Da Gianni Menghi, coordinatore comunale del Pdl di Macerata, riceviamo:
Monsignor Claudio Giuliodori ha già vinto la sua battaglia. Statua o non statua, le polemiche di questi giorni confermano la centralità della Chiesa nel discorso pubblico e nella vita della città; mentre le altre voci, che pure avrebbero tanti argomenti, si sentono poco o si perdono dietro ai particolari, discutendo di simulacri e trascurando i significati.
Comunque, qualcosa si è rotto nel clima corale che ha accompagnato la acclamazione laica e cattolica di un missionario gesuita di santa romana Chiesa. Le celebrazioni ricciane, infatti, possono avere riconoscimento generale e partecipazione trasversale solo in quanto prevedano una lettura ecumenica e piaciona della figura di Padre Matteo Ricci.
Finché l’illustre maceratese resta il genio della scienza e del dialogo, e una sponda per gli affari in Cina, bene; ma se qualcuno vuol “farne memoria” per ciò che egli è stato veramente, e cioè un annunciatore e un testimone di Gesù Cristo come Verità e Salvezza per tutti gli uomini, allora nascono i problemi.
L’equivoco culturale su Ricci ne richiama un altro, quello intorno alla caduta degli steccati tra laici e cattolici. Macerata, che è meno provinciale di quanto si pensi, in questo ha fatto scuola più di tante capitali. Però, a forza di spazzare via le polveri degli scontri risorgimentali e post-unitari e le macerie dei muri ideologici del ‘900, abbiamo finito per favorire un dialogo che ama il galateo della tolleranza reciproca più che il gusto del confronto culturale tra diversi. E così accade che tonache e grembiuli si trovino a svolazzare insieme.
La statua a Ricci è dunque una salutare pietra d’inciampo, che fa recuperare la consapevolezza delle rispettive identità e vocazioni. Se il monumento celebra l’equivoco, prima o poi si farà; se assume invece un valore di nuova consacrazione della città, non avrà vita facile.
Ciò che fu possibile nell’Italia del II dopoguerra con la proclamazione a Civitas Mariae, oggi è reso difficile dalla debolezza della politica e dalla mentalità nichilista. Non è un caso che le discussioni sulla statua si concentrino, più che sul senso dell’opera, sulla sua legittimità (l’ingerenza curiale) e sulla sua moralità (i costi eccessivi), evocando le moderne ossessioni del Potere e del Denaro.
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Quella del sig. Menghi mi sembra una personalissima interpretazione puramente dietrologica. Se avesse letto con attenzione i moltissimi interventi sulla statua si sarebbe reso conto che la maggior parte di essi ritenevano giusto ricordare in qualche modo l’illustre concittadino ma consideravano sbagliato sia il metodo quasi(?) impositivo circa il progetto e l’artista incaricato monumento da parte del vescovo, sia la non certo modesta somma necessaria per realizzarlo, in presenza di situazioni più meritorie di attenzione in questo periodo di “vacche magre”. Punto. Il resto sono solo parole a vuoto ritenute utili, forse, in vista di una prossima campagna elettorale.
Non condivido. Le opinioni del Sig. Menghi sono più’ strumentali di quelle che lui dice di non condividere.
state cercando di prendere i maceratesi per sfinimento?
Ma Matteo Ricci e’ parente con Franco lu venzina?
Penso che a Franco lu conosce tutta la provincia mentre a Matteo pochi.
Ma la chiesa cosi centrale come dice lei Menghi. a che serve?
Le doone sono quelle che sono.
Gli uomini peggio.
I giovani una massa di drogati e alcolizzati anche per le cause sopra citate.
La societa’ e’ uno schifo.
I governi sono uno schifo.
Il mondo va che’ e’ uno schifo.
Credere in cosa?
Prima si credevano agli dei,sono stati cancellati.
Matteo Ricci?
La chiesa i cardinali gli scultori (esosi)
i politici ecc..
E’ tutto un minestrone che non fa bene a nessuno.
Sterile come un placebo.
Nulla nulla
parliamo e facciamo il nulla quel nulla che avvolge l’universo e che presto si impossessera’ anche di questo pianeta per dare pace all’universo intero.
Questo grande mistero che avvogle tutti ricchi e poveri bianchi rossi o neri.Maceratesi o civitanovesi.
Ma poi mi spieghi perche’ matteo ricci era un genio della scienza e del dialogo?
Quale scienza please?
Testimone di Gesu Cristo? Ma come e’ nato 1300 anni dopo e la storiellina della capanna gia la sapevano anche sulla luna.
Le hanno fatto pure un’intervista per questo?
Ha parlato(come vedo in foto) in luogo pubblico ?
Io farei una statua dedicata all’essere umano e sull’imbecillita’ che lui esprime lasciandone indelebile traccia su questo povero pianeta che ha la sfortuna di ospitarci.
Io modellerei una statua che raffiguri il crpo di un essere umano.Solo i contorni lasciando il resto vuoto in rappresentanza appunto del vuoto immenso inquantificabile che noi creiamo e rappresentiamo.
E’ evidente che il sig. Menghi era nei giorni scorsi in altre faccende affaccendato (forse la situazione politica nazionale???).
Nella “centralità” del discorso c’erano infatti i metodi in un certo senso arroganti e “dittatoriali” del vescovo ed i 600mila euro di costo.
Come già detto in un precedente intervento, non si tratta di mettere una statuetta di gesso nel prato del Seminario, ma di una statua da porre su suolo pubblico e ad un costo esorbitante che vedrebbe direttamente impegnate le amministrazioni pubbliche locali.
Nessuno mette in dubbio le qualità culturali, scientifiche e religiose del Ricci. (si rilegga le decine e decine di interventi dei maceratesi)
Ancora una volta, si cerca di dare una falsa lettura della volontà dei cittadini, ma si sa, per il Pdl, non è una novità……
Diversamente da Menghi penso che il vescovo Giulodori questa volta ha perso la sua battaglia. In qualche modo si può dire che l’ha persa per una certa “arroganza” percepita, sia pure in trasparenza, da una parte considerevole dell’opinione pubblica.
Tutto ciò, mentre sembrava evidente che sulle celebrazioni ricciane l’intera città aveva raggiunto il più alto livello di coesione e condivisione che, poi, avrebbe naturalmente dovuto portare all’innalzamento di una statua.
La “prudenza” di ricciana memoria avrebbe dovuto consigliare una metodologia di approccio sia al “programma artistico” sia alla scelta del sito, più condivisi.
Me pare de da a sentì un prete. La chiasa deve pensà a a dì messa non vedo come possa avè un ruolo centrale. La cosa me fa pensà
L’amico Gianni non è riuscito ad esimersi da questa ridicola competizione, in cui abbiamo visto in molti ad affannarsi a giustificare/sottoscrivere/difendere lo sciagurato ed offensivo intervento del vescovo.
Si potrebbe quasi dire che, dopo l’agressivo intevento di Giuliodori gli “sventurati risposero” cercando di alimentare una discussione trasversale su una presunta centralità della chiesa.
Discussione irrealistica e fuori tema poichè non era certo in discussione la religiosità dei cittadini ma il punto focale era un’altro: il vescovo ha insultato la città e ci ha dato degli zotici e dei non acculturati, accampando misere giustificazioni per una inutile statua.
Ma è altrettanto ovvio che se un personaggio (in questo caso un cattivo personaggio)pubblico insulta un’intera comunità la discusisone si anima.
Si è animata sulla statua, ma se si fosse parlato di qualcosa d’altro (e l’intervento del vescovo fosse stato altrettato offensivo e volgare) si sarebbe animata anche sulla pignoletta della colla.
Se domani un Ministro, un Presidente di Regione, un Deputato…. pubblicamente dicesse che Terni (o Padova, O Pievebovigliana o Città di Castello….) è una città di cafoni ed incivili credo che, a Terni, ci sarebbero molti che si sentirebbero offesi e risponderebbero per le rime.
Lo stesso è accaduto a Macerata, dove il vescovo ha fatto delle offensive, irresponsabioli e provocatorie riflessioni.
Quindi nessuna guerra di religione, anche se il vescovo ha tentato di trascinare la discussione verso questo versante (e subito i papisti più papisti del papa si sono buttati dentro)
Se la Cina non fosse diventata una potenza economica di cosa avremmo scritto e dibattuto in questi giorni?
Certamente non di Padre Matteo Ricci che, nonostante la sua indiscussa importanza, era stato dimenticato sia dai laici che dai cattolici.Quando il vescovo Carboni,mente eccelsa, ne propose la beatificazione chi ha speso una parola per dargli sostegno? Nessono, la Cina non aveva ancora compiuto il Miracolo Economico. Ora anche la chiesa, sempre sensibile ai miracoli, ed ancor piu’ a quelli economici, si è risvegliata a favore di Padre Matteo Ricci. I laici poi sono diventati fantastici.Si dividono tra chi pensa a Matteo Ricci per l’economia e chi pensa a Padre Matteo Ricci per i voti,non voti religiosi.
Padre Matteo Ricci avrebbe compreso questi atteggiamenti?
Avrebbe voluto essere un trampolino di lancio per carriere curiali, avrebbe voluto essere merce di scambio per attrarre voti verso una parte politica o un’altra, avrebbe voluto essere un mezzo per aprire il mercato cinese? Forse quest’ultima cosa l’avrebbe voluta perchè sarebbe servita a creare posti di lavoro ed a migliorare le condizioni umane e sociali di tanti.
Oddio mio, ammò pure il nichilismo! Mi tocca fare subito una premessa per ricordare a tutti che il nichilismo non è solo la fine di un mondo ma è anche l’occasione che ha l’uomo di credere finalmente in se stesso e nella collaborazione con gli altri uomini. (A questo proposito, consiglierei sommessamente a Gianni Menghi di leggere qualcosa del teologo Dietrich Bonhoeffer, se proprio non gli va di riconsiderare il valore di Nietzsche).
In ogni caso, nell’apprezzare davvero il linguaggio che usa Gianni Menghi (elegante, ricercato, preciso e coerente) mi sconcerta però (un po’) il finale del suo intervento in cui quasi traspare amarezza per il fatto che la discussione pubblica si sia concentrata sulla legalità e sulla moralità anziché sul senso.
Ma forse si capisce (un po’): ultimamente pare che legalità e moralità non vadano più molto di moda…
Ringrazio Andrea Ferroni ma io so bene il valore di Nietzsche, come su un altro piano di Bonhoeffer. D’altronde non c’è pensatore più citato e interpretato a sproposito, sarei dunque in cattiva compagnia… Nichilismo poi non è mica una brutta parola e darne una definizione conclusiva non è nemmeno semplice, e io ho citato peraltro la “mentalità nichilista”, realtà spuria e variegata. I pensieri filosofici alla fine quando divengono cultura si intrecciano e ci avvolgono. Nel nichilismo come lo definisci appunto tu, ci stiamo dentro tutti. Io penso semplicemente che sia meglio tirarsene fuori, senza buttarlo via. Quanto alla legalità e alla moralità, nel confronto con il passato, antico e recente, non mi pare che siamo messi così male. E come facciamo poi a stabilire davvero quali siano le nuove Tavole della Legge per giudicare il bene e il male del diritto e della morale? L’uomo crede finalmente in sé stesso e si regola lui nella collaborazione con gli altri uomini.