Discobus
Pro e contro

L'intervento

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di Giuseppe Bommarito*

E’ sicuramente positiva la notizia della proroga per altri due mesi, a cura della Provincia e con il contributo di diversi Comuni, del servizio Discobus, iniziativa peraltro adottata da tempo anche in tante altre zone d’Italia.

Accanto alla motivazione principale, che è quella – sacrosanta – di garantire un rientro a casa in tutta sicurezza dei ragazzi dopo il divertimento del sabato sera, giustificano il servizio di Discobus anche ragioni di socializzazione fra i giovani che si spostano da una parte all’altra del territorio provinciale e di risparmio (considerato il basso costo del biglietto per gli utenti). Encomiabile, quindi, per di più in un momento di gravi ristrettezze economiche per gli enti locali, l’iniziativa assunta dalla Provincia e dai Comuni.

Però, a mio avviso, vanno fatte anche altre considerazioni, che dovrebbero indurre ad una serie di correttivi. Spesso e volentieri, infatti, proprio la possibilità di poter usufruire del rientro a casa in autobus costituisce per tanti ragazzi un incentivo in più per bere ed assumere sostanze stupefacenti sino allo sfinimento,
visto che il servizio non solo elimina la possibilità di sfracellarsi contro qualche pianta, ma evita pure il rischio di incappare nelle pattuglie della Polizia Stradale munite di etilometro e di test sugli stupefacenti e pronte a ritirare patenti e a confiscare autovetture (la confisca del mezzo è prevista quando il tasso alcolemico supera il limite di 1,5 grammi per litro di sangue). E così il servizio di navetta, al di là delle oneste e sane intenzioni degli enti che organizzano l’iniziativa, pare suggerire ai ragazzi questo messaggio allucinante: fate quello che volete, bevete quanto vi pare, sballatevi a tutto spiano con le micidiali miscele di alcol e pasticche, tanto l’ente pubblico vi riporta a casa e voi non rischierete nemmeno qualche sanzione. E’ educativo tutto ciò?

I ragazzi che, all’alba, sbarcano stralunati ed assonnati dal Discobus tornano a casa vivi – e di questi tempi non è poco – ma non certo sani. Provate ad aspettarli nei punti di rientro, questi ragazzi. Certo, non si può generalizzare, ma diversi di loro appaiono strafatti di alcol e droga (a volte già assunti nel viaggio di andata, visto che nessuno controlla), non si reggono neanche in piedi ed hanno sul volto i segni di uno sballo senza fine.

E’ vero che il rischio dello sballo c’è anche quando non opera il servizio del bus navetta messo a disposizione dagli enti pubblici, ma forse, come ho detto sopra, anche il Discobus ha la sua parte nello stimolare il tragico fenomeno dell’ingestione smodata nel sabato notte di alcol, pasticche di ecstasy, canne, cocaina, che girano a tutto spiano nei locali della movida maceratese.

Quali possono essere i correttivi? Il primo: controlli a campione delle forze dell’ordine anche sui Discobus per verificare situazioni di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti,
nonché la presenza di bottiglie di alcolici (la cui vendita è vietata per legge ai minori di sedici anni), e per sanzionare coloro che vengono rinvenuti ubriachi e/o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti (ricordo infatti che l’ubriachezza in luogo pubblico o aperto al pubblico è un reato, e che l’uso di sostanze stupefacenti, pur non costituendo a sua volta reato, è sanzionato in via amministrativa). Il secondo: pretendere che, in affiancamento all’autista, magari aumentando un po’ il costo del biglietto, vi sia un’altra unità lavorativa che tenga sotto controllo la situazione e segnali tempestivamente eventuali irregolarità. E, poi, un consiglio per i genitori: non aspettate a letto i vostri figli, magari dormendo, tanto siete certi che con il Discobus torneranno a casa, ma andate a prenderli ai punti di rientro e sinceratevi di persona del loro stato.

Forse l’occasione potrà essere utile per rendersi conto di situazioni colpevolmente ignorate e dei pericoli di certe forme di divertimento di fatto basate sull’incentivazione all’uso smodato di alcol e droga (in Italia l’iniziazione all’alcol, così come per le sostanze stupefacenti, avviene a soli 11 anni, e quasi la metà dei ragazzi tra gli 11 ed i 15 anni sono bevitori abituali).

In definitiva, stabilito che il Discobus non interviene sulle cause di un fenomeno tragico (lo sballo del sabato sera), ma si limita a ridurne gli effetti negativi, cerchiamo di non dimenticare tutto ciò che sta a monte e che minaccia i nostri ragazzi e di fare in modo, comunque, che gli aspetti positivi di questo importante servizio non vengano sopravanzati da pratiche assurde e controproducenti.

* avvocato e presidente dell’associazione Onlus “Con Nicola oltre il deserto di indifferenza”



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