimento nelle energie alternative, auspicato anche dalla Comunità europea, è fondamentale in un momento in cui le fonti tradizionali rischiano di non essere più sufficienti e una maggiore attenzione al risparmio energetico e alle nuove opportunità energetiche è fondamentale per il paese. L’installazione di impianti fotovoltaici a terra, però, è fortemente impattante e rischia di compromettere il nostro paesaggio di dolci colline e crinali, quindi a fronte di un aumento degli investimenti in tal senso, occorre una regolamentazione e un costante controllo da parte delle autorità competenti. La costruzione di impianti fotovoltaici a terra, nella nostra provincia, spesso è avvenuta senza attenzione ai danni provocati all’ambiente e al paesaggio, ricchezze da non sottovalutare e risorse fondamentali per il futuro turistico delle nostre campagne. La comparsa di distese di pannelli solari e la prossima costruzione di maxi impianti ha scatenato la protesta di quanti hanno investito in abitazioni e strutture turistiche, tra questi molti stranieri che hanno lasciato la loro terra di origine anche per godersi il nostro ambiente e il paesaggio.
La normativa a proposito di impianti fotovoltaici a terra era finora piuttosto permissiva e il sistema degli incentivi, molto vantaggiosi, ha incoraggiato ad investire nelle nuove forme di energia ma mentre installare sui tetti dei capannoni industriali è sempre più difficile e l’allaccio alla rete elettrica richiede persino anni, nei campi si hanno a disposizione superfici ampie e gli impianti diventano molto più redditizi. A questo va aggiunto il fatto che la nostra provincia è vocata da secoli all’agricoltura, attività oggi sempre meno remunerativa. I produttori di impianti assicurano ai proprietari terrieri un affitto annuo per ettaro di 4.000 euro, di molto superiore al possibile incasso da qualsiasi coltivazione.
Ottimo è anche il rapporto tra costi e guadagni per chi decide di costruire un impianto sul proprio terreno. Prendiamo ad esempio in considerazione un ettaro di impianto fotovoltaico a terra , corrispondente a 500 Kw di energia. L’impianto costerà al kilowatt tra 2.800 e 3.000 euro per un totale di 1.500.000 di euro ma produrrà in un anno una quantità di energia pari a 625.000 kw/h. Per ogni kw/h di energia, il proprietario dell’impianto incasserà 10 centesimi derivanti dal valore dell’energia e 32 centesimi di incentivi, corrispondenti a circa 265.000 euro all’anno. Questo vale per gli impianti per i quali era stato già avviato l’iter autorizzativo entro il 31 dicembre 2010, mentre dal 2011 sarà applicato il nuovo decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, volto a ridurre gradualmente gli incentivi. Se in tutta Italia il decreto ha prodotto la corsa agli incentivi, tanto che ci sono richieste per 120.000 megawatt di energia a fronte di un fabbisogno di 56.000 megawatt , nella provincia di Macerata il fenomeno è particolarmente significativo e sul tavolo dell’apposito ufficio della Provincia di Macerata ci sono, solo per il fotovoltaico a terra, 50 pratiche tra impianti già autorizzati e richieste da esaminare.
Tra le autorizzazioni già rilasciate dalla Provincia ci sono quelle per 2 maxi impianti, il primo a Monte San Giusto per il quale sono state presentate due diverse richieste di autorizzazione in due campi adiacenti l’uno all’altro che formeranno in sostanza un’unica distesa di più di 20.000 moduli, e quello di Sarrocciano per il quale è stata approvata una variante al piano regolatore per cui sorgerà proprio nell’alveo del fiume Chienti e avrà una superficie di 12 ettari. Altri sorgeranno a Pollenza, Treia, Petriolo e molti sono già stati ultimati e punteggiano già le nostre campagne, basta guardare il caso dei residenti di Contrada Paterno a Corridonia, le cui abitazioni sono state circondate dagli antiestetici pannelli.
La Provincia ha invece presentato ricorso al Tar contro una delibera del Comune di Morrovalle che prevedeva la costruzione di un impianto fotovoltaico sulla discarica dell’Asola, sito (non ancora dismesso) per il quale la Provincia ha la competenza per la messa in sicurezza. Il provvedimento ha creato non poche proteste, soprattutto da parte del Fronte Verde che attraverso il suo coordinatore regionale Tonino Quattrini ribadisce: «Non siamo contrari al fotovoltaico purchè vengano rispettati dei criteri a tutela dell’ambiente. Ecco perché la scelta della Provincia di autorizzare impianti nel territorio ed opporsi a quello in discarica ci sembra ssurdo ».
Intanto qualcosa sta cambiando e sia il Governo che la Regione Marche e i singoli comuni stanno cercando di arginare il fenomeno anche se la sensazione è che gravi e irreversibili danni siano ormai stati fatti. Il 10 settembre 2010 il Ministero per lo Sviluppo Economico ha approvato le linee guida per l’autorizzazione degli impianti, 7 anni e 10 mesi dopo la direttiva europea. Nel frattempo la Regione Marche, facendo riferimento alla direttiva europea, con la legge 12 del 4 agosto 2010, ha previsto un rafforzamento della disciplina del fotovoltaico. Se fino ad oggi la Valutazione di Impatto Ambientale veniva richiesta soloo per impianti di potenza superiore ad 1 Megawatt, le nuove disposizioni hanno abbassato il limite a 200 chilowatt. L’assemblea legislativa regionale ha inoltre indicato in un lunghissimo elenco quali sono le aree non idonee all’installazione. Ora la palla è passata ai comuni che stanno rintracciando nei loro piani regolatori le aree vietate. Naturalmente saranno tutelati gli alvei dei fiumi, i crinali, le aree di valore artistico e culturale. I costruttori saranno inoltre obbligati ad utilizzare strumenti di mitigazione degli impianti.
Nel frattempo è salito a 928 il numero degli iscritti al gruppo “No agli impianti fotovoltaici a terra!” creato su Facebook da Luigi Verdecchia che aggiorna costantemente i suoi iscritti con significative immagini e atti ufficiali. Una dimostrazione della diffusione di una nuova sensibilità nei confronti dell’ambiente e del bisogno di riflettere sul fatto che l’interesse di pochi non può essere privilegiato a scapito del paesaggio e della natura, bene di tutti.
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I tanti commenti arrivati sull’ultimo articolo:
https://www.cronachemaceratesi.it/?p=53899
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Il servizio andato in onda sul Tg1:
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-52ccf86c-6c3d-450c-bb50-f08623f7d7ca.html
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C’era un errore nel link del video del Tg1, è stato sostituito con quello esatto. Il servizio sul fotovoltaico in provincia di Macerata inizia al minuto 28.
Purtroppo il servizio è stato pesantmente tagliato in fase di montaggio e non si è capito quasi nulla se non che alcuni stranieri si sono lamentati dell’impatto degli impianti a terra. Eppure la troupe è rimasta con noi dalle 11 di mattina alle 5 del pomeriggio e per realizzare le numerose interviste non c’è stato tempo neppure per pranzare. La prima intervista è stata fatta presso il calzaturificio Fabi di Monte San Giusto dove un amministratore ha dichiarato che volendo realizzare un impianto sul tetto del loro capannone, appositamente predisposto e della superficie di 11.000 mq, hanno chiesto l’autorizzazione all’Enel che ha risposto che darà una risposta dopo 420 GIORNI LAVORATIVI. (non andata in onda)Poi c’era un’intervista a Donatella Batocchi sulla situazione in zona Paterno di Corridonia (tsagliata). A corridonia è stata intervistata il sindaco che, rispetto all’intervista registrata, nello spezzone andato in onda è uscita molto meglio. A Francavilla d’Ete erano stati intervistati alcuni stranieri e alcuni cittadini di Amandola (mandato in onda solo due battute di Bob Garner); a Monte San Giusto c’era una intervista nel luogo dove sorgerà il maxi impianto di Bore Chienti (non andata in onda). A voler pensar male si direbbe che non si sia voluto (non dalla parte della giornalista che ha realizzato il servizio) evidenziare più di tanto il problema – In effetti le aziende della Green Power investono molto in pubblicità e non si può scontentarle… In ogni caso, anche un solo minuto in prima serata al TG1 è una bella vetrina per le nostre rivendicazioni.
Luigi Verdecchia
Non ho potuto vedere il servizio sabato sera…non mi meravigliano i tagli effettuati. Un po’ per questioni tecniche, un po’ (a pensar male) per evitare incidenti “diplomatici”, credo era prevedibile.
Ad ogni modo, i conoscenti che lo hanno potuto vederlo, mi hanno riferito di un servizio che finalmente metteva in risalto a livello nazionale il problema del fotovoltaico “selvaggio” e “intensivo”….quindi l’obbiettivo puo’ ritenersi ottenuto.
E comunque credo fortemente che solo chi e’ proprietario di questi impianti possa dirsi contro ogni critica e attacco, il resto dei cittadini sensibili al problema (ad oggi la stragrande maggioranza) vedono molto negativamente cio’ che e’ stato fatto negli ultimi mesi (settimane in acluni casi, vista la velocità di realizzazione per rientrare negli incentivi 2010) al paesaggio provinciale.
Non dimentichiamo comunque l’importanza dell’energia rinnovabile, e il fatto che noi siamo il paese del sole:
PERO’ IL CONTROSENSO CHE SI CREA CON LA REALIZZAZIONE DI IMPIANTI ENORMI A TERRA (per il solo profitto economico, mai per sensibilità verso il problema dell’inquinamento energetico) A MIO AVVISO PRESENTERA’ PRESTO UN CONTO SALATISSIMO….
Come singolo cittadino interessato all’argomento il mio invito ai comitati che si stanno opponendo alla realizzazione di grandi impianti fotovoltaici a terra è di continuare il loro impegno ma di mantenere un atteggiamento equilibrato verso l’impiego di energia rinnovabile . Di questa noi (voglio dire l’italia ma non solo) abbiamo estremamente bisogno per motivi che tutti conosciamo (mutazioni climatiche, indipendenza energetica , stabilità dei prezzi) e dobbiamo essere consapevoli (ma non in maniera acritica bensi approfondendo il problema) che le realizzazioni sui tetti o sui terreni incolti potrebbero non essere sufficenti agli obiettivi che si vogliono raggiungere . Il fotovoltaico è l’ultimo , evidente ma non cosi massiccio come si sarebbe portati a pensare, assalto all’ambiente e al territorio . Ben maggiori sono stati e sono i danni provocati dalla urbanizzazione e cementificazione. Inoltre mentre oggi lo Stato e le Regioni , sembrano (il condizionale è sempre d’obbligo) voler intervenire per limitare le ricadute negative più evidenti della corsa al fotovoltaico , nulla si sta invece facendo per fermare la cementificazione. Basta solo rileggere un articolo della Republica pubblicato nei giorni scorsi e ripreso da uno dei commentatori al precedente articolo ; per non fare poi riferimento alle nuove condizioni determinate dal decentramento prossimo a venire che sembra consegnare come principale se non unica fonte di reddito per le amministrazioni locali i valori immobiliari . Cosa succederà allora di quel che rimane del nostro territorio , senza un impegno da parte di tutti nel porre un freno ? Certo non voglio ricadere nel famoso atteggiamento del “benaltrismo” (scusa per non fare mai nulla) . Quindi se un impianto a terra per dimensioni e caratteristiche territoriali è sbagliato va fatta opposizione punto; ma dobbiamo creare tutti insieme una cultura , una conoscenza dei problemi che eviti generalizzazioni e rischi di posizioni “ideologiche” che poi possono risultare sbagliate anche per chi le ha promosse in buona fede.
Condivido pienamente la posizione di Iesari.